ɪ ɢᴏᴛ ɪᴛ, ɪ ɢᴏᴛ ɪᴛ.

1.7K 91 90
                                    













𝐒𝐄𝐑𝐈𝐄𝐒:
𝐈 𝐠𝐨𝐭 𝐢𝐭 𝐟𝐫𝐨𝐦 𝐦𝐲 𝐬𝐮𝐠𝐚𝐫 𝐝𝐚𝐝𝐝𝐲
🥀








𝐒𝐄𝐑𝐈𝐄𝐒: 𝐈 𝐠𝐨𝐭 𝐢𝐭 𝐟𝐫𝐨𝐦 𝐦𝐲 𝐬𝐮𝐠𝐚𝐫 𝐝𝐚𝐝𝐝𝐲🥀

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.










ᴍᴇɴᴛᴀʟ ᴍᴏᴠɪᴇ








Il neon violaceo si espanse per tutto il perimetro della coppa del bicchiere, colando a picco fino allo stelo eretto sul vassoio del cameriere, addetto a gironzolare con l'alcol contenuto a stento sul cerchio di metallo. Alla riapertura delle palpebre brillantine e truccate, Moon, afferrò la prodiga coppa sopravvissuta sul vassoio del latitante cameriere, sprovvisto di voglia di vivere.

Se doveva sopportare le mani dello spilungone ubriaco, con la camicia di una taglia più piccola per tutta la serata, valeva la pena buttare ogni frustrazione sopra qualche drink esotico e guarnito al passion fruit. Cacciando così, dalla sua testa, l'amica mozzafiato di Park Jimin e l'aria da coglione che quest'ultimo si portava appresso sulla faccia quando Cheo Hee apriva bocca.

Ringhiò, strinse il bicchiere fra le dita mentre il ragazzo mise il mento attaccato al suo collo; il naso sfiorò l'orecchino a cerchio appeso al lobo, alitandole  sul timpano per oltrepassare la musica.

«Usciamo a prendere un po' d'aria fresca?» propose, artigliandole i fianchi con le dita chilometriche. Le guardò dall'alto e si ritrovò a pensare alla sua enorme fissa per le mani degli uomini. Fantasticando sulle falangi affusolate, lunghe e venose: erano esattamente le mani che piacevano a lei.

Jimin ha le mani più piccole delle sue.

Curvò le labbra verso il basso mentre i tendini del collo arsero il sudore attorno alle spalle.

Non mi sono mai piaciute così piccole.

Portò la coppa sulle labbra carnicine e inclinò la testa all'indietro per bere senza respiro, donando all'esterno la visione del suo gozzo femminile, ondeggiare alla velocità del fluido color pesca.

Guardati: ora le ritiene le più belle e virili del mondo.

«Sì, usciamo» esordì in accordo, lo afferrò per una manica e lo trascinò all'indietro, «Voglio uscire da qui, cazzo» sibilò, stringendo al meglio le briglie del cavallo in calore dietro di lei.

Arrivarono all'inizio di un corridoio dopo aver spalancato due porte grosse come quelle anti panico del retro di un hotel, pressarono le dita sul maniglione rosso per poi richiuderlo con un click assordante. Le luci erano sottili — troppo serali per un semi club come quello —, appoggiò le spalle al muro giallo ocra e si lasciò graffiare le spalle dai grumi in rilievo della vernice.

Il ragazzo l'aveva seguita silenzioso; sulla faccia era presente un insolito ghigno soddisfatto, annacquato da qualche grado di poca sobrietà, ed era ancora incredulo che una come Moon, bellissima, angelica e provocante, fosse rimasta con lui per spingersi oltre. Ma se solo avesse saputo i pensieri della più piccola avrebbe seriamente rischiato di farsi ammosciare il cazzo per il suo disinteresse.

𝑰 𝑮𝑶𝑻 𝑰𝑻 𝑭𝑹𝑶𝑴 𝑴𝒀  𝗦𝗨𝗚𝗔𝗥 𝑫𝑨𝑫𝑫𝒀//- 𝐏𝐉𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora