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Beatrix Armstrong, per gli amici Trixie, è una ragazza di 26 anni cresciuta a Chicago tra cene di gala e aste di beneficenza, in una realtà in cui non è tutto oro quello che luccica.
Quando però i...
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La sua presenza mi urta.
Perché deve stare lì seduta sugli spalti a fissarmi? E che diavolo ha da sorridere così? Sembra gli si sia bloccata la faccia, sorvolerò sul fatto che ha un viso molto gradevole quando sorride.
"Zio Aaron" mi chiama Ashton guadagnandosi un'occhiataccia.
"Zio coach" si corregge, anche se non è ancora del tutto corretto decido di non dire niente dato che sono quasi tutti ancora negli spogliatoi.
"Dimmi Ash"
"Perché stai fissando Trixie?"
La mia testa scatta verso di lui, e non mi ero neanche accorto di essere girato verso gli spalti. "Non la sto fissando Ash" dico sulla difensiva.
"Si invece"
"No invece"
"Si invece"
Sto davvero discutendo con mio nipote di 9 anni?
"Basta Ash, non la stavo fissando"
"Okay okay, tra quanto apre il bar?" Mi chiede.
"Tra un paio d'ore"
"Mi porti a prendere un gelato?" Mi chiede inginocchiandosi davanti a me. Questo bambino è drammatico quanto la madre.
"Tua madre mi ucciderà se ti faccio mangiare il gelato prima di cena" gli dico ricordando l'ultima volta in cui è successo.
"Ma ci vuole ancora un sacco alla cena, e io ho fameeeee" dice lagnandosi.
"Prometti di non dirlo a tua madre?"
"Giuro, giuro, giuro" dice rialzandosi.
"Okay allora, vai a prendere il tuo zaino" dico.
Neanche il tempo di finire la frase che Ashton sta correndo verso gli spalti urlando "TRIXIEEEEE, ZIO AARON CI PORTA A PRENDERE IL GELATO"
Cazzo. Mio nipote mi ha appena fregato.
10 minuti dopo stiamo camminando tutti e tre sul marciapiede che porta alla gelateria in centro, a qualche isolato di distanza dal bar. Ashton cammina tra me e Trixie tenendomi la mano, e anche se non siamo esattamente vicini sento il suo odore invadermi le narici, lo stesso che ormai starà inondando il mio appartamento.
"Io lo voglio al cioccolato" dice mio nipote appena arriviamo fuori dalla gelateria.
Saluto in Signor Jonhson, il vecchio proprietario della gelateria, e tutti e tre iniziamo a ispezionare i gusti dietro il bancone.
"Per me cioccolato e extra cioccolato" ordina Ashton facendo ridere Trixie.
Mi giro a guardarla per un secondo trovando già con lo sguardo su di me e un grosso sorriso sulle labbra, non che sia una novità. La sua risata è così cristallina che quasi immagino di potermi immergere. Immergere? Dio, sto diventando mio fratello.