Capitolo 35

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Quando l'auto di Cole finalmente si ferma, tiro un sospiro di sollievo: non ne potevo più di stare seduta. I miei muscoli sono pigri e non vogliono saperne di attivarsi. Come se non bastasse, poi, un piede mi si è addormentato e, mentre cammino per raggiungere la porta, sembro un pinguino in bilico su un pezzo di ghiaccio.

Una risata sonora richiama la mia attenzione << Stai facendo le prove per dissimulare la tua camminata una volta tornata a casa tua? >> la sua battuta pungente mi fa sussultare.

Non starà mica insinuando che...

<< Sei un depravato, lo sai? >> mi avvicino per dargli uno schiaffo ma lui mi precede, stringendomi il polso.

<< Lasciami stare >> urlo, pur essendo consapevole che nessuno potrà sentirmi. Per tutta risposta mi lecca una guancia, inumidendola e riscaldandola con la sua saliva.

La mia faccia è disgustata << Fai sul serio? >>

<< No, infatti >> dice solo, prima di cominciare a farmi il solletico lungo i fianchi e sfiorarmi il collo con il naso.

Adesso siamo in due a ridere, circondati da un paesaggio che non ha nulla da invidiare ad un quadro. Il sole non è ancora scomparso del tutto e crea un gioco di luci incantevole. Il cielo, limpido, sembra offrirsi come sfondo ad un paesaggio naturale spoglio, con qualche foglia che svolazza qua e la a causa della forza del vento. Mi volto, osservando meglio l'edificio che mi ospiterà per i prossimi giorni. Lo chalet, totalmente in legno, presenta diverse vetrate e, tra un piano e l'altro, ci sono diverse luci artificiali. Quattro scalini conducono alla porta d'ingresso che Cole apre poco dopo, dandomi accesso al resto della casa. Internamente è abbastanza spaziosa e l'arredamento è in piena regola con il contesto: sulle pareti, di tanto in tanto, c'è qualche foto di famiglia; il parquet è adornato da un tappeto morbido, all'apparenza di pelliccia autentica che si estende sotto un tavolino nel centro del salotto; ci sono delle poltrone ed un divano, posti di fronte al camino, per creare un'atmosfera più piacevole nelle giornate particolarmente fredde. Ho messo piede in questa casa da qualche minuto e già la amo.

<< Di sopra ci sono le stanze, puoi scegliere quale preferisci >> mi informa il mio finto ragazzo, caricando la mia valigia sulle spalle per condurla in cima alle scale. Lo seguo, sempre più curiosa di vedere la mia camera.

<< Ti consiglierei di prendere la stanza con il bagno, così da stare più comoda >>

Apre una porta, mostrandomi il letto dove dormirò per i prossimi giorni.

Spalanco gli occhi << La vista qui è magnifica >> corro verso il vetro della finestra.

<< E non hai ancora provato il letto: è molto comodo >>

Non mi sfugge il sorrisetto che gli compare in volto mentre mi accomodo tra le morbide e profumatissime coperte.

<< Okay, vuoi una mano a mettere a posto la tua roba? >> domanda

<< No, tranquillo, pensavo di lasciarla in valigia >>

<< Oh, va bene. Hai fame? >>

Il languorino che provo pensando al cibo mi suggerisce la risposta.

<< Si. >>

<< Avevo detto a Frank, l'usciere, di comprare qualcosa ma probabilmente non ne ha avuto il tempo. A dieci minuti da qui c'è un ottimo ristorante italiano, posso andare a prendere qualcosa >> propone

<< Assolutamente si >> affermo, felicissima di mangiare cibo italiano.

Resta in silenzio per qualche secondo, facendomi sentire in imbarazzo per il mio eccessivo entusiasmo.

Apparently I hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora