Snape giunse nel quartiere malfamato di una delle tante città dove i maghi avevano creato zone lontane da occhi babbani.
Percorse una via stretta che conduceva in un vicolo altrettanto stretto. Le sue vesti scure lo nascondevano nel buio della notte illuminata da qualche lanterna qua e là. Solo il suo viso esaltava chiaro come quello di un fantasma. Una delle mani era posata sulla bacchetta al fianco, mentre l'altra su un pugnale che portava sempre nascosto sotto i pesanti abiti.
Un mago tentò di avvicinarlo per vendergli qualcosa d'illegale, ma bastò uno sguardo per allontanarlo e lasciargli libero il passaggio.
Quello che sembrava solo un vicolo si trasformò ben presto in un vero labirinto, ma Snape sapeva bene dove andare. Era il marchio sul suo braccio a guidarlo. Giro più volte a destra e poi a sinistra, prima di trovare la porta della casa che cercava e dove dimorava temporaneamente lui: Voldemort.
L'uomo non sapeva bene cosa aspettarsi. Aveva fatto i suoi calcoli e sospettava che Voldemort non l'avrebbe ucciso così presto, erano passate solo poche ore da quando Silente aveva annunciato il suo legame con Harry. Sicuramente, Voldemort non vedeva nessuna utilità in lui da morto, visto che non c'era stata ancora un'unione vera e propria e Harry non avrebbe sofferto minimamente la sua morte.
Il Signore Oscuro aveva un piano e il pozionista ne faceva parte. Doveva scoprire qual era, se voleva salvare Harry.
La porta si aprì da sola, non appena giunse in prossimità. Oltrepassò la soglia e a pochi passi vi trovò in tutta la sua regale eleganza Lucius Malfoy.
"Severus, credevamo che non venissi." ghignò.
"Davvero Lucius. Cosa ve lo faceva credere?"
"Sai, il recente legame con la tua anima gemella. Draco mi ha riferito che te lo sei portato nelle tue stanze, senza tanti complimenti. A quest'ora dovresti essere ancora preso da un corpo così fresco e acerbo."
"Caro Lucius, non tutti sono come te." fece sarcastico.
"Non ci credo. Avevi il giovane Potter tra le mani e non gli hai fatto pagare tutto quello che ti fece James, trascinandolo a letto?! Una volta non ti facevi tanti problemi. Il ruolo da professore ti ha rammollito."
Severus, gli si avvicinò a pochi centimetri dal viso e sibilò al mago biondo: "Se vuoi ti mostro quanto mi sono rammollito. Tira fuori la bacchetta."
L'altro lo derise: "Vedi, una bella scopata ti avrebbe fatto bene. Sei tutto un fascio di nervi."
Severus fece per prendere la bacchetta, ma una voce calma e glaciale non glielo permise.
"Lucius, non far tardare il nostro ospite. È qui per condividere con me preziose informazioni."
Lucius assunse un'aria di sottomissione che ricordava tanto quella di Dobby prima della sua liberazione e lasciò passare Severus che stava seguendo la voce proveniente da dietro una porta accostata.
"Entra Severus."
Il mago fece il suo ingresso nello studio dove si trovava Lord Voldemort comodamente seduto ad una scrivania. Davanti a lui un paio di volumi antichi di magia, su cui non riuscì a soffermarsi a lungo per non destare sospetti da parte dell'altro.
"Vieni anche tu, Lucius."
"Sì, mio Signore."
Severus pensò che la spina dorsale di Lucius fosse appena sparita. Accadeva sempre davanti a Voldemort che diventasse servile quanto Peter Minus.
Voldemort attese che Severus chinasse il capo in segno di saluto, prima di iniziare a parlare, mentre accarezzava la testa di Nagini che si era fatta più vicina allo stregone. Quel serpente non era mai piaciuto a Severus, sembrava avvertire che non ci si potesse fidare di lui e ogni volta si posizionava in difesa del suo amato padrone.
"Congratulazioni Severus. Lucius mi ha riferito della tua unione con Harry Potter."
Severus si limitò ad emettere un mezzo sbuffo infastidito, quasi a voler dimostrare che non gli importava nulla del Grifondoro e lo considerasse solo un peso.
"Non fare così. Tutto ciò è accaduto per un buon motivo e va a nostro vantaggio."
"Sì, mio Signore, ma ciò non toglie che ho un inutile moccioso Grifondoro tra i piedi."
"Questo è un bene per i nostri piani."
L'altro attese che rivelasse le sue intenzioni, ma Voldemort sembrava aver avuto un'illuminazione.
"Mostramelo, Severus. Mostrami il nostro giovane Potter come ha reagito." chiese stranamente allegro.
Capì subito che stava per ritrovarsi la mente scandagliata dalla Legilimanzia del Signore Oscuro. Si era sempre opposto a ciò, ma in alcuni casi aveva dovuto lasciare che Voldemort vedesse i suoi pensieri e ricordi. Aveva imparato a isolare alcuni ricordi e a proteggerli con l'Occlumanzia così da impedire che scoprisse il suo doppio gioco. Voldemort non aveva cercato di abbattere quelle barriere, lasciando che fosse il mago a spiegargli il motivo di tali segreti e Severus aveva sempre detto che erano parti dolorose della sua vita e che appartenevano a lui e a lui soltanto. Gli era stato risposto, a quel punto, che il dolore è l'unica vera emozione che appartiene ad un uomo, tutte le altre sono inutili illusioni.
Ora, Voldemort chiedeva di vedere ricordi freschi di poche ore. Non era sicuro che se pur alzando le barriere sulle confessioni che aveva fatto a Harry, l'altro non scoprisse il suo doppio gioco.
Lo lasciò entrare nella sua mente, quando i suoi occhi di fermarono su quelli dell'altro.
Lasciò che Voldemort vedesse i momenti in cui si era infuriato alla scoperta della sua anima gemella, ma non gli permise di vedere il motivo vero, come non lasciò che vedesse le confessioni fatte a Harry. In cambio lasciò che vedesse quando l'aveva portato in braccio tramite il camino dell'ufficio del preside in infermieria e aveva atteso che si svegliasse, finché Lupin non era arrivato e lui aveva preferito non interessarsi alle condizioni di Harry. Non gli permise di avvertire quel senso di preoccupazione che l'aveva fatto temere per la salute del ragazzo.
Voldemort poté vedere Snape che si divertiva a prendersi gioco dell'inesperienza del ragazzo. Aveva visto le gote rosse del giovane alle domande personali dell'uomo e si era beato di scoprire dell'innocenza ancora non raccolta di Harry.
Severus gli lasciò intravedere anche brevi momenti in cui aveva osservato Harry in modo diverso in quei due giorni. Era dall'arrivo ad Hogwarts che aveva notato una certa bellezza acerba nata in quell'estate e che stava trasformando il ragazzo in un uomo desiderabile da chiunque, ma che il destino aveva consegnato nelle sue mani.
Voldemort sembrava soddisfatto da ciò che aveva visto.
Uscì dal sua testa e lo osservò con un sorriso malignamente felice sul viso pallido e privo di vere fattezze umane.
Prese a parlare con quel tono sibilato da serpente: "Amalo Severus."
L'uomo lo guardò confuso. Non si aspettava nulla del genere lasciare le labbra del Signore Oscuro, tanto meno la parola "amore". Dubitava persino che l'uomo ne intuisse o sapesse il significato.
"Mi perdoni mio Signore, ma non capisco. Perché?"
L'altro sembrava avere qualcosa di divertente in mente, tanto che gli sorrise: "Severus, ti renderò il mago più potente, dopo di me ovviamente. Devi farlo solo innamorare e di conseguenza unire i vostri poteri, poi lo porterai da me e io ti darò un potere senza limiti."
Lucius era rimasto a bocca aperta, non poteva credere che il mago che aveva servito fedelmente desse ad uno come Snape, una magia illimitata che l'avrebbe elevato a secondo mago più potente, mentre lui non aveva mai avuto una tale offerta, nonostante anni di onorato servilismo.
Severus, dal canto suo, era rimasto impassibile a riflettere.
Voldemort intuendo i pensieri adirati di Lucius lo riprese: "Se ti stai chiedendo perché non ti ho mai fatto una tale offerta, Lucius, è perché non sopravviveresti a questo incantesimo. Invece, il nostro professore di Pozioni può riuscirci. Lui ha conoscenze che fanno invidia a Silente, permettendo alla sua mente di reggere ad un tale potere e il suo sangue appartiene ad una stirpe potente, il corpo non riporterà danni."
Severus cercò di apparire distaccato, aveva una domanda che avrebbe rivelato le intenzioni di Voldemort: "Come?"
Il mago fu soddisfatto di quella domanda, l'aveva incuriosito e quella era la cosa più importante. Il professore era sempre stato molto curioso in fatto di incantesimi oscuri, copiando diversi dei suoi e facendolo diventare già così un grande mago.
"Portami Potter, quando sarete completamente uniti e quando lui si fiderà ciecamente di te. Verrà sacrificato e tu avrai tutto il potere che un mago può desiderare. Mentre io riuscirò finalmente a sbarazzarmi del moccioso e nessuna profezia mi fermerà più." sorrise.
"La mia unione con Potter mi porterà ad essere protettivo nei suoi confronti. Potrei non essere in grado di rinunciare a lui." cercava finte scuse per non destare sospetti in futuro sulla sua lealtà.
"Oh Severus, sappiamo entrambi che non sei un sentimentale. Non vuoi un peso come quello tra i piedi per il resto della vita. Goditelo adesso, presto ti stancherai di lui. Ti conosco, non ti affezioni a nessuno. Il massimo che il moccioso può aspettarsi da te è lussuria e possessività, null'altro."
"Sì, mio Signore, farò così. La prossima volta che ci vedremo, avrò Potter con me."
"Bravo mio re."
Severus sollevò subito il capo dopo averlo abbassato in segno di congedo. Non capiva perché Voldemort l'avesse chiamato re e non voleva saperlo. Lui non era un re, anche se poteva vantare il titolo di principe del mondo magico, che teneva attentamente nascosto. In pochi ricordavano chi fossero gli Snape, ma a quanto pareva, il Signore oscuro lo sapeva bene.
~×~
Era stata una notte davvero strana, ma la mattina era stata ancora più strana per Harry. Dover fare i bagagli, mentre tutti si chiedevano che male avesse fatto nella sua vita precedente per meritare di finire a vivere con il professore più odiato dell'universo, nessuno lo comprendeva.
Dobby era andato ad aiutare Harry e a prendere il baule per portarlo negli appartamenti di Severus, che giusto per non dimostrare il suo disprezzo per l'elfo, aveva trattenuto un paio di insulti quand'era inciampato nel baule appena apparso in salotto. Se l'inizio era così, non immaginava il resto della sua vita con quel mostriciattolo che correva da Harry ogni volta che poteva.
Sia Harry che Severus si rincontrarono a colazione. Il loro fu solo uno scambio di sguardi dai rispettivi posti a sedere.
Severus aveva evitata di concentrarsi sul ragazzo troppo a lungo, aveva altro a cui pensare, tipo Voldemort che sembrava averlo eletto a suo secondo e deciso per la distruzione della sua anima gemella solo per fargli acquisire maggiori poteri. L'unica cosa che aveva rallegrato quella nottata era lo sguardo colmo di invidia di Lucius Malfoy, per essere appena divenuto il preferito del suo amato Signore Oscuro.
Si voltò a guardare il figlio dell'uomo, seduto tra i Serpeverde e intendo a condurre una conversazione, ottenendo l'attenzione di buona parte della sua zona del tavolo. Era cresciuto, constatò, il presuntuoso biondo che cercava sempre di ingraziarselo durante le lezioni. Per fortuna stava perdendo quei tratti del carattere di Lucius e stava mostrando capacità tenute nascoste. Non aveva più molto del padre se non un'algida bellezza in via di sviluppo.
Presto sarebbe diventato maggiorenne anche lui e avrebbe dovuto affrontare il Calderone delle anime gemelle. Sapeva che i primogeniti Malfoy, non trovavano mai la loro anima gemella subito, ma passava sempre qualche anno. Erano maghi e streghe dominanti e intendi a portare avanti il nome della famiglia come capi freddi e forti, dominando anche sulle loro anime gemelle. Draco Malfoy era proprio quel tipo di persona, anche se sospettava che in lui ci fossero cose ben piu interessanti che non permetteva a nessuno di vedere.
L'aveva visto girarsi in direzione di Harry più volte, sicuramente stava preparando qualcosa per tormentare il ragazzo. Poi, era stato un attimo e aveva visto Draco rabbuiarsi quasi subito tornare ad essere al centro dell'attenzione. Era stato solo per un secondo, ma il purosangue stava covando qualcosa di oscuro. Snape doveva capire cosa.
Intanto, aveva altre dieci cose da fare. Sarebbe stata una lunga giornata e l'ingresso nella sala di Sirius Black non semplificava nulla.
Lupin aveva già portato una mano sugli occhi, perché sapeva che la presenza dell'uomo non era positiva, mentre Harry si era alzato dal suo posto scavalcando la panca, donando un ampio sorriso al padrino e lasciandosi abbracciare stretto, troppo stretto.
Il primo sorriso che Severus gli aveva visto fare quella mattina e il fatto che fosse indirizzato ad un altro uomo lo irritava notevolmente, ma le mani di Sirius che percorrevano la schiena di Harry lo resero quasi furioso. Forse,Voldemort aveva ragione, lui era solo lussurioso e possessivo con Harry, se quella era la sua reazione neanche un giorno che erano stati riconosciuti come anime gemelle.
Anche gli occhi di qualcun altro si posarono sui due, provando uno strano senso di invidia e gelosia che ancora non capiva da dove provenisse.
Tutti gli studenti bisbigliarono eccitati all'idea di vedere per la prima volta il più grande fuggitivo della storia, l'unico mago ad essere scappato da Azkaban e ad essersi nascosto dai dissenatori per quasi due anni. Ora era stato riconosciuto innocente, il che gli donava un'aura di mistero da uomo inquieto e tormentato, cosa che faceva sospirare molte studentesse e anche qualche studente.
Sirius si staccò dal suo figlioccio temendo di averlo appena messo in imbarazzo davanti a tutta la scuola, ma sembrava che ad Harry non interessasse, in fondo aveva passato di peggio alla cena della sera prima quando Silente aveva fatto l'annuncio. Vedere Sirius e avere a che fare con la sua affettuosa irruenza gli faceva solo piacere.
"Harry, come stai? Sono venuto appena ho saputo." domandò preoccupato. I suoi occhi azzurri scandagliarono il viso del figlioccio in cerca di indizi rivelatori.
"Sto bene, ma la missione?" sussurrò, vicino all'orecchio del padrino per non essere ascoltato da altri.
"L'avevo completata già ieri mattina, ma non mi sembrava necessario farmi vivo. A quando pare, mi sbagliavo."
Puntò gli occhi chiari verso il tavolo degli insegnanti, venendo ricambiato da uno sguardo gelido e oscuro.
"Harry, lui non ti ha fatto nulla?", sussurrò anche lui all'orecchio del ragazzo, causando un'occhiata indagatrice da parte di Severus.
Harry arrossì e la cosa non passo inosservata a nessuno dei presenti.
"No!", affermò subito con voce stridula.
Perché tutti erano convinti che Severus Snape fosse uno stupratore, non lo capiva e soprattutto non capiva questa fissa che avevano per il sesso.
"Ora scusa, vado a salutare Silente e qualcun altro. Continua la tua colazione, sei pelle e ossa." fece, con atteggiamento bellicoso rivolto all'uomo che lo osservava attento.
Lo lasciò al tavolo, salutando velocemente Hermione e Ron, e dirigendosi verso il tavolo degli insegnanti e verso il preside.
"Preside Silente." salutò giunto di fronte all'uomo.
L'anziano mago si alzò per dargli il benvenuto: "Sirius, è un piacere vederti. Scommetto di sapere cosa ti porta qui."
"Non volevo perdere l'occasione di dare il benvenuto in famiglia all'anima gemella di Harry. Come padrino devo fare le veci di suo padre James." affermò, puntando lo sguardo verso Snape.
"Devi essere felice per Harry?"
"Non sa quanto. Ora mi scusi, vado a fare due chiacchiere con il professor Snape." annunciò con tono poco amichevole, mentre si dirigeva verso il professore di Pozioni che intuendo le sue intenzioni si era alzato e gli aveva fatto segno di seguirlo attraverso la porta laterale.
I due uscirono e Harry che aveva osservato la scena preoccupato si agitò sulla panca. Non osava immaginare cosa i due uomini volessero fare, data la loro antica rivalità.
~×~
"Aspetta!" ordinò Severus a Sirius che sembrava voler già iniziare la lite nel corridoio: "C'è una sala vuota di qua."
Entrarono e Severus silenziò la stanza dopo aver bloccato la porta.
Sirius lo guardò di sbieco prima di parlare: "Cos'è tutta questa storia? Tu non puoi essere la sua anima gemella!"
"Perché?" chiese d'istinto arrabbiato.
"Perché?! Perché lui è Harry e tu sei un essere subdolo, privo di morale e crudele. Hai manomesso il Calderone per avere Harry, ammettilo!"
Avevano iniziato a girarsi intorno come belve pronte alla lotta.
"Perché avrei dovuto farlo? Sopravvaluti la mia bravura di mago, se credi che sia riuscito a manomettere il Calderone. Nessuno può. E poi, cosa dovrei farmene di Harry pur riuscendoci."
"Tu puoi. Per avere Harry."
"Perché?!" quasi urlò.
"Perché è Harry. Non dirmi che non ci hai mai pensato. Ti ho visto spesso seguirlo con lo sguardo. Osservarlo. Provocarlo. Sembravi ossessionato da lui."
Rispose furioso: "Per proteggerlo! Ho tenuto d'occhio Harry solo per assicurarmi che non si facesse uccidere come un idiota. Come quell'idiota di James."
"Non parlare così di lui! E poi, io dovrei crederci? Non vedevi l'ora di mettere le tue luride mani su di lui."
"Senti chi parla." si lasciò andare ad una risata.
"Cosa vuoi dire?" Sirius non capiva.
"Abbracci, segreti sussurrati all'orecchio. Cosa dovrei pensare. Gli sei praticamente saltato addosso."
"Sono il suo padrino e lui è la mia famiglia." si difese, scattando verso di lui.
"Sì, ci credo. Tu abbracciavi tutti i membri della tua famiglia in quel modo. Ricordo molto bene."
"Sei solo invidioso che lui prova più affetto per me e non ne proverà mai per te."
"Vedremo. Lui è la mia anima gemella. Appena si sarà abituato all'idea, non sarai più così importante per lui."
"Lui non si abituerà mai a te. Non ti permetterò di unirti a lui. Qualsiasi cerimonia tu abbia in mente per oggi, meglio se l'annulli. Evita di fare una brutta figura davanti a tutta la comunità magica."
"Non ho nessuna cerimonia in programma per oggi."
"Cosa?" quasi sussurrò quella domanda preso alla sprovvista.
La porta si sbloccò e Silente accompagnato da Lupin fece il suo ingresso con la bacchetta in mano.
Come preside di Hogwarts aveva accesso a qualsiasi stanza conosciuta del castello, nonostante gli incantesimi che le bloccavano.
"Signori, spero che abbiate terminato la vostra chiacchierata? Abbiamo tanto di cui parlare, ma preferirei che lo facessimo in modo più tranquillo. Severus, raggiungi la tua classe con Lupin. A breve iniziano le lezioni. Sirius, perché non vai a fare colazione in sala. Con lo stomaco pieno le cose appaiono sotto un'altra luce."
Con poche parole Silente aveva calmato i due.
"Parleremo più tardi nel mio ufficio. Sono sicuro che ci sia tanto da fare e da dire sul futuro di Harry. Andate ora."
~×~
Ron stava facendo delle supposizioni da diversi minuti.
"Secondo voi quei due stanno duellanto?" domandò riferendosi a Black e Snape.
"Anche se fosse, Silente e Lupin stanno andando da loro. Li fermeranno." fece Harry nervoso, rigirando le uova nel piatto senza una vera e propria intenzione di metterle sotto i denti.
"Spero proprio di no." aggiunse Hermione: "Un duello tra quei due finirebbe proprio male."
Harry non sapeva quanto essere preoccupato e soprattutto per chi, esserlo. Iniziava a sentire qualcosa di strano nel petto ogni volta che pensava a Severus ferito. Un fastidio asfissiante, forse la fatina che aveva nidificato proprio lì, lo stava spingendo a provare emozioni per l'uomo. Sospettava che fosse quello il suo compito, quindi non prestò poi così tanta importanza a quelle nuove emozioni. Tutta colpa della fata delle anime gemelle, ne era certo.
Non aveva parlato dell'esserino a nessuno quella mattina. Come aveva detto Hermione in passato "Sentire voci non è un bene" e visto che non poteva provare l'esistenza della fata aveva deciso di non raccontare nulla a nessuno per ora.
Ron annunciò l'arrivo dei gufi e quindi della posta. Non appena i presenti intorno a loro notarono uno dei gufi entrati in sala dirigersi verso di loro in picchiata, cercarono di proteggersi in ogni modo possibile compresi incantesimi scudo. Infatti, trattandosi del gufo di Ron, si schiantò dritto al centro della tavola facendo volare qualche vassoio per fortuna quasi vuoto.
"Ron, non credi che sia arrivata l'ora di mandare questo gufo in pensione e affidare la posta a qualcun altro!" esclamò Hermione.
"Per ora abbiamo solo lui. E poi è piuttosto efficiente quando si tratta di consegnare lettere segrete, il problema è la posta di tutti i giorni."
"Noto." affermò sarcastica.
Anche Edvige si posò sul tavolo, consapevole dei rischi di farlo prima dell'altro gufo. Portava solo la Gazzetta del Profeta, ma sembrava più pesante del solito.
Ron guardò la sua posta e vide che c'erano un paio di lettere per Harry da parte di suo fratello Charlie e di sua madre.
"Harry, la mia famiglia ti ha scritto. Strano. Hai visto i miei solo due giorni fa l'ultima volta."
"Forse, c'è qualche notizia dall'Ordine della fenice per me. O alla Tana non hanno visto tornare Sirius e sono preoccupati." suppose prendendo le lettere e iniziando ad aprire quella di Molly.
"Posso capire mia madre, ma Charlie è in Romania, cosa c'entra con Sirius?"
Harry iniziò a leggere.
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Il Calderone Delle Anime Gemelle
FanfictionA diciassette anni ogni mago e strega, è chiamato ad affrontare il Calderone: un contenitore magico che accoppia le anime gemelle. Harry trova la sua anima gemella nel professore di Pozioni Severus Snape. Ma le cose non saranno semplici, Voldemort è...