2. «So dove trovarti.»

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Arrivammo in albergo la sera precedente alla cerimonia dopo un lunghissimo viaggio in auto trascorso a cantare a squarciagola le nostre canzoni preferite, mentre Jimin aveva sonnecchiato ogni tanto

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Arrivammo in albergo la sera precedente alla cerimonia dopo un lunghissimo viaggio in auto trascorso a cantare a squarciagola le nostre canzoni preferite, mentre Jimin aveva sonnecchiato ogni tanto. Suo fratello, invece, era andato in auto con dei suoi amici.

Mi piaceva guidare, mi rilassava completamente e avevo cercato in tutti i modi di liberare la mia mente dal discorso "Soulmate". Ci ero riuscito abbastanza e avrei solo voluto godermi la giornata senza cercarlo. Avevo capito che, se mai avessi dovuto incontrarlo, sarebbe avvenuto casualmente. Ci saremmo sfiorati per sbaglio oppure ci saremmo scontrati aprendo la stessa porta, ma non avrei più dovuto cercarlo in ogni sguardo che incontravo.

Alla fine, la sera precedente, lo avevo sognato ancora. Stesso sogno, stesso posto, stesso albero e stessa mano che mi solleticava la caviglia. Niente di più, purtroppo.

«Hai detto a Hyusoo che ci sarò anche io?» domandai sistemandomi la camicia in seta nera nei pantaloni. Avevo optato per un outfit total black, anche se una camicia bianca sarebbe stata sicuramente più indicata, riuscivo a sentirmi più a mio agio esclusivamente con abiti dalle tonalità scure.

Sarà stato forse per quello che preferivo la notte al giorno? Prediligevo fare le cose in solitaria e restare nell'anonimato senza farmi notare troppo, perché per quello c'era Jimin. Infatti, il mio migliore amico, aveva scelto di indossare una camicia in seta color carne e dei pantaloni neri, il tutto abbellito da una giacca abbinata alla camicia e una cintura Gucci, mentre ai piedi, indossava dei mocassini neri. Entrambi avevamo deciso di tenere i capelli portati all'indietro, principalmente perché avevo voglia di mostrare l'eyebrow.

La camera dove alloggiavamo era molto bella. Si trovava ubicata nella stessa località dove si teneva il ricevimento che, a quanto pare, era una villa ottocentesca tuttora abitata dai proprietari che fornivano un numero limitato di camere disponibili.

La stanza, al contrario dell'esterno della location, era moderna e completamente nuova. Vi erano due letti singoli centrali alla stanza, rifiniti con lenzuola bianche in cotone. Il pavimento era in marmo bianco e le pareti erano anch'esse decorate con delle grosse piastrelle in marmo. Amavo la cura nei dettagli.

Chissà se anche lui viveva in un posto del genere, o se amava i dettagli e la cura delle cose tanto quando la amavo io, se preferiva le cose spartane a quelle lussuose.

«Assolutamente sì! Ed era super felice di saperti qua!» mi confermò Jimin continuando a sistemarsi nervosamente le ciocche di capelli dietro le orecchie.

Jimin era sempre bello, sempre vestito bene e sempre elegante. Era una di quelle persone che sarebbe riuscita a far apparire perfetto anche un sacco della spazzatura. La cosa magica? Non si impegnava nemmeno a farlo; ma non quella sera. Quella volta ci mise tutto sé stesso per essere impeccabile.

«Jimin, hai finito di sistemarti i capelli? Sono perfetti. Vanno bene così anche perché se andrai avanti, li perderai.» lo presi in giro sistemandomi la cravatta con cura e cercando di ricordare esattamente tutti i passaggi che mi aveva insegnato mio papà per annodarla al meglio.

Bibilly Hills || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora