2 Intensa serata

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Harry stava tornando al dormitorio dei Grifondoro, dopo un'ora di conversazione con Severus.
Ancora non credeva possibile che avesse appena parlato con il professore di Pozioni di argomenti come il sesso, la vita di coppia e tante altre cose. Era persino emersa l'amicizia di Snape con sua madre, dalla conversazione e per la prima volta Harry poteva affermare d'aver visto una reazione emotiva sul volto dell'uomo.
Doveva davvero abituarsi a quel suo nuovo ruolo di compagno di Snape, che non gli era apparso ripugnante come immaginava inizialmente, anzi c'era una certa curiosità d'aver a che fare con il professore al di fuori dei soliti ruoli alunno-insegnante.
Non si era parlato di amore e della possibilità che tra di loro nascesse un simile sentimento, ma di sicuro ci sarebbe stato rispetto in quella relazione. Un rispetto che superava le battute sarcastiche da Serpeverde e le prese di posizioni tutte Grifondoro.
Camminò arrivando alle scale e trovandosi di fronte dei Corvonero del secondo anno che lo lasciarono passare, guardandolo con aria dispiaciuta. Non seppe perché, ma la loro pietà gli diede estremamente fastidio. Non era un malato terminale, ma il compagno di Severus Snape. Sbuffò e si diresse al quadro che dava accesso al dormitorio dei Grifondoro. Persino la Signora Grassa del quadro gli diede noia sospirando "Povero ragazzo...", prima di lasciarlo passare.
Neanche il tempo d'entrare nella sala comune, che i suoi tre amici Hermione, Ron e Neville gli furono addosso.
"Harry, stai bene? Cosa ti ha fatto il pipistrello?", fece Ron.
Hermione gli diede una gomitata al fianco per zittirlo: "Vieni Harry, siediti." lo accompagnò al divano dove si accomodarono.
"Allora Harry...", iniziò Hermione senza sapere cosa dire.
Harry notò uno sguardo teso sui volti dei tre, che non accennavano a nulla e lui non era in grado di capire cosa volessero sapere.
Nella sala non erano soli e sembravano tutti interessati a sapere di Harry e Snape.
Neville tentò di chiedere ciò di cui avevano parlato sino a quel momento: "Harry, Snape cosa voleva da te? I Serpeverde ci hanno detto che sei andato nei suoi appartamenti e noi ci chiedevamo se lui volesse..." cercò di trovare le parole, ma era tremendamente imbarazzato.
"Cosa?" chiese, non capendo.
Ron esplose, stanco di girarci intorno: "Ti è saltato addosso, Harry? Ecco cosa vogliamo sapere."
"Per Merlino! Ma siete pazzi?! È Snape. Non mi toccherebbe se non in punta di bacchetta." arrossì così tanto che i presenti non seppero cosa pensare.
"Quindi, cosa voleva?" riprese più serena, Hermione.
"Solo parlare." rispose, ritrovando il controllo.
"Snape che vuole parlare con te? Non ci crederei neanche se lo vedessi con i miei occhi."
"È normale che Snape voglia passare del tempo conversando con la sua anima gemella, Ron." suggerì Hermione.
"Ma è Snape!?" si lamentò il rosso.
Harry decise di chiarire la situazione: "Fuori dall'aula non è così terribile come sembra. Abbiamo parlato tanto."
"Di cosa?" domandò Neville.
"Severus mi ha chiesto..." venne interrotto.
"SEVERUS?! Lo chiami per nome?" fece sotto shock Ron.
"Solo quando non è orario di lezione. Per il resto ci comporteremo come sempre. È una delle tante cose della quale abbiamo parlato."
"Quali sono le altre?" chiese la ragazza.
"Abbiamo parlato del fatto che dovrò andare a vivere nei suoi appartamenti." annunciò, aspettandosi una esclamazione di shock dai tre.
"Cosa?!", esclamarono, infatti, più di qualcuno lì presente.
Altri Grifondoro si erano avvicinati per ascoltare. Ron li guardò accigliato, costringendoli ad allontanarsi.
"Quindi ora vai a vivere in quei sotterranei bui e umidi? Ehi, aspetta, non dirmi che dormirai con lui nel suo stesso letto." domandò Neville spalancando gli occhi.
"No. No. Ho una stanza mia e dovreste vedere quel posto. Non è niente male."
"Davvero, devi mostrarcelo!"
"Cosa? Non so se sia una buona idea..."
"Beh, sei il suo compagno e quella è la tua nuova dimora. Credo che tu possa portarci i tuoi migliori amici." suggerì la ragazza.
"Magari è meglio aspettare che Severus si abitui prima alla mia presenza e poi a quella di altri Grifondoro."
"Di che altro avete parlato?" chiese Hermione.
"Sembra che sia stato un buon amico di mia madre ai tempi della scuola e anche prima. È stato strano immaginare che andassero tanto d'accordo."
Hermione affermò, certa degli studi che aveva condotto sull'argomento, "È normale che provasse affetto per tua madre, inconsciamente sapeva che era molto importante per la sua futura anima gemella. L'ho letto in un libro che parlava di psicologia tra le anime gemelle e i loro famigliari."
"Di certo in quel libro non si parla di psicologia tra il tuo padrino e la tua anima gemella, Harry. Hai già avvisato Sirius di tutto ciò. Non vorrei che lo leggesse sulla Gazzetta del Profeta domani mattina."
"È vero! L'avevo completamente dimenticato. Devo ancora ringraziarlo dei regali che mi ha fatto per il compleanno. Gli verrà un infarto quando saprà di Severus. "
"Tranquillo, capirà." asserì consolatoria la ragazza.
"Gli scriverò prima di andare a letto. Devo sbrigarmi perché Severus mi ha dato un tè per dormire e credo che crollerò tra poco dal sonno."
"No, non ci credo. Ti ha drogato?" chiese qualcuno lì vicino, che venne velocemente allontanato da uno sguardo assassino di Ron.
Harry fece spallucce. Il tè iniziava a fare effetto e non credeva che agitarsi risolvesse qualcosa.
"È solo per il nervosismo che provavamo entrambi oggi. Mi ha fatto domande piuttosto personali e temeva che non riuscissi a riposare bene."
Neville intervenne, "Domande di che tipo?"
"Sesso."
Harry si rese conto che quel tè lo stava facendo rilassare davvero troppo e che stava rivelando diversi fatti personali, quando vide i suoi amici e il resto dei presenti scioccati più del normale.
"Lui... Tu... Voi... Avete parlato di sesso?" anche Hermione era senza parole.
"Abbiamo solo chiarito un paio di cose. Nulla di così sconvolgente."
"Ma se diventi rosso peperone quando ne parlano i miei fratelli?!"
Harry non sapeva cosa dire a Ron. Con Snape era stato strano parlare di sesso, ma non sconvolgente come quando ne parlavano i fratelli Weasley.
Tutti si fermarono a riflettere per qualche secondo. Neville fu il primo a rompere il ghiaccio. "In fondo è normale che ne abbiate parlato ora. Sai che nervosismo se avesse tirato la questione in ballo durante la vostra convivenza?"
Hermione ci pensò su. "Però, il fatto è che prima o poi voi due farete l'amore. È istintivo tra le anime gemelle."
"Davvero loro due..." chiese Ron ancora senza parole per la rivelazione di prima.
"Che lo vogliate o no, Harry e Snape sono una coppia." si alterò la ragazza.
"E di preciso, cosa vi siete detti?"
"Cose sciocche, tipo che lui è l'attivo e che non c'è fretta." ammise guardando in basso, le guance rosse dal disagio.
"Beh, logico. Lui sembra essere più esperto in certe cose. Non credo che sia stato fermo ad aspettare la sua anima gemella per tutti questi anni. In fondo è un buon partito. Purosangue, erede di una delle famiglie più ricche e importanti del mondo magico. Si dice che sia uno degli ultimi discendenti dei re."
"Re?" chiese Harry.
"Non hai ancora aperto il libro di storia di quest'anno, Harry?" fece più sconvolta di prima, Hermione.
"Vorrei farti notare che l'anno scolastico è appena cominciato." affermò Ron.
La ragazza alzò le spalle come a dire che ciò non lo giustificava.
"Credevo che Snape fosse nato in una famiglia babbana? Ha conosciuto mia madre prima di venire qui ad Hogwarts.", era confuso.
Ron decise di riassumere la storia dell'uomo, l'aveva sentita da alcuni maghi che frequentavano la sua famiglia. "Ci furono delle dicerie e degli scandali all'epoca della sua nascita. Alcuni sostenevano che fosse figlio dell'unico Snape nato senza magia e che avesse avuto una tresca con la madre del professore. Le dicerie aumentarono e non servì a farle smettere neanche la nascita del fratello più giovane di un anno. Il padre del professore, stanco di tutto ciò, allontanò la moglie con il primo figlio, che andarono a vivere dal cognato e zio, dando fondamento a tutte le voci, ma tenne il secondo figlio che era sicuro essere suo. Solo quando Snape inizio la scuola qui ad Hogwarts, venne effettivamente riconosciuto dal vero padre che non era lo zio. Sembra che il fratello del professore abbia deluso il padre in molte occasioni. Già il fatto che fosse un Grifondoro e non un Serpeverde era un gran problema. L'uomo era un gran sostenitore di Voldemort già all'epoca e il secondo figlio non voleva diventare un Mangiamorte, anzi sembra che sia sempre stato dalla parte di Silente."
"Non sapevo queste cose." ammise un po' intontito dalle informazione.
"Siete più simili in fatto di esperienze negative di quanto immagini." sospirò Hermione.
Harry si rese conto che forse doveva imparare tante cose sull'uomo, che l'altro non aveva mai lasciato intravedere in quegli anni. Era l'unico modo per conoscerlo e capire il perché delle sue reazioni.
~×~
Snape non sapeva come impiegare la serata. Era l'ultima notte che passava effettivamente da solo nei suoi appartamenti e aveva già finito di preparare la camera di Harry con l'aiuto di Dobby. L'elfo non gli aveva permesso di eliminare i colori Grifondoro che aveva fatto apparire per far sentire più a suo agio il ragazzo. Non capiva perché Dobby sembrasse così risoluto quando si trattava di fare qualcosa per Harry. Si domandò se fosse affetto quello che provava o solo servilismo per lo studente preferito di Silente.
