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Non c'è nulla di più forte di un cuore umano che continua a distruggersi ma che continua a vivere.

La mente di Akaashi si trovava come in uno stato di trance. Non voleva accettare la realtà, e quindi, per difesa, la sua mente non voleva ricordare cosa era successo, e non voleva nemmeno saperlo.
Si era svegliato in ospedale, con i suoi amici che sembravano aver visto un morto. Quando vide i loro occhi, notò una tristezza enorme, quasi insopportabile, e immediatamente capì. Insomma, si trovava in ospedale e i suoi amici non riuscivano neanche a guardarlo in faccia, anche un bambino lo capirebbe. Ma Akaashi non voleva sapere, non voleva ricordare, voleva solamente dormire e svegliarsi nel suo letto, pensando a i suoi stupidi problemi che fino a qualche ora gli sembravano troppo pesanti ma che ora gli sembrano così stupidi. Ma il dottore non era del suo stesso parere aqquantopare, perché subito si mise a dirgli tutto quanto, una verità che Akaashi non aveva intenzione di accettare, una verità che non voleva sentire, una verità che doveva essere una bugia.
<<... inoltre, le consigliamo di vedere uno psichiatra per la sua salute mentale, l'autolesionismo non è un gioco, può essere veramente pericoloso, specialmente nel suo caso, dove le emozioni negative incoraggiano questa malattia ad accrescere in modo più veloce>> riuscì a sentire solo quello, poi, il suo cervello si spense, smise di ragionare, come in uno stato di alienazione.
Io... morirò?
La mia vita ha una data di scadenza?

Akaashi non aveva mai pensato alla morte, ogni volta che il solo pensiero gli passava per la testa veniva scosso da innumerevoli brividi e lacrime uscivano da i suoi occhi come se niente fosse. Era terrorizzato, come qualunque essere umano, dalla morte. Dalla fine di tutto.
Che andasse in paradiso o che si reincarnasse in un altro corpo, uno stato di malinconia lo aggrediva, e quindi, evitava di pensarci.
Sperava che se avesse continuato a evitare quell'argomento, magari, avrebbe potuto vivere più seneramente. Perché sembrava che nessuno ci pensasse veramente, nessuna persona che ha conosciuto, le persone non si rendono conto che abbiamo tutti una data di scadenza, tutti moriremo, è inevitabile, e allora, perché ne siamo così spaventati? La vita non avrebbe senzo senza la morte, quindi perché non riusciamo ad accettarla?
Semplice, perché non sappiamo cosa sia. L'uomo, evolvendo la sua intelligenza, cerca spiegazioni per tutto, per il sole, la pioggia, cosa la causa, la natura, le piante ecc.
Ma l'unica cosa che l'uomo non può scoprire, è la morte, perché nessuno può prevedete cosa succederà dopo alla nostra mente.
Ma questi argomenti, come sempre, fecero paura ad Akaashi, che immediatamente cacciò dalla testa, cercando di concentrarsi sulle parole del dottore. Ma infondo, non ha detto che doveva morire per forza, una soluzione c'era.

<<Questo è tutto quello che avevo da dirle, ovviamente la decisione è la sua, ma noi speriamo che continuerà a combattere. La malattia si espanderà a seconda dei suoi sentimenti, potrebbe accellelare o rallentare improvvisamente. Per questo, gli chiediamo di riuscire a darci una risposta il più presto possibile. Arrivederci, e buona fortuna.>> disse l'uomo dal camice bianco, per poi uscire definitivamente dalla stanza. Akaashi, da quando si era svegliato, non aveva detto una parola. Non ci riusciva.
Un silenzio schiacciante si creò nella stanza, nessuno aveva il coraggio di parlare.
Poi però, Bokuto, che aveva avuto lo sguardo basso per tutto il tempo, lo sollevò.

<<Da quanto tempo?>> Pronunciò Bokuto, con tono fermo.

<<cosa?>> domandò Akaashi, avendo quasi paura di rispondere.

<<Da quanto tempo, ti fai del male?>> domandò, con voce rotta.

Akaashi, che per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo fisso sulle sue mani, guardò Bokuto.
Si sentì mozzare il fiato, non l'aveva
mai visto conciato in quel modo.

È colpa mia. È tutta colpa mia.

Akaashi, stava facendo soffrire la persona che più amava al mondo, come poteva guardarlo ancora in faccia? Bokuto, stava soffrendo per lui.
Delle lacrime solcarono le guancie di Akaashi, sfogandosi in un pianto silenzioso.

Quel giorno, dopo quella domanda, nessuno disse più una parola.
Kuroo e Kenma rimasero in ospedale tutto il pomeriggio, per poi andarsene alla sera. Bokuto invece, rimanne lì anche la notte, perché sapeva che se sarebbe uscito, non avrebbe mai trovato la forza di rientrare e vedere Akaashi conciato in quel modo.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04, 2023 ⏰

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