03/05/2020
Ho promesso che sarei andata a letto presto ma sono qui a scrivere tra lacrime e sorrisi.
Mi è tornato alla mente tutto.
Ogni volta penso di averlo dimenticato completamente ma ecco che mi dà un minimo di importanza, che nemmeno si può chiamare tale, che iniziano a scendermi lacrime. Stavo bene prima.
Prima che mi dicesse che gli mancava quella città.
E quindi me.Pensavo mi avesse dimenticata, non l’ha fatto. Non l’ho fatto nemmeno io. E so che non è amore, può essere infatuazione, sono sicura che è mancanza.
Mancanza perché non abbiamo passato abbastanza tempo insieme, mancanza perché siamo lontani, ma siamo stati così vicino quella notte che tutta la lontananza passa in secondo piano quando mi riaffiorano i ricordi.
Mancanza di certezze, mancanza di notizie, colmi di curiosità per cosa sarebbe successo se fossimo stati in altre circostanze.
Ho la mente che viaggia in tutti i mondi paralleli.
Potrebbe essere andata bene, come no. Ma volevo la possibilità, l’occasione che le circostanze ci hanno impedito di avere.
Vorrei averla.
Vorrei levarmi questo dubbio.È la persona più irraggiungibile ma che anche in questo momento, in cui non vedo altro che mia madre, è la persona che mi manca di più.
Voglio un aereo, un taxi che mi porti da lui, se lui lo vuole.
Ma me lo deve dire.
Perché voglio sentire che lo vuole. Perché so che anche lui sente la stessa curiosità che ho io.
Vorrei concludere la faccenda. Metterci una x sopra o dare il mio cuore.
Ma vorrei avere due scelte, non immaginarmi triliardi di mondi paralleli.09/05/2020
Sono in camera, ormai da 62 giorni non mi muovo più di tanto, faccio ginnastica regolarmente, non mi pesa tanto il fatto di rimanere a casa ma a volte vorrei solo farmi bella, uscire la sera e bere con gli amici.
Ho da poco scoperto che abbiamo passato il 17% del 2020 in isolamento. Destabilizzante.
Ho usato diverse volte questa parola degli ultimi mesi, credo sia il termine più azzeccato per descrivere questa situazione.Mi ritrovo a scrivere anche se non mi va. Musica nelle orecchie e via.
Oggi è stata una giornata memorabile per quanto riguarda la mia quarantena per due motivi.
Primo: per la prima volta ho studiato e mi sono impegnata finendo tutto ciò che mi ero programmata di portare a termine. Mi sono sentita davvero soddisfatta.
Secondo: stasera c’è stata una breve diretta di Conte. Il 18 maggio possiamo uscire senza autocertificazioni, senza una giustificazione, senza che nessuno debba dire a nessuno perché esce, senza utilizzare alcuna scusa per potere avere una boccata d’aria.
Possiamo incontrare gli amici, senza assembramenti, certo, ma è decisamente qualcosa. Bar, ristoranti, negozi di abbigliamento riaprono, palestre il 25 giugno, dal primo possiamo andare in altre regioni. Dal 3 riaprono i confini con l’Europa. Incredibile ma vero. Tutto questo sempre se i dati rimangono tali.
Per ora abbiamo 39 morti nella regione più colpita e circa 900 contagi. Sembra molto rassicurante.Qualche giorno fa ho incontrato S. Non ci vedevamo da due mesi e mezzo, il che non è strano per noi due dato che non ci vediamo per quasi tutta l’estate di solito.
Ma stavolta non era una nostra scelta e non era estate; era all’inizio della prima vera settimana impegnativa in quarantena dell’ultimo anno del liceo. Siamo andate a prendere un panino. Fuori c’erano i guanti e igienizzante, avevo paura non ci avessero fatte entrare insieme, invece è stato tutto molto regolare.
Ci siamo sedute su una panchina circondate dai piccioni e ci siamo levate la mascherina. In realtà non mi ha fatto strano vederla dopo così tanto, non mi ha fatto strano nemmeno vederla lì.Ad un tratto mi fa notare sorpresa quanti ragazzi fossero lì intorno a noi in quella zona. In quel momento mi resi conto che effettivamente per lei non era “normale” vivere in città, non vedeva ragazzi, era circondata da campagna, la notte era più silenziosa di qualsiasi altra via che conoscevo. Ha passato l’isolamento in un modo totalmente diverso dal mio.
Alla fine siamo sì tutti sulla stessa barca ma c’è chi è a prua, chi a poppa, chi tenta di sopravvivere alla tempesta e chi già affoga.
Voglio fare tante cose quest’estate. Senza viaggi assurdi, senza programmi, aspettative. Voglio solo essere io, la mia personalità, buoni amici e tante altre nuove persone che rimarranno, se ne andranno, non importa. Se il coronavirus me lo permetterà vorrei stare il più possibile a contatto con le persone. Grazie.
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Non preoccuparti
General FictionDall'inizio della quarantena l'unico modo per fuggire era attraverso la scrittura e per la prima volta mi focalizzai sulla persona più importante della mia vita. Me stessa. Racconto di una ragazza bloccata in camera sua per mesi e incatenata al pass...