Who are you Luke?

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So che il dolore non durerà all'infinito, o almeno così si dice, io sono convinta solo di una cosa, il dolore c'è e continuerà a esserci, non importa la sua durata, e probabilmente noi umani saremo sempre torturati dal male, in quanto nasciamo da un peccato, ma io mi chiedo come può qualcuno trovare nella morte la salvezza? Come può una persona con una vita davanti scegliere la "via più semplice"? Io penso che tutto questo sia una mancanza di rispetto verso chi realmente soffre e combatte per la vita.
Ero chiusa in camera mia, mentre l'autunno sfogava la sua rabbia sul globo terrestre da ormai settimane, e non andavo neanche a scuola, ma nessuno come al solito osò parlarmi, avevo spento il telefono la sera del funerale, sapevo che Calum mi avrebbe chiamata fin allo sfinimento. Lei non voleva questo per me lo so.. è che come posso io andare avanti quando l'altra parte di me continuava a salire sempre più su nell'oscurità?
Mi trovavo nel mio mondo, che adesso era veramente solo e unicamente mio, prima io e lei fantastichevamo su come la nostra vita sarebbe potuta essere migliore, ma mentre che lei o io parlavamo ci perdevamo sempre in quel posto sconosciuto, che non esisteva sulla terra ma su qualcosa di più grande la nostra mente.
Io mi sono sempre autocomiserata fino alla nausea, le cose non le ho mai accettate, non riuscivo a farmi una ragione di ciò che andava storto.
Passai altri venti minuti di solitudine nel mio mondo, e poi presi la decisione di uscire, sarei andata al cimitero a trovarla.
Presi dall'armadio dei jeans neri e la camicia lunga a quadri neri e rossi, e misi le mie Vans nere. Io Nicole e Calum abbiamo sempre avuto questo tipo di look, non ci vestivamo mai uguali per uscire, ma lo stile era sempre quello. Prima di conoscere Cal io e lei ci vestivamo malissimo, lui arrivò e cambiò tutto.
Misi un filo di matita e mascara dopo essermi incipriata la faccia, presi il telefono le chiavi e -Sto uscendo- sussurrai a bassa voce dato che era la prima parola che pronunciavo dopo quasi due settimane di silenzio. Presi il pullman che mi portò direttamente davanti al cancello, scesi ed entrai, mi precipitai davanti alla sua tomba che era lì solo per ricordare una morte che io avrei voluto scordare. Vidi la coroncina che Calum mi aveva detto di aver portato a casa, effettivamente portava troppo dolore, pur solo gurdando quell'intreccio di fiori si poteva sentire la sua voce e il suo odore.
Scoppiai a piangere, un pianto sonoro e disperato come per gridare al mondo 'GUARDA COSA CAZZO HAI COMBINATO! SONO SOLA!' ero incazzata ed esausta di piangere ma le lacrime non cessavano.
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla, mi girai di scatto non volevo esser toccata.
Avevo davanti Calum e un suo amico, probabilmente lui aveva ancora qualcuno, ero io l'unica sola.
-Miky...- non sapeva manco lui cosa dire.
Alzai lo sguardo verso di lui guardandolo negli occhi, lui sussultó alla mia vista. Probabilmente avevo tutto il mascara sciolto sulla faccia, mi maledissi per essermi truccata.
-Vieni, andiamo ti porto a casa mia, ci sono gli altri miei amici ma puoi venire.- io scossi la testa non ci volevo andare.
-Miky, come vedi non te l'ho chiesto.- disse Calum. Ma io mi ero già persa nello sguardo del suo amico, che mi scruttava attentamente, io guardavo semplicemente i suoi occhi così simili ai miei se non fosse per la loro tendenza al color ghiaccio.
-Andiamo.- disse Calum all'amico che si girò e si diresse verso una macchina nera.
Calum mi prese per mano e mi trascinò con lui.
La macchina non era la sua, la sua era una kia, questa era una Renge Rover nera, appunto guidava il biondo che non si presentò neanche.
-Noi mangiamo pizza a cena, i miei sono fuori casa così ho deciso di invitare qucuno per non rimanere solo.- mi avvisò Calum, annuì con un cenno della testa.
Intanto notai che il biondino mi mandava sguardi dallo specchietto, io non ero imbarazzata, solo non me ne fregava più di tanto.
A quanto pare Calum aveva trovato nuovi amici.. ma non importa perché tanto io non contavo sulla sua presenza, non lo facevo già da un po' di tempo.
Arrivammo davanti al portone di casa Hood ed entrammo.
C'erano altri due ragazzi sul divano che giocavano alla play, si girarono senza fare attenzione a me e urlarono un -CIAO!- generale riferito a tutti, o almeno credo.
-Luke accompagna Miky al bagno per ripulirsi quel macello che ha in faccia, io chiamo la pizzeria per aggiungere una pizza all'ordine.- disse Calum riferito al biondo di cui ora conoscevo il nome.
-So dov'è il bagno- sbottai.
-Non credermi stupido Miky, so che sai dov'è il bagno.- disse Calum, probabilmente aveva paura che fuggissi dalla finestra dato che il bagno stava al primo piano, e sinceramente si, se non ci fosse stato Luke con me sarei fuggita.
Il biondo mi guardò e fece segno di seguirlo, così feci, spalancò la porta del bagno e da gentil uomo, che non era dato che non si era manco presentato, mi fece entrare per prima, dopodiché entrò anche lui e si chiuse la porta alle spalle.
Calò un silenzio imbarazzante, credo fosse per il fatto che io ero davvero oscena con quel trucco sciolto sulla faccia, così feci una smorfia e un verso di disgusto e mi catapultai davanti al lavandino per sciacquarmi la faccia. Luke mi guardava e non diceva nulla. Ora mi preoccupava seriamente... era un poco inquietante, così decisi di prendere parola io, e mentre la mia faccia sgocciolava dell'acqua che mi ero appena gettata sul viso, alzai il viso e mi sollevai appena con la schiena, così da poterlo vedere interamente dallo specchio.
Ci guardammo per interi minuti, poi ripresi la convinzione di poco fa e gli rivolsi la parola
-Mi guardi in quel modo da quando eravamo al cimitero..-
-Lo so.- disse secco, io rimasi sconcertata da quella risposta, ma non chiesi spiegazioni...
Guardai l'asciugamano che stava dietro di lui, e me lo passò, mi asciugai la faccia e
-Ho finito.- dissi.
Lui aprì la porta facendo uscire prima me poi mi seguii.
Trovammo Calum e gli altri due seduti sul divano alle prese con il videogioco.
Luke si sedette sul grande tappeto in sala, e mi fece cenno con la mano di seguirlo.
Era così noioso non parlava, faceva salire quasi l'ansia.
-Ti stai distruggendo dentro vero?- mi chiese, rimasi sorpresa da quella sua domanda.
-Lo faccio sempre.- lui mi guardò per un istante e poi tornò a guardare la TV dove i suoi amici si contestavano la vittoria.
-Non farlo.- mi disse, parlava come se mi conoscesse da una vita.
-È più semplice a dirsi, che a farsi.- gli dissi, lui gurdò i miei occhi, questa volta fui io a distogliere lo sguardo c'era qualcosa di troppo intenso.
-Stai morendo dalla paura, si vede.- mi girai di scatto e puntai i miei occhi sui suoi, non ci avevo mai pensato..
-Io non lo so.. perché dovrei avere paura?-
-Forse hai paura di rimanere sola.- disse lui mentre osservava la TV senza più degnarmi del suo sguardo.
Se fosse realmente così si spiegherebbero molte cose..
-Anche io ero come te.- e certo perché adesso ha 84 anni.
-Morirono entrambi i miei genitori. Bruciarono vivi davanti ai miei occhi quando avevo solo 5 anni- rimasi a bocca aperta, e capii subito che non aveva bisogno di un 'mi dispiace' ma si sarebbe bastato con il silenzio.
-E non so neanche perché lo sto dicendo a te.- sbottò e si alzò andando a sedersi accanto ai tre ragazzi, rimasi un po' delusa, e mi presi un po' di tempo per gurdarli, Luke era davvero bello, si vedeva che era Australiano, se non fosse per il suo carattere potrei osare a dire perfetto, ma infondo c'è sempre un 'ma', Calum con quella carnagione scura sembrava un qualche dio greco neozelandese/scozzese, gli altri due ragazzi erano strani ai miei occhi dato che non mi guardarono neanche per un momento, uno aveva i capelli color bianco e gli occhi celesti, sembrava abbastanza serio e aveva una voce piuttosto interessante, l'altro aveva i capelli ricci biondi tenuti su da una bandana rossa, e gli occhi erano verdi tendenti al marroncino, ma belli, la sua voce invece pareva strana, però in compenso aveva una risata stupenda.
Luke tra tutti era quello che più mi incuriosiva, un incognita complessa, quasi come l'algebra, prima ti si presenta un equazione lunga anni e secoli e poi arrivi alla forma base composta solo da due membri e con un ultimo sforzo si scopre la grande incognita che ci ha fatti sudare, è sempre così per tutti, finiremo sempre col perderci e imbatterci in un qualcosa, c'è chi si arrende e chi prosegue e c'è anche chi viene vietato alla sua risoluzione del problema. Io non ero una persona che amava battersi. Qualcosa o meglio qualcuno interruppe i miei pensieri riportandomi al mondo reale,
-Le pizze.- sentimmo gridare dall'altra parte della porta d'ingresso, Luke si alzò e andò ad aprire per poi pagare il tutto, posò le pizze sul tavolo e tutti noi ci sedemmo a mangiare.
Il tavolo era rotondo e io mi trovai di fianco a Luke da una parte, e dall'altra Calum, i ragazzi parlavano della partita a Fifa appena messa in pausa, Luke invece se ne stava in silenzio come me, ogni tanto Calum ci guardava ma noi non ci facevamo caso.
Finito di mangiare la pizza Luke mi riaccompagnò a casa, in macchina ci fu il silenzio più totale, fin quando il ragazzo al mio fianco non si girò e mi chiese
-Tu vuoi veramente tornare a casa?- pensai bene a quella domanda, volevo tornare a casa e deprimermi sola in camera mia? Lei cosa avrebbe fatto?
-No.- risposi.
Mise in moto l'auto e partimmo verso un posto ancora a me sconosciuto.
 

SPAZIO ME.

Ragazze dal mio telefono mi fa vedere che ho postato solo un capitolo, ma non è così dato che in realtà dovrebbero essere 2, da voi si vedono entrambi?

~Parallel Reality~L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora