Per il Giappone fu un duro colpo la scomparse dell'eroe numero uno e nonostante Dinamight lavorasse il doppio per sopperire alla mancanza del suo compagno, la criminalità aumentò drasticamente senza un simbolo che la tenesse a freno.
Casa, lavoro, lavoro e casa, questa era la routine di Katsuki dal quel fatidico giorno. Non usciva più con nessuno e spesso e volentieri s'isolava da tutti con la sensazione che tutto il brutto che lo avvolgeva fosse solo colpa sua.
Eijiro Kirishima, il suo migliore amico, lo andava a trovare di continuo, ma la porta gli veniva sempre chiusa in faccia.
Anche Mitsuki, sua madre era andato a trovarlo in diverse occasioni, ma con lei non poteva lasciarla, perché aveva una copia delle chiavi.
«Figlio disgraziato, ti conviene alzarti da quel cazzo di letto e tornare e vivere la tua cazzo di vita come una persona normale, cazzo.» urlò la donna spalancando la porta della camera da letto del figlio, senza nemmeno bussare.
Aveva sofferto molto alla notizia della sparizione di Izuku, ma si doveva fare forza, non solo per sé stessa e per il bene del figlio, ma anche per quello della madre del verdino che passava con lei la maggior parte del tempo per cercare di scacciare la disperazione.
«Vattene vecchiaccia e fammi crogiolare nella mia disperazione.» rispose il biondo sollevando le coperte fino a coprirsi il capo.
«Katsuki, non puoi rimanere qui dentro a deprimerti fino allo sfinimento, devi partecipare con gli altri alle ricerche. E se in questo momento stesse chiamando il tuo nome sotto le grinfie di qualche villain? Non vorresti andare a salvarlo?» chiese dolcemente la bionda accarezzando i capelli del figlio così simili ai suoi.
«Non è stato catturato ai villain.» la risposta secca del figlio fece preoccupare la donna.
«E tu come puoi esserne sicuro?» domandò smettendo di accarezzare il figlio.
Katsuki con una lacrima che gli scorreva giù per una tempi si spinse ad afferrare un foglio nascosto sotto il cuscino accanto al suo.
Mitsuki allungò la mano per prenderlo e con le mani che gli tremavano lesse le poche righe disordinate che lo componevano.
«Perché non lo hai detto a nessuno? Lo stanno cercando tutti preoccupati che qualche villain lo stia tenendo in ostaggio.» disse la donna allontanandosi dal figlio con le lacrime che si stavano affacciando agli angoli dei suoi occhi.
«Cosa avrei dovuto dire allora? Che è scappato per colpa mia? Che mi ha lasciato perché lo trattavo di merda? O perché non lo amavo abbastanza?» chiese sollevandosi a sedere sul letto, le guance arrossate dalla rabbia che provava contro sé stesso.
«Qualsiasi cosa, ma almeno dire che si era allontanato per sua scelta, senza mobilitare tutte le agenzie per ritrovarlo.» urlò Mitsuki alzando la voce come il figlio.
«Io lo rivoglio a casa. Lo rivoglio qui con me.» sussurrò fissando il lato vuoto del letto.
Due settimane erano passate e poteva ancora percepire una nota di menta in quelle lenzuola dove avevano passato tante notti insieme, ma lontani anni luce l'uno dall'altro.
«E allora non fare il coglione e vallo a cercare con le tue forze, non lasciar fare tutto il lavoro agli altri. Cosa penserebbe se sapesse che tutti si sono mobilitati per cercarlo tranne te che te ne stavi a letto a piangere la sua scomparsa?» chiese la donna afferrando per la maglietta del figlio all'altezza del petto per avvicinarselo al volto e fargli vedere la sua rabbia.
Un'altra lacrima lasciò gli occhi di Katsuki prima di scostare la mano della madre da sé per alzarsi e andare a cambiare quel pigiama che puzzava di disperazione.
Dopo una doccia che sembrò eterna, si mise davanti lo specchio sopra il lavandino.
I suoi occhi rossi erano spenti, la pelle cinerea e smunta. Del grande eroe Dinamight era rimasto ben poco.
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Victims
FanfictionSiamo stati vittime di un crimine. Il nostro amore. Izuku e Katsuki si amavano, ma questo non è bastato per far andare avanti la loro relazione, riusciranno a riprendersi? Oppure il loro amore li ha privati della possibilità di provare quel sentimen...