One Way or Another

20 2 12
                                    

Per due settimane mi sono immersa nei miei libri sciupati e scarabocchiati di letteratura. Amavo la cultura in ogni sua sfumatura, adoravo l'arte e la musica, ma la letteratura ha rubato il mio cuore fin da ragazzina. Quando mio padre mi regalò un viaggio per l'Europa lo scorso Natale lo ringraziai per giorni interi. Io e mio padre ci vedevamo non molto spesso, lui stava portando avanti un progetto a Washington e questo lo portava a stare via per settimane, ma quando tornava era sempre festa.

Mio padre mi ha cresciuta da genitore single e, seppur talvolta si concedeva qualche piccola relazione passeggera, da quando è morta mia madre non ha più amato nessun'altra. Mia madre era bellissima, aveva lunghi capelli biondi e due occhi azzurri come il cielo. Certo non si poteva dire che fosse semplice, aveva un carattere abbastanza complicato da aver fatto girare la testa a mio padre, il neurochirurgo dai capelli folti che, per ovvi motivi, gli veniva attribuito il soprannome di Dottor stranamore.

Quando, di tanto in tanto, mio padre mi racconta le loro avventure, non può non ricordarmi quanto io le somigli. Avevo capelli scuri e folti come mio padre, ma non amavo le formalità come mia madre. Ero sfuggente proprio come lei e, nonostante credessi nell'amore allo stesso modo di una protagonista di un romanzo rosa, mi ostinavo a non voler conoscere nessuno che non fosse, a mio avviso, alla mia altezza. 

Ma dal mio tour estivo in Europa alcune cose sono cambiate. Durante la mia fermata in Italia, da sempre uno dei miei paesi preferiti, conobbi un biondissimo e bellissimo ragazzo. Mi sembrava di vivere la trama di un film, quando un ragazzo dai capelli dorati mi si avvicinò chiedendomi con gentilezza se avessi bisogno di aiuto. Non diedi certo l'impressione di una ragazza calma e tranquilla sbraitando contro google maps che aveva deciso di lasciarmi sola a vagare per una città che non conoscevo. Il suo avvicinarsi in punta di piedi, chiedendomi il permesso di poter aiutarmi, mi fece sperare in un romanticismo di altri tempo. I giorni che seguirono quell'incontro innocente non furono da romanzo ottocentesco, perché mi divertì così tanto da ricordare quei momenti sempre con un formicolio nel mio basso ventre. 

Dopo essere tornata in America mi imposi di lasciare quel bellissimo incontro alle mie spalle, in modo tale di non complicarmi la vita con una relazione a distanza, in cui credevo veramente poco data la mia diffidenza. Ma quando quel giorno mi arrivò un messaggio su instagram, il formicolio si fece risentire. 

Da: Alex   
Ei, piccola esploratrice. 
Se ti dicessi che presto potremmo vederci, che dici?

Alla vista di quel messaggio pensai di aver sicuramente frainteso le sue intenzioni, benché ciò che avevo inteso non mi dispiaceva affatto.  

 A: Alex   
Ei, bell'italiano. Potrei non aver capito, ma l'idea fa riaffiorare nella mia mente dei bei ricordi.  

Quando raccontai ad Amanda che la prossima settimana le avrei fatto conoscere l'italiano dei miei racconti di viaggio fu così tanto curiosa da costringermi a portarlo alle nostre serate, così da fargli vivere il divertimento della California e l'idea della sera del nostro primo incontro dopo quell'estate, fece ricordare ad Amanda che avessi bisogno di una sessione di shopping in sua compagnia.

«Prova questo» mi intimò Amanda, mostrandomi un vestito con uno scollo così profondo mi fece desiderare il seno di Kim Kardashian. Era un vestito di raso di un bel verde intenso, con le maniche svasate perfette per una serata di ottobre, uno scollo da far girare la testa e un taglio a portafoglio. La gonna scendeva fino a metà coscia non troppo stretta, ma abbastanza da fasciare il corpo mostrandone le sue curve. 

«Forse ti sarai dimenticata della mia misera seconda» le dissi posando il vestito di nuovo al suo posto. Portavo una seconda coppa C, abbastanza da riempire una seconda taglia ma non troppo da potermi permettere una terza. Ero sempre insicura di indossare abiti così scollati, temendo di far scomparire quel poco che avevo.

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