Capitolo 5

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"Ah, è il castigo che Cupido m'infligge per aver io trascurato la sua piccola onnipossente, tremenda potenza. Bene, amerò, scriverò, pregherò, corteggerò, gemerò"

William Shakespeare

















































































Louis era partito per la Scozia tre settimane dopo averlo piantato in asso, senza dargli la possibilità di spiegarsi. Harry stava male, il maggiore non voleva ascoltarlo, quando si recò a casa sua, non vi era nulla di suo. Lottie gli rivelò tra le lacrime, che si era trasferito in un appartamento a lei ignoto.

Non rispondeva alle telefonate, nemmeno ai messaggi, Zayn non voleva rivelargli nulla, perché era fottutamente incazzato col riccio, e avere il numero di Liam non sarebbe servito a nulla.

La prima settimana, si sorbì le occhiate di Niall, mentre ora Zayn era decisamente dalla parte del liscio. Piangeva tutta la notte, ma riusciva ad asciugarsi le lacrime prima dell'alba

Harry avrebbe tanto voluto capire il motivo di tale gesto affrettato, soprattutto quando entrambi si erano decisi a scegliere assieme la data di una possibile rottura. In questo caso Louis aveva fatto tutto da solo, aveva scelto per entrambi di troncare la situazione e soprattutto di non dar peso alle opinioni di Harry.

Non riusciva a spiegarsi il motivo di questo gesto perché credeva che ci fosse una certa intesa fra loro due, anche se ultimamente non erano molto affiatati, a causa dei continui litigi, forse Harry non si rese conto né mentre urlava contro Louis, e nemmeno dopo i litigi, di aver ferito il maggiore affermando quando non fosse all'altezza di Matthew.

E soprattutto il fatto che Harry si sentisse così male gli fece notare che Louis non gli era totalmente indifferente e soprattutto la sua assenza nella sua vita si percepiva. Perché per la prima volta in tutta la sua vita Harry potè udire il rumore del silenzio, usciva di casa solamente per recarsi alle lezioni e a confrontarsi con i suoi compagni sugli esami.

Non voleva avere alcun contatto sociale, poiché aveva ancora impresso nella sua testa gli occhi del liscio, pieni di dolore e pronti a scoppiare per le lacrime, e da come gli aveva parlato era stata tutta colpa sua.

Louis era una di quelle poche persone che Harry non avrebbe mai voluto ferire. Il più piccolo si era sbagliato sul maggiore, lo aveva giudicato troppo in fretta, e quando si rese conto della bellissima persona e soprattutto della meraviglia che era, era troppo tardi.

Quando durante la notte, si affacciò alla finestra della sua stanza, e percepì l'alba che si alzava in maniera prepotente scacciando la luna e i colori scuri dal cielo, capì quanto gli piacesse Louis.

Guardò nella sua stanza il lenzuolo scoperto e ricordò di quel momento, dove lui era seduto con la sua chitarra, gli cantava le sue canzoni preferite.


«haz, come mai non ho ascoltato nessuna delle tue canzoni?» chiese Louis «beh, non me l'hai mai chiesto» e aveva senso, «voglio ascoltarne una, la tua preferita.» annuì



Ogni mattina quando obbligava il suo corpo ad alzarsi, beveva una tazza piena di caffè, perché solo l'odore del the gli ricordava Louis. Zayn inviò un'occhiata d'intesa a Niall, che purtroppo annuì lentamente. «haz, cerca di mangiare qualcosa stamattina. Non puoi digiunare fino al pranzo.» disse

«me lo merito» sospirò il riccio, guardando con sguardo vuoto la sua tazza, «merito di soffrire, io l'ho fatto soffrire.» disse

«Harry,» iniziò Zayn «non devi infliggerti niente. Louis ha sbagliato a non renderti partecipe delle sue scelte improvvise, ma vi siete inflitti troppo dolore. Negli ultimi tempi, percepivo solo le vostre urla, e haz non andava bene. Dovete passare un po' di tempo separati» il riccio rise nervosamente

 I wanna be somebody to someone  larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora