Erano passati due giorni, due giorni dalla morte della mia sorellastra, e così quel 17 Luglio mi trovai nella mia camera da letto ad ascoltare il telegiornale "Morta sedicenne, sparata con due proiettili al cuore, il suo nome era Nicole, i genitori disperati e le pattuglie in giro per la città a cercare l'assasino" mi scese una lacrima.. io e lei eravamo sole ci eravamo create un infinito intorno, una realtà parallela dove esistevamo solo noi due.. e adesso io mi ritrovavo ad essere sola e a dover mandare avanti questo mondo parallelo, mi veniva davvero difficile, si dice che il primo periodo sia il peggiore, ma io penso che sarà ancora peggio nel lungo andare, quando sarò grande e ricorderò lei ancor sedicenne, mi ricorderò i suoi capelli ricci che tanto odiava ma che io amavo, ma la cosa che davvero mi farà rabbia sarà il fatto che le hanno negato di vivere, l'hanno ammazzata con un solo proiettile come se lei valesse solo questo un piccolo e insignificante proiettile a cui hanno dato una potenza assurda all'interno di un ferrame fatto esclusivamente per l'autodistruzione dell'uomo.
Si erano fatte le 9.00, legai i miei lunghi capelli biondi in una coda e andai davanti all'armadio, stavo per aprire le ante quando sentii bussare
-Ehy.. tra 20 minuti fatti trovare pronta, ci sono già tutti i parenti giù dobbiamo andare al cimitero- disse mio padre, annuì e lui chiuse la porta.
Guardai l'abito nero in pizzo davanti a me che Stefy, la mamma di Nicole, mi aveva preso per stamattina, era un classico abito nero da funerale, non ero neanche tanto sicura di volerlo indossare.. so che se non l'avessi messo Stefy probabilmente mi avrebbe detto cosa, quindi decisi di cambiarmi e mettere in dosso quel pezzo di stoffa, che le sarà venuto a costare una cifra, ma che per l'evento drammatico si sarebbe potuta evitare..
Mi guardai allo specchio la mia pancia si notava ancora di più con quest'abito, è così odioso essere sovrappeso.
Mi misi la matita nera e il mascara, lasciai il trucco molto leggero non mi sembrava giusto farmi "bella" nel giorno più brutto della mia vita, e delle altre persone al piano di giù..
Presi il telefono e scesi le scale, sentii vari singhiozzi, c'erano pure le sue compagne di classe. Quando resi visibile la mia figura alla fine dei gradini ci fu un silenzio assurdo, nessuno si degnava di guardarmi, tutti sapevano di me e Nicole e della nostra storia ,tutti sapevano che io senza lei non mi sarei mai data pace. Così senza curare fin troppo questa situazione di disagio, per gli altri, perché a me non fregava più un cazzo, salutai a tutti con un -Giorno.- non ricevetti delle risposte, solo dei sospiri rumorosi e dei bisbigli, dopodiché ripresero i rumorosi singhiozzi di parenti e amici. Io mi sedetti sul divano, mentre un cameriere anch'esso vestito di nero distribuiva cocktail ai vari "invitati".
Dopo mezz'ora circa ci dirigemmo tutti verso il cimitero dietro la macchina funebre, io rimasi indietro sola.. sola come lo sarei stata per il resto dei miei giorni, senza di lei io persi un po' della mia essenza e rimasi vuota nel mio immenso mondo parallelo. Le compagne di classe di Nicole stavano davanti a me e di tanto in tanto mi squadravano, penso fosse per il fatto che ero grassa, ormai non davo più tanto peso a questi sguardi.
Arrivammo al cimitero mi sedetti su una panchina senza proseguire la mia camminata verso il buio, se avessi proseguito fino a davanti quella bara probabilmente sarei riscoppiata in un pianto chiassoso, e l'ultima cosa che volevo fare era dare spettacolo.
Sentii in lontananza le parole del prete, ma non le decifrai, arrivarono come una massa di lettere entrarono da un mio orecchio e uscirono dall'altro. Non volevo dar ragione al mondo, non volevo ammettere di avergli lasciato la possibilità di abbattere ciò che noi eravamo.
-Ehy..- qualcuno si sedette accanto a me io non mi girai non volevo incontrare il suo sguardo non volevo vedermi negli occhi dell'unica persona che davvero poteva capirmi.
-Miky!- mi richiamò. Scossi la testa più volte non volevo guardarlo non volevo parlargli lui soffriva e non volevo vedere la sua sofferenza.
-Miky dovrai sfogarti con qualcuno prima o poi, cristo.- disse Calum al mio fianco, trattenni le lacrime guardando in alto, verso di lei.. io e lui siamo sempre stati gli unici punti fissi nella sua vita, eravamo un trio, solo che dopo loro si fidanzarono e io ne ero felicissima ma tutto ciò che si era creato tra noi tre cominciò a sbiadire col tempo, questa relazione rovinò la nostra amicizia ma io mi feci coraggio e continuai a uscire con loro, pur sentendomi in parte esclusa. Mi persi nuovamente nei miei pensieri e non mi accorsi neanche di Calum che continuava a parlarmi, ripresi un poco della mia concentrazione e sentii le ultime parole
-Forse ti farebbe bene un'uscita...- disse, io sentii bene ciò che disse ma feci finta di nulla, dato che l'ultima cosa che volevo era uscire.
-Miky, so che hai sentito bene, Dio! Pensi che io sia felice, MI VEDI FELICE?- cominciò ad alzare il tono non ci feci caso solo perché sapevo che stava soffrendo almeno quanto me.
-GUARDAMI! È da quando sono arrivato che non mi hai degnato di uno sguardo.-
Mi girai e le vidi, vidi quelle due iridi marroni, un marrone spento e torturato dai demoni di un'amore negato. Mi persi nella sua sofferenza, arrivai ad un certo punto in cui i miei pensieri non riuscivano neanche più a distinguere il mio dal suo dolore. Lui sospirò e tirò fuori da una tasca una coroncina di fiori.. la sua coroncina di fiori.
-L'aveva lasciata la notte prima a casa mia..- lo guardai, e poi guardai la coroncina come per chiedergli se la potevo tenere in mano per un secondo, lui annuì e io gliela presi dalle mani, aveva dei fiori rosa e celesti, due colori che a lei non piacevano ma li indossava comunque perché da quando l'aveva comprata si affezionò e non riuscì più ad uscire senza; quella coroncina poteva sembrare il suo simbolo.. pensai al giorno in cui l'avevamo comprata lei pronunciò queste parole "i fiori mi fanno schifo il celeste e il rosa pure ma insieme mi fanno impazzire".
-Volevo metterla dentro la sua bara ma ho deciso di tenerla io, per ricordo se non ti dispiace..- a quelle parole non riuscì più a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere silenziosamente, me ne accorsi subito e lo strinsi in un forte abbraccio.
Dopo circa due minuti sentimmo un clacson e ci girammo -È arrivato il mio amico a prendermi, dobbiamo andare in un bar che hanno appena aperto qui al centro di Sydney vuoi venire?- lo guardai e risposi con un semplice cenno con la testa, lui capì e si alzò lasciandomi un bacio sulla guancia.
-Ciao Miky.. ci sentiamo.- disse prima di alzarsi. Io non volevo lasciarlo andar via senza averlo degnato neanche di una parola così lo chiamai -Calum! Ti voglio bene.- mi voltai e notai che lui fece lo stesso e annuì accennando un sorriso con la bocca ma gli occhi lo tradirono.
Io sapevo che lui nella sua testa aveva pensato che io non ero Nicole..
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