7. «Mille volte sì.»

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Avevo passato gran parte delle mattine, o almeno quelle in cui mi ero svegliato prima di Taehyung, a guardarlo sonnecchiare con un leggero sorriso sul viso, le ciglia che vibravano ad ogni suo respiro e quell'espressione angelica in volto che cont...

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Avevo passato gran parte delle mattine, o almeno quelle in cui mi ero svegliato prima di Taehyung, a guardarlo sonnecchiare con un leggero sorriso sul viso, le ciglia che vibravano ad ogni suo respiro e quell'espressione angelica in volto che contrastava con tutto ciò che si celava sotto le lenzuola, semplicemente perché Taehyung aveva il vizio di dormire con solo le mutande indosso e, se non le avevo passate a guardarlo, le avevo trascorse pensando a cosa avessi mai potuto fare di buono nella vita per meritarmi di conoscere il significato delle parole fortuna, amore e felicità tutte nello stesso momento.

Con Taehyung era stato un po' come riscoprirsi, risvegliarsi da uno stato di assopimento generale in cui mi ero indotto dopo anni alla ricerca di qualcosa che mi facesse sentire vivo, che mi desse una scossa così tanto forte da farmi capire di essere sulla strada giusta. E la sua voce, quella sera, era stata in grado di farmela provare, di accendermi come niente prima d'ora.

«Kook... che fai?» mi parlò assonnato con gli occhi chiusi. «Possibile che tu non abbia mai sonno? Eppure, dovresti essere un po' stanco–» con un movimento repentino, lo zittii baciandolo e portando le mie braccia flesse ai lati del suo viso.

All'inizio oppose una leggera resistenza, principalmente dettata dalla sorpresa del bacio, ma dopo pochi secondi si lasciò andare accompagnandomi nei movimenti. Le nostre labbra si mossero in simbiosi per dei secondi infiniti.

«Buongiorno, amore.»

«Il miglior buongiorno di sempre... anche se sono solo le sei del mattino!» mi pizzicò il petto da sopra la maglietta azzurrina del pigiama facendomi sussultare. Iniziammo così a farci il solletico. Le mie mani percorsero giocose ogni centimetro del suo fisico scoperto e di cui, inutile dirlo, conoscevo alla perfezione tutti i punti deboli e sicuramente l'assenza della maglia stava giocando a mio favore.

Finimmo quella lotta l'uno contro l'altro; lui in braccio a me, con le braccia allacciate dietro le mie spalle mentre mi baciava sorridendo sulle mie labbra ed io non che non potevo fare altro che stringerlo a me e bearmi di quei momenti che avrei voluto durassero per sempre.

«Non ci credo che fra pochi giorni sarà tutto finito e ognuno tornerà dalla propria vita con trecento chilometri di distanza l'uno dall'altro.»

Non avevamo ancora affrontato il discorso "cosa fare dopo" e credevo che la motivazione fosse che ci fossero troppi fattori da considerare. Uno di quelli era ovviamente la distanza, perché trecento chilometri non erano pochi e trasferirsi assieme era complicato, perché io avevo un lavoro e una vita a Busan, esattamente come lui l'aveva a Sokcho-si nella sua città.

Mi sarebbe piaciuto fosse stato più semplice, poterci vivere anche solo vedendoci nei weekend finché non avremmo capito cosa fare, perché mi sarebbe dispiaciuto rinunciare a lui, anche se sapevo che non sarebbe stato possibile per me privarmi di lui.

«Koo, amore mio,» mi carezzò una guancia con il pollice e mi avvicinò di nuovo al suo viso per lasciarmi un bacio sulle labbra «Non pensiamoci, okay? Oggi dobbiamo andare in gita come avevi organizzato, ci penseremo quando sarà il momento...»

Bibilly Hills || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora