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La peggiore sensazione di mancanza di una persona è quando le stai accanto ma sai che non la puoi avere.

Amore non corrisposto, amare una persona che non sente gli stessi sentimenti.

Akaashi sa benissimo che nel mondo esistono sofferenze peggiori, e le sue, paragonate alle loro, sembrano ridicole. Ma non ha potere, non può controllare le sue emozioni, può solo nasconderle, soffocarle, ma saranno sempre li presenti, a tormentarlo la notte, a rendergli la vita un incubo.

E di tutti gli occhi di cui poteva innamorarsi, Akaashi ha perso la testa per gli unici che non lo noteranno mai, o almeno, in quel senso.

Da una parte è molto fortunato, perché può avere la persona che ama sempre con se, toccarla, abbracciarla, scherzare insieme, ma è proprio il fatto che gli sta così vicino che si rende conto che non potrà mai essere suo.

Ma, infondo, è meglio aver amato e sofferto, piuttosto che non aver mai amato. Certo, le persone non corrisposte dal loro amore soffrono le pene dell'inferno, ma Akaashi prova più pena verso coloro che non hanno mai amato, che sono totalmente indifferenti difronte a esso.

Ma avvolte, prova anche una certa invidia per loro, perché un cuore che ha amato, è sempre pieno di cicatrici, ed il bello dei cuori spezzati è che possono rompersi solo una volta, il resto sono solo tagli e cicatrici.

La verità è che tutti ti faranno soffrire, chi più e chi meno, ma spetta a te scegliere per chi vale la pena di soffrire.

Il desiderio di volerlo abbracciare naturalmente, di poterlo baciare, di poter essere amato da lui e solo da lui, lo uccideva dall'interno.

Akaashi non faceva altro che pensarci, la sua mente non aveva un attimo di pace. L'unico che sapeva cosa stava passando e che potesse capirlo era Kenma.

Kenma era un tipo calmo e timido, ma anche un gran osservatore, ed Akaashi sapeva che ormai anche il gatto della nekoma lo avesse capito. Così, iniziarono a scriversi, a chiamarsi, a passare del tempo insieme. Ma questo non era per dimenticare Bokuto, anzi, era l'argomento principale delle loro discussioni.

Kenma poteva comprendere Akaashi perché anche lui ha dovuto faticare per far aprire gli occhi a Kuro, solo che lui c'era riuscito. Kenma gli ripeteva ogni volta sempre la stessa cosa, <<devi parlarne con lui>> e Akaashi lo guardava per poi dire dopo qualche secondo <<Non posso, è inutile, so già la sua risposta, rovinerei solo le cose tra noi.>>

Ma Akaashi desiderava a morte poterglielo dire, e alcune volte ci provò, ma alla fine non ci riuscì mai, troppo preoccupato delle conseguenze, con lo sguardo fisso sul futuro mentre non capiva che il era il presente che lo consumava dall'interno.

Quella mattina, prima di andare ognuno nella propria scuola, Bokuto gli chiese se quella sera voleva uscire con lui, aveva aperto un nuovo locale e voleva assolutamente provarlo. Akaashi, ovviamente, accettò e andò a scuola, con ancora il cuore in gola e un leggero rossore nelle guance.

Il resto della mattinata lo passò studiando e facendo verifiche, ma alla fine, anche quella giornata scolastica finì e Akaashi poté finalmente tornare a casa, non prima di dover andare dal gufo, appena uscito anche lui, e dirigersi a casa insieme. Almeno, questi erano i piani, ma una volta uscito dall'ingresso, e aver visto il gufo, ebbe la strana e malsana voglia di strapparsi gli occhi di fronte alla vista che gli si parò davanti.
Non servono giri di parole per raccontarlo, lo dirò in modo freddo e veloce, così come ha assistito Akaashi.
Bokuto, appoggiato al muro della scuola, stava baciando Cristal. Le teneva il mento tra le mani, come lui aveva sempre desiderato, e sembrava continuare da un po'.
Insomma, Akaashi sapeva che era questione di tempo prima che si mettessero insieme, però cavolo, fa sempre male..
Perché ti amo?
Akaashi si girò, e facendo un bel respiro, tornò a casa da solo, nel mentre che quelle strane fitte gli attraversano inferocite lo stomaco.
Perché tu non mi ami?
Di fronte alla porta, dovette prendere più volte le chiavi, che dalla sua mano tremante gli scivolavano. Finalmente riuscì ad aprire ed entrò, lanciando lo zaino a terra senza nessuna delicatezza.
Perché devo soffrire così tanto?
Nel mentre che l'immagine di Bokuto e Cristal che si baciavano gli occupava la mente, una scossa più grandi delle altre gli trafisse lo stomaco. Corse dubito in bagno, rischiando di scivolare più volte.
Perché ho bisogno dell'amore?
Non si era mai sentito così male in vita sua, lo stomaco veniva costantemente attraversato da forti fitte, la nausea era alla sua massima capacità, e gli veniva difficile riuscire a respirare.
Perché non posso semplicemente smettere di provare amore?
Poi, all'improvviso, un formicolio alla gola lo constrinse a tossire, tossì più volte, come se qualcosa fosse incastrato dentro la sua gola, e poi lo vide, un petalo bianco, sporco di sangue.
Lo guardò attentamente, era una rosa bianca, le preferite di Bokuto.
Akaashi rimase bloccato, e più volte il pensiero che stesse dormendo è che quello fosse solo un sogno lo convinceva ma il dolore allo stomaco provava il contrario.

Quell'inferno però non finì li. Tossì ancora e ancora, fino a riempire il bagno di rose bianche, fortunatamente, senza spine. Insieme a i fiori usciva sempre più sangue e Akaashi non faceva altro che soffrire aspettando che quell'inferno finisse.
Non sentì il campanello che suonò, e nemmeno le urla di Bokuto he annunciava il suo arrivo.
All'improvviso quella casa era diventata così comoda e silenziosa e l'idea di farsi un pisolino lo convinse a sdraiarsi nel pavimento, sporco di sangue e petali bianchi.



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