Era tardi, ma non riusciva a pensare di mettersi a letto. Sapeva che il preside come ogni persona anziana, non dormisse molto e sicuramente l'avrebbe trovato sveglio. Forse, una chiacchierata e un Brandy avrebbero aiutato.
Il preside l'aspettava già. "Severus, entra. Anche tu non dormi?"
"Ho appena finito di preparare la stanza di Potter... Harry. Quel dannato elfo, mi ha fatto innervosire."
"Dobby è piuttosto protettivo nei confronti di Harry. Credo che sia perché gli ha fatto avere la libertà in cambio di nulla. Serviti da bere."
Severus fece come detto dal preside per poi mettersi comodo su una delle poltrone di fronte all'uomo seduto alla scrivania con il suo bicchiere di Brandy.
"Lo sapeva?"
"Cosa?"
"Me e Harry."
"Sospettavo e speravo."
"Perché?" chiese stanco degli enigmi dell'uomo.
"Severus, guardati. Davvero non capisci cosa sta per accadere. Oggi è il primo giorno della fine della guerra. I libri di storia riporteranno questo giorno come il momento in cui tutto è iniziato."
"Harry sarà più forte, con me. Il potere delle anime gemelle è impressionante." sospettava che il preside si riferisse a ciò.
"Non è quello il potere che distruggerà Voldemort. Tu sei un discendente dei re, dovresti aver capito di quale potere abbiamo bisogno per fermare il Signore Oscuro."
"Quel potere... Io non posso avergli accesso. È richiesto un mago o una strega con il cuore puro per poterlo usarlo. Io chiaramente non ho il cuore puro." sospirò, detestando che l'altro avesse tirato fuori quella storia.
"Un cuore puro, non è necessariamente un cuore senza peccato o senza cattiveria. Un cuore puro si può ottenere con la persona giusta accanto."
Severus scoppiò a ridere.
"Crede che Harry mi renderà un uomo buono con il suo amore."
"Severus, è già iniziato. Hai creato una stanza per Harry, invece di fare ciò che come purosangue dovresti fare." lo trafisse con il suo sguardo pieno di saggezza.
"Non lo costringerò al matrimonio, solo perché il galateo lo richiede. Mia madre ha sposato la sua anima gemella dopo un giorno che lo conosceva e sa come è andata a finire. Non è da me costringere qualcuno a fare qualcosa del genere contro la sua volontà." ringhiò quasi.
"È questo. Harry lo capirà e apprezzerà la tua scelta. Vi avvicinerete prima che possiate capire come è successo."
"Improbabile. Un Grifondoro." ridacchiò.
"Non mi pare che tu abbia problemi con i Grifondoro. Beh, tranne quando levi punti."
"Devo pur insegnare loro il rispetto."
"Vedi, non c'è un briciolo di malvagità in te. Quello che fai è sempre per uno scopo preciso. In passato, sei stato duro con lui solo per renderlo più forte. Ora dovrai amarlo e lui starà bene e sarà più sicuro di sé per affrontare Voldemort."
"Amarlo, non è così semplice. A malapena ci tolleriamo l'un l'altro."
"Però, quando avete collaborato per trovare la Stanza del Tesoro, siete andati d'accordo." lo riprese divertito.
"Dovevamo e poi abbiamo passato più tempo a discutere che altro." sbuffò, guardando altrove.
Un paio di quadri sembravano divertiti dalla chiacchierata tra i due. Erano gli ex presidi di Hogwarts e in passato non avevano mai visto il professore in difficoltà in una discussione con l'attuale preside.
"Però ne siete usciti vivi, visto che nessuno poteva salvarvi da quel luogo. È stato grazie alla fiducia che si crea tra le anime gemelle."
Snape sospirò, sapeva che Silente aveva sempre ragione. "Credo che sia un punto di partenza. Dovremo trovare qualcosa in comune e quell'impresa potrebbe essere alla base del nostro rapporto."
"Ecco, bravo Severus. Un passo per volta."
Severus portò il bicchiere alle labbra, ma una fitta incandescente sul braccio lo bloccò. Silente aveva intuito cosa avesse l'altro che non andava, Voldemort stava usando il marchio sul braccio dell'uomo per chiamarlo, sicuramente la notizia di Harry e Severus anime gemelle era già arrivata al Signore Oscuro.
Non si dissero nulla, mentre Severus si alzava per andare via, solo una domanda da parte di Silente. "Sei sicuro che sia una buona idea andare da lui?"
"Non corro rischi, sospetto che abbia un piano per avvicinare Harry."
"Sta attendo."
Severus lasciò l'ufficio e il castello, per potersi smaterializzarsi lontano dalle protezioni di Hogwarts e sparire nel nulla.
~×~
Harry stava rileggendo in camera da letto la lettera per il suo padrino Sirius Black, mentre Edvige lo osservava dal davanzale in attesa di consegnare la lettera.

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