Victims

Capitolo 6

«Mi stanno braccando, come se fossi il peggiore dei villain. Perché sta succedendo tutto questo?» si chiese Izuku con il fiato corto appoggiato ad un palazzo nella zona malfamata della città in cui era nascosto.

L'unica cosa di cui era certo in quel momento, era che non si trovava più in Giappone, la gente che lo circondava era prevalentemente caucasica e di sicuro la lingua che sentiva non era la sua, ma in un qualche modo la conosceva. Però aveva paura a chiedere dove si trovasse e il biglietto trovato nella sua tasca non gli aveva dato un buon motivo di fidarsi di qualcuno.

«Merda...Cosa dovrei fare?» si chiese mordendosi l'unghia del pollice con fare nervoso, ma i suoi pensieri vennero interrotti dal suono di un cellulare che squillava.

Si guardò intorno alla ricerca della fonte del rumore quando si accorse che proveniva da dentro la felpa che indossava.

Agitato e con un movimento rapido porto la mano al petto e sentì in rigonfiamento all'altezza del petto, estrasse il cellulare e rispose.

«Pronto?» chiese una volta premuto il tasto per accettare la chiamata.

«Allora sei vivo tesoro, mi stavo preoccupando da morire.» disse una voce maschile con una punta di sollievo nel tono, «Dove sei? Qui sbucano heroes, come margherite.» ridacchiò nel fare quella battuta.

«Chi sei?» chiese Izuku con la voce che gli tremava all'inverosimile.

«Come chi sono? Tesoro tutto bene? Hai preso una botta in testa?» continuò il ragazzo al telefono.

«Ho chiesto chi cazzo sei?» urlò il verdino arrabbiato e continuando a guardarsi intorno per vedere se lo avessero individuato.

Un sospiro affranto raggiunse le orecchie di Izuku che si bloccò dall'imprecare di nuovo.

«Non credevo che dicessi sul serio quando mi hai detto che volevi farti cancellare la memoria.» disse il ragazzo al telefono, «Izuku, io sono tuo amico, ti stavo aiutando a scappare. Se mi dici dove sei ti vengo a prendere e ti spiego quello che ti è successo.» finì con una nota di tristezza nella voce.

«No! Verrò io. Dimmi dove sei.»

«Va bene,» disse per poi fornirgli l'indirizzo di una piazza che per un attimo baluginò nella mente del verdino insieme al mal di testa, «Comunque Izuku, io mi chiamo Rudy.» e riagganciò la chiamata.

«Lo avete trovato?» chiese Katsuki agli heroes del posto con tono burbero.

Il fatto che il suo ragazzo fosse in quella città, chissà dove e chissà con chi, gli stava facendo ribollire il sangue nelle vene per il nervoso.

«Un hero lo stava tenendo d'occhio qualche isolato più a nord.» disse un hero indicando una direzione che il biondo seguì con lo sguardo.

«Deve averlo spaventato, perché quando si è avvicinato perché lo ha visto in difficoltà, lui è scappato attivando il quirk e volando sopra i tetti della città grazie a delle fruste nere.» finì un secondo hero intromettendosi nel discorso.

«Non ci sono dubbi, era Deku. Per dove è scappato?» chiese moderando il tono di voce in fibrillazione per la bella notizia.

«Verso il centro città, ma quando ha attraversato il ponte ferroviario lo abbiamo perso.» disse il primo guardando male il collega.

Erano in lotta i due eroi, non c'erano molte occasioni per quel piccolo paese nel nord dell'Europa di collaborare con un hero di fama mondiale come Dinamight, in più se la missione comprendeva il ritrovamento del pro-hero numero 1 del Giappone, qui la faccenda si faceva interessante.

«Ottimo. Dobbiamo formare una squadra di ricerca che comprenda anche heroes di attacco e difesa, non sappiamo se i villain che lo hanno tenuto prigioniero fino ad adesso, gli fanno fatto il lavaggio del cervello.» disse il biondo portando avanti la menzogna cominciata il giorno in cui il verdino lo aveva lasciato.

Una piccola idea prese forma nella sua mente.

"E se lui anche se lo ritrovo non mi vuole perdonare? Se non riesco a convincerlo a darmi una possibilità?"

Ma un altro pensiero gli si fiondò addosso.

"E se andasse a dire a tutti che non è stato rapito ed è scappato da me di sua iniziativa? Come dovrei comportarmi io a questa rivelazione?"