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Akaashi guardò il suo migliore amico, Bokuto, esordire felicemente dopo aver schiacciato una sua alzata, per poi dirigersi da lui pronto a dargli il cinque. Bokuto quel giorno era estremamente agitato, in senso buono, chiamava tutte le alzate, senza lasciar spazio a gli altri schiacciatori, e faceva ogni volta punto.
L'amico, oltre ad alzare la palla, non poteva fare altro che motivarlo a voce, non poteva permettere che Bokuto avesse uno dei suoi sbalzi d'umore.
Così, rimanendo un passo indietro, permise al grosso gufo di prendersi tutta la gloria che tanto desiderava, pensando sempre a come poterla alzare meglio.
Akaashi non era di certo un alzatore speciale, come Kageyama e Kenma, se la sua storia fosse stata un fumetto, di sicuro non sarebbe stato il protagonista, ma l'amico del protagonista, colui che viene presentato solo per far capire di più della vita del personaggio principale non dando relativamente importanza al suo ruolo. Kageyama faceva delle alzate così precise, che Hinata non doveva neanche guardarle per schiacciare. Kenma confondeva il muro, e la alzava sempre nel punto giusto. Akaashi invece, era un alzatore normale, non sapeva fare alzate così precise, e nemmeno ingannare così bene il muro avversario. Si limitava solo ad alzare, così che il suo amico, il protagonista, potesse prendersi la scena e schiacciare. Così, sorrise, dandogli una pacca sulla spalla, per poi tornare al proprio posto. Amava la pallavolo, ma non alla follia, come Hinata o Bokuto.
Perché si sa, la pallavolo, come qualunque sport, è bella solo quando la sai giocare, quando gridano il tuo nome, quando gli altri si fidano di te.
Akaashi ora, è un bravo alzatore, nulla da ridire, ma quando andava alle medie, le cose per lui non erano così facili.

Ci fu un periodo, dove odiò la pallavolo, ed era quasi sul punto di lasciarla. La pallavolo è uno sport relativamente complesso, lavorano insieme corpo e mente, e in quella frazione di secondo di quando ti arriva la palla, devi cercare di capire se usare il palleggio o il backer. Devi vedere se è alta, se qualcuno dietro di te la sta già prendendo, sentire qualche eventuale mia, e nel mentre stai in ansia chiedendoti se riuscirai a prenderla o fallirai nuovamente.
È difficile, veramente difficile..
Akaahi, all'inizio, aveva paura del campo, come se fosse una trappola creata apposta per farlo sbagliare. L'unica cosa che sapeva fare era il palleggio, sempre se riusciva a prenderla.
Quando vai agli allenamenti, e vedi tutti felici e gasati, che svolgono un esercizio e ovviamente gli viene, mentre te sei costretto a sbuffare per l'ennesima volta, dopo che la tua palla non ha nemmeno superato la rete.
Vedere la squadra, esultare e scherzare per ogni punto fatto, mentre te stai seduto, al bordo del campo, e una domanda ti sorge spontanea.

Cosa diavolo ci faccio qui?

Quindi, mentre gli altri erano felici di andare all'allenamento, per Akaashi era una tortura gratuita. Per un periodo smise di andarci, si sentiva deluso, imbarazzato da sé stesso. Ma quando stava ormai per toccare il fondo, una mano, strinse la sua con forza, portandolo su. Fu allora che conobbe Bokuto Koutaro, che la sua sola energia, riusciva a far sorridere il corvino.

Beh, mica devi essere perforza bravo? La pallavolo si gioca perché ci piace, e poi, sei ancora all'inizio, mica hai imparato a parlare in un giorno? Impossibile! Ci hai messo tempo e pazienza!

Accomunare la pallavolo, uno sport, fatto di movimenti fisici, all'imparare una lingua, era davvero stupido, pensava Akaashi, ma la felicità con qui l'ha detto, riuscì a far passare un po' di luce in quel posto ormai buio da troppo.

<<Evvai! Hey Hey Hey!!!>> urlò Bokuto, mentre tra gli spettatori si scatenò un urlo generale. Il resto della squadra si buttò sul gufo, facendolo cadere a terra. Akaashi gli andò vicino, dandogli una mano per farlo alzare. <<Akasshiii>> urlò il suo nome, per poi buttarsi a braccia aperte su di lui. <<Abbiamo vinto Akaashi! Abbiamo vinto!>> disse a gran voce dopo essersi staccato, dando vari cinque alla propria squadra. <<È stata davvero una bella partita>> disse il corvino, stringendo la mano all'alzatore avversario, un tipo assai sveglio. Dopo aver salutato, se ne andarono, diretti verso il pullman. Nel mentre, l'allenatore si complimentava con Bokuto, ribadendo la sua forza più e più volte. <<Ohh, anche le alzate di Akaashi erano perfette! Diventa sempre più preciso>> disse all'improvviso, rivolgendo tutta l'attenzione su di lui. Imbarazzato di essere al centro dell'attenzione, Akaashi sorrise nervosamente per poi entrare nel pullman.
Si sedette, come sempre, infondo al pullman, nel lato opposto del finestrino, lasciandolo al gufo che venne qualche secondo dopo, dove si appoggiava sfinito ogni volta.
<<Sei stato molto bravo oggi, Bokuto-san>> disse Akaashi, guardando il suo amico che a stento si reggeva in piedi dalla stanchezza. <<Io sono sempre bravo Akaashi>> rispose per poi sbadigliare ad alta voce e chiudere gli occhi. <<Lo sono perché ci sei tu>> disse Bokuto con la voce impastata dal sonno, mentre, ormai quasi perso, appoggiò la sua testa sulla spalla di Akaashi, raggiungendo presto il mondo dei sogni. Akaashi invece, non sapeva come reagire, sorrise per poi chiudere gli occhi anche lui, pensando che forse era meglio pensarci il giorno dopo, decidendo di godersi quel momento.

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