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Cico's pov

Rivolgo di nuovo lo sguardo a Stre e lo vedo entrare nel negozio alle mie spalle.
Non mi degna di uno sguardo.

Cico: «A-aspetta!»

Entro appena in tempo prima che la porta si andasse a scontrare su di me.
Siamo in un piccolo supermercato, ma abbastanza fornito devo dire.
Non ci sono mai venuto qui anche perchè credo di essere lontano da casa.

Cico: «Stre dove vai così veloce?»

Cammina a passo veramente veloce, non mi degna neanche di uno sguardo.

Strecatto: «A comprarti l'acqua no?»

Svolta a sinistra ed io lo seguo cercando di rimanere al passo.

Cico: «E' la mia acqua, pago io no?» Dico con un po' di fiatone.

Sono ancora stanco dalla lunga corsa di oggi e devo riprendermi.

Strecatto: «Stupido come sei avrai dimenticato il portafogli a casa»

Svolta a sinstra ed io lo seguo, quasi inciampando.
Però in effetti ha ragione, mi sono portato solo il telefono e le relative cuffiette.

Continuo a chiamarlo, ma non mi risponde e continua a camminare.
Mi fanno leggermente male i piedi e le gambe.
Sbuffo annoiato e aumento il passo arrivando di fianco a lui, alla sua destra.

Mi fermo davanti al ragazzo di scatto e lo immobilizzo tenendolo fermo per le mani.

Cico: «Cosa ho fatto di male?!»

Lui distoglie lo sguardo e fissa un punto a caso degli scaffali. Ora trova più interessante una scatola di cereali che me? Oppure è a disagio?
Non riesco a guardarlo in viso perchè i capelli gli coprono gli occhi.

Stringo di più le mie dita trattenendo le sue con maggiore forza.

Cico: «Dimmelo! E' colpa mia?!»

Lui continua a non parlare e rivolge lo sguardo un pochino più in basso.
Trattiene il respiro, il suo petto non fa su e giu come dovrebbe, la sua bocca e chiusa e nessun suono proviene dalle sue labbra carnose.

Un velo di tristezza mi incupisce.
Non poteva non andare in questo modo... giusto? Mi sono solo illuso.

Cico: «Non...sono stato ancora perdonato...vero?»

Lui sta per parlare e finalmente guardarmi ma lo lascio libero interrompendo il nostro contatto e questa volta sono io a guardare il vuoto, ad interessarmi alle scatole di cereali.
Ne sto guardando una con la scatola gialla e rosa pastello. Sopra è disegnato uno scoiattolo con in mano un cucchiaio enorme e dietro di lui una tazza di latte.

Cico: «Ho capito...scusa...»

Mi giro di spalle ed esco dal negozio il più velicemente possibile.
Lo sapevo, in effetti non poteva essere così semplice recuperare un'amicizia.

|Strecatto: «Ti perdono...anzi no, io ti ho gia perdonato giorni fa in realtà...»

Lui ha detto così solo per mentirmi. Non voleva che io gli facessi di nuovo male e non gli do' torto.
Mi ha dato quella bellissima spilletta solo per non farmi arrabbiare e non sfogarmi su di lui.

|Strecatto: «Credo rispecchi i tuoi gusti...»

Si Stre, è bellissima ca*zo. E' proprio la cosa più bella del mondo...perchè secondo te la tengo ovunque io vada?

Lo capisco, chi vorrebbe tra i piedi una persona orribile come me no?
L'ho picchiato, insultato pesantemente.
Anche se non pensavo a cosa dicevo giorni fa, mi sento comunque in colpa. Le ho fatte comunque io quelle azioni.

Aumento il passo, sono quasi a casa mia.
Non mi vuole vedere? Stre sta tranquillo.

Non ti starò più tra i piedi, promesso.
Non ti farò più irritare, promesso.
Non ti farò più piangere, promesso.
Non ti assilerò tutto il tempo, promesso.

Non ti vedrò più come un'amico, promesso.

Non ti vedrò più, promesso.

Strecatto's pov

Sono immobile davanti a degli scaffali come fossi rincitrullito.
Ho le mani in aria, come quando me le ha prese e ho lo sguardo perso nel vuoto.

Cosa ho fatto?
Cosa diavolo ho fatto?
Lo ho fatto veramente?
Lo ho fatto scappare.
Ora non mi vorrà più vedere?
Perchè devo essere così stupido?
Potevo non trattenere il respiro.
Potevo.
Verbo all'imperfetto.

Verbo al passato.

E ora?

E il presente?

Piano piano i miei occhi si inumidiscono e ben presto le mie guance si bagnano delicatamente.
Le mie mani ancora in aria tremano, così come le gambe.

Ingoio a fatica della saliva diventata improvvisamente disgustosa, ma forse ho solo pensato che fosse così.
Ho la bocca socchiusa ma non ne esce il minimo suono, ma forse è perchè non ho niente da dire.

Prendo un bel respiro e corro fuori dal negozio. Devo fare qualcosa.

Mia mamma?
Non si preoccuperà, lo farà dei vestiti.
Mio papà?
Forse, ma sarà trasportato da mia mamma in lungo e in largo tra i negozi.

Io?
Sono semplicemente uno stupido, un demente.
Io?
Sono semplicemente io.

Con il braccio sugli occhi corro senza vedere dove sto andando, non mi interessa.
Voglio solo scappare.
Scappare da tutto e da tutti.

Ora voglio stare da solo, il mio cervello dice questo.
Se resto solo nessuno mi potrà dare più fastidio giusto?

Una grande parte del mio cuore però dice che dovrei andare da lui, scusarmi.
Ma non ce la faccio.

Non ce la faccio perchè di sicuro non capirebbe il mio disagio stando di fianco a lui.
Non capirebbe il mio imbarazzo.
Non capirebbe la mia felicità, la mia speranza.

Non capirebbe niente e perchè?
Perchè ora lui crede che lo odi e che non lo consideri più un'amico.
Ecco cosa crede ed io lo so.
Perche credendo in questo non riuscirà mai a capire le mie parole quando gli parlerò, mai.

Per lui uno "Scusa" significherà "Ti deprimi tu e non io?"
Per lui un "Non capisci" significherà "Sei un cretino, non capisci mai nulla testa vuota"
Per lui un "Hai frainteso" significherà "Hai un cervello?"

Ecco perchè non capirebbe le mie parole.
Questa verità, che se pur durà non è bugia ed è semplicemente...la verità.

E la verità fa male, dicono...











E hanno totalmente ragione...

Pazzi per amore ~ strecico ❤️💜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora