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Spesso, quando leggiamo di libri, in cui il protagonista deve lasciare andare colei che ama, sentiamo sempre lo stesso discorso.
Volevo che fosse felice, non ho mai specificato con chi.
Lasciar andare qualcuno che si ama, sacrificarsi per renderlo felice, è un atto estremamente coraggioso e.. triste.
Akaashi non sapeva a che pensare, era dicembre, tra poco sarebbero iniziate le vacanze di natale e finalmente potevano uscire un po'. Bokuto non faceva altro che parlare di una ragazza, che ha incontrato in università, e che vede quasi ogni giorno.
Gli racconta di quanto è bella, di come si sente ogni volta che ricambia le sue provocazioni, e spesso crea anche piani assurdi per provarci con lei.
Akaashi invece, sorride e ascolta sempre, pronto a dispensare consigli.
Dietro quel sorriso si nasconde una sofferenza immensa, ma che Akaashi tiene dentro, lottando da solo i suoi demoni.

E così, la ragazza, che aveva capito si chiamasse Cristal, incominciò a presentarsi sempre più spesso nel loro appartamento.
La prima volta che Bokuto la presentò, Akaashi dovette usare tutte le sue forze per non chiudersi in camera. Restò tutta la serata, come aveva voluto il suo migliore amico, per poi andare in camera solo dopo, senza proferire parola al gufo.
Fu quella notte che le cose peggiorano, fu in quel momento che Akaashi toccò il fondo, fu quello l'inizio della fine.

Cristal era davvero una bella ragazza, bionda, alta, e con un fisico invidiabile. Bokuto era pazzo di lei. Fu la prima volta che vide il suo migliore amico così.. Innamorato.
Guardava i suoi occhi mentre le passava davanti, e diavolo, fitte sempre più forti percorrevano Akaashi mentre distoglieva lo sguardo, lasciando all'amico la sua intimità.
Ma la vera delusione lo pervase quel maledettissimo giorno.
Era il 5 Dicembre,  si avvicinavano le vacanze natalizie, ed era il suo compleanno. Non che fosse chissà cosa, ma Akaashi adorava i suoi compleanni perché il gufo li rendeva sempre straordinari.
Era una giornata dedicata interamente a lui, e per un giorno all'anno, Akaashi si sentiva importante, si sentiva speciale, ed era Bokuto a farlo sentire così.
Ma quel giorno, non trovò Bokuto con la colazione pronta, come faceva di solito. E non lo vide nemmeno nel pomeriggio inoltrato.
Poi si ricordò, era uscito con Cristal.
Un dolore, più acuto, lo pervase, e una sensazione di nausea lo costrinse a sedersi per qualche minuto. Akaashi ricordava ogni suo compleanno in compagnia del gufo. Il suo tredicesimo compleanno, ad esempio, lo svegliò alle 5 di mattina, con i biglietti del lunapark, e passò una delle giornate più belle della sua vita. Il suo diciottesimo compleanno invece, lo passarono a Parigi.
Bokuto insisteva che voleva fare una foto alle torre Eiffell, ma dall'alto, mentre Akaashi, sapendo già che il gufo si sarebbe arreso a metà del percorso, provò a farlo ragionare per poi essere costretto a seguirlo dietro quelle scale infinite.
Una volta in cima però, la vista della città di notte, infestata dalle luci delle case e dei negozi, lo fece rimanere senza fiato.
<<Auguri Akaashi, auguri amico mio>> disse il gufo rendendo così ancora più magica l'atmosfera. Una lacrima solcò il suo viso, poi in altra e alla fine perse il conto, mentre i sui occhi si offuscavano per le lacrime, Bokuto non poteva fare altro che scoppiare a ridere, guardando il suo caro amico emozionarsi.

Ma, questa volta, nessuna giornata speciale, nessun momento speciale, nessun augurio speciale. Niente di niente.
Prese la torta che aveva ordinato, convinto di che l'avesse mangiata con Bokuto, Kenma e Kuro. Ma non fu così.
Erano le nove di sera, la casa era buia e silenziosa, e ad interrompere questo silenzio fu un battito di mani, e poi la voce spezzata di Akaashi.
Tanti auguri a me
Cantava a tono basso, guardando la fiamma della candelina e aggrappandosi a quel calore.
Continuava a battere le mani, come se facendolo, avrebbe colmato la tristezza e la solitudine che provava in quel momento.
Poi, soffiò sulle candeline, senza esprimere nessun desiderio, troppo amareggiato per farlo. Guardò la torta, provando una sensazione di nausea.

Andò in bagno, senza pensarci nemmeno due volte, e, con le mani che gli tremavano, prese la lametta. La guardo, provando una sensazione di orrore e di rimorso, ricordando come l'ultima volta fu difficile uscirne, ma, nonostante si fosse promesso di non cadere più in questa trappola, lo fece lo stesso. Sapeva che era l'unico modo per colmare la sua sofferenza, mettere pace a i suoi pensieri e ricordarsi che infondo, chi era lui per meritare la vera felicità?

Lo fece nel braccio, più precisamente nella spalla, essendo la parte del braccio coperta dalla felpa e che difficilmente qualcuno potesse vederla. Così con la mano che tremava, portò la lametta al braccio e... uno, dritto e lungo, il bruciore così familiare lo pervase mentre il sangue scorreva dalla spalla, un altro, accanto al primo e un altro ancora, fino a rendere rossa l'intera spalla sinistra. Uno stato di calma e liberazione lo pervase dall'interno, mentre il bruciore dei tagli lo faceva rimanere con i piedi a terra.
Si guardò allo specchio, pentendosi di quello che aveva appena fatto, perché sapeva che ora, non ne sarebbe più uscito.
Alcool e ovatta, disinfettò i tagli, per poi aspettare qualche minuto prima di mettersi la felpa, visto che il bruciore persisteva ancora.
Guardò l'orologio, e subito si erano fatte le dieci.
Uscì dal bagno tornando in cucina, per poi sentire un rumore di chiavi che girava.
Ah, eccolo
Pensò Akaashi, guardando la porta che si apriva, rivelando la figura di Bokuto. Quest'ultimo sorrise alzando la mano per poi puntare il suo sguardo su Akaashi e poi sulla torta. Gli caddero le buste che teneva in mano, mentre a passo lento si avvicinava ad Akaashi. <<Era oggi?>> pronunciò quelle parole con voce spezzata e occhi sgranati. Akaashi non fece altro che annuire, e fu allora che scoppiò in lacrime, sfogando così la sua tristezza. Bokuto gli si buttò addosso, stringendolo tra le sue braccia mentre qualche lacrime scese anche a lui.
<<Io.. Ti prego Akaashi perdonami, pensavo fosse tra una settimana, sono un amico di merda, per favore, perdonami>> continuava a ripetere Bokuto, anche se le suppliche erano completamente inutili, visto che Akaashi, l'avrebbe sempre perdonato.
Non era per il compleanno in sé, e nemmeno per la torta, ma negli anni il compleanno di Akaashi divenne una giornata dedicata solo a loro due, e averla passata con Cristal, dimostrava solamente che da lì in poi le cose sarebbero cambiate, e che i due amici inseparabili non saranno più cosi inseparabili.

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