33. Soffoco il pensiero

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Charles's pov

Suono al campanello della porta di Maude e sento un brivido percorrermi lungo tutta la schiena. Solitamente non ho paura, non ci sono tante cose che mi agitano, anche perché con il mestiere che faccio ho imparato a dimenticare cosa voglia dire avere paura in determinati momenti. Quando salgo in auto resto concentrato sull'obiettivo e dimentico totalmente il pericolo che potrei correre andando così veloce, ma in questo momento mi sento agitato e non so controllarlo.

Sì, lo so, può sembrare ridicolo, ma mi sento a disagio al solo ricordare come sono stato trattato l'ultima volta che sono stato qua e ho paura che possa succedere la stessa cosa ancora una volta. E se all'improvviso arrivasse Esteban e riniziasse con la sua cattiveria?

La porta si spalanca davanti ai miei occhi e io smetto di pensare a tutte queste cose, concentrandomi su George davanti a me. Ha lo sguardo serio e la fronte corrugata. Mi basta osservarlo per qualche secondo per capire che sta fremendo per la rabbia.

"George, che sta succedendo?" Si guarda alle spalle per qualche secondo, dopo aver sentito la mia domanda, quasi come se dovesse controllare di essere solo, poi riporta l'attenzione su di me.

"Le ha dato uno schiaffo, Charles." la sua voce è talmente nervosa che non mi sembra neanche la sua "Le ha alzato le mani stavolta. Ha il viso arrossato e un piccolo taglio accanto al labbro perché pare avesse un anello al dito quando l'ha colpita. Ho voglia di andare a cercarlo e ammazzarlo. Non capisco come abbia potuto fare una cosa del genere."

Passo le mani tra i miei capelli in modo meccanico quando lo sento raccontarmi tutto questo. Dentro di me temevo che fosse questo il motivo che ha spinto Maude a chiamare in lacrime il suo migliore amico, ma speravo di sbagliarmi e di essere solo paranoico.

"Voglio vederla." è l'unica cosa che dico, prima di entrare nell'appartamento senza aspettare risposta da George. Mi dirigo a passo veloce in cucina, con il cuore che mi va fin troppo veloce, e immediatamente la vedo.

È seduta in una sedia accanto al tavolo e ha lo sguardo basso, mentre tiene un po' di ghiaccio sul suo viso. Ha i piedi posati sopra la sedia e le ginocchia tirate al petto. Sembra così piccola e indifesa in questa posizione. Mi si stringe il cuore a vederla così e a sapere cosa le è successo.

Sospiro piano e mi avvicino a lei, posandole una mano sulla spalla. Improvvisamente lei mi scansa spaventata e alza la testa di scatto. Ha gli occhi gonfi e arrossati, ma ora non sta più piangendo.

"Mio Dio, scusami Maude, non volevo spaventarti." non avevo pensato che potesse essere talmente scossa da spaventarsi per un tocco improvviso, sono stato un cretino. "Scusami..."

Lei scuote appena la testa, ma senza spostare il ghiaccio dal viso, come a nascondermi ciò che è successo.

"No, Charles... scusa tu, ero solo soprappensiero." il suo tono di voce sembra così piatto, come se in questo momento fosse completamente svuotata. Inizio a sentire una forte rabbia espandersi in me. Come ha potuto farle una cosa del genere? Ma che razza di persona è?

"Ehi... non ti chiederò come stai, so che è sciocco. Però se hai bisogno io sono qua, lo sai?" sentendo le mie parole, i suoi occhi sì inumidiscono all'istante e inizia a piangere senza riuscire a trattenersi. "No no, non devi piangere. È tutto finito, piccola. Sono qua."

Avvicino la mia mano al suo viso e, senza staccare i miei occhi dai suoi, le sposto il ghiaccio dalla guancia. Trattengo il fiato quando vedo l'impronta della mano di quel bastardo sulla sua pelle e il taglio con del sangue secco nell'angolo della bocca.

Poso il ghiaccio sul tavolo e poi prendo Maude per mano, invitandola ad alzarsi. Lei lo fa, ma senza entusiasmo, sembra davvero così fragile in questo momento.

Appoggia le mani sul mio petto, mentre io accarezzo delicatamente la parte che le ha colpito. Ci passo le dita in modo leggero, e lei si morde appena il labbro inferiore, forse perché sente dolore. "Ti fa male, Maude?"

"Non tanto..." Sussurra appena "perché sei qui dopo il modo in cui ti ho trattato? Sono stata meschina e odiosa... non meritavi tutto ciò che ti ho fatto io e che ti ha fatto lui per colpa mia."

Colpa sua? Come può incolparsi di ciò che quello stronzo ha fatto e detto? Ha un suo cervello per pensare e nessuno l'ha mai costretto a fare nulla. "Non è colpa tua... lui voleva ferirmi, non tu." farei qualunque cosa in questo momento per portarle via un po' di dolore "Sono tornato a Londra per parlare con te, e nel frattempo tu hai chiamato George, è stata una coincidenza. Sarei venuto comunque. Voglio starti vicino, non voglio altro." ora più che mai visto come sta. So che è spezzata, glielo leggo negli occhi.

In lei non vedo più determinazione. Non vedo più quel briciolo di pazzia che la caratterizzava. La vedo completamente spenta. "Charles..." continua a piangere e posa la testa sul mio petto, sfogando il suo pianto. I suoi singhiozzi la fanno tremare e io vorrei davvero avere il potere di fare qualcosa di concreto oltre che starle accanto. "Non ti merito. Non merito che tu faccia tutto questo per me. Non merito nulla, Charles."

Le accarezzo la schiena come per farla calmare, poi la stringo forte tra le mie braccia e poso il mento sulla sua testa, visto che la differenza d'altezza me lo permette. "Ssh, non è vero. Abbiamo avuto delle discussioni come può accadere a tutti, ma non importa. Voglio solo aiutarti e starti accanto, Maude. Non voglio altro."

Lei si stringe più forte a me e io, per la prima volta, sento il desiderio di sciogliere l'abbraccio e posare la mia bocca sulla sua. Non so perché faccio questo pensiero, forse perché sento il bisogno di rassicurarla in qualche modo, ma mi obbligo a non farlo visto che ho una ragazza a Monaco che mi ha dato fiducia e visto che non è il caso di incasinare ancora di più la mente di Maude. Le servirà un po' di tempo per riprendersi da Esteban e da ciò che le ha fatto, ma non solo oggi, da quando si sono conosciuti. Devo obbligarmi a reprimere questa voglia...

Restiamo in questa posizione per non so quanto tempo. Con me che la accarezzo e lei che mi stringe forte e sfoga le sue emozioni.

Io, invece, sento diversi sentimenti contrastanti. Una parte di me starebbe qua per un tempo indeterminato a cercare di risollevare Maude, ma una parte di me invece vorrebbe andare a cercare quell'essere ripugnante e fargliela pagare.

Non so ancora cosa succederà, ma una cosa è certa, non la passerà liscia per nessuna ragione al mondo. Si pentirà di ogni cosa, perfino di aver anche solo pensato di alzarle le mani, perfino di essere nato.

A un bivio||Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora