Capitolo 24. Alfred è ormonato e serve fortuna un po' a tutti

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N/A: ormai i titoli dei capitoli stanno diventando i titoli di quegli anime mezzi trash che hanno la descrizione di tutta la trama nel titolo, non so se avete presente.

In ogni caso, è il titolo più accurato per tutta questa accozzaglia di problemi e scemenza.

Buona lettura


<Che male alla testa, Dio cane...> borbottò Francesca, mettendosi a sedere, reggendo la testa con una mano.

<Bene, iniziamo subito con le bestemmie.> commentò Angela da attraverso lo schermo, superando su un ponticello di pietre un ruscello.

<Non sarei io altri-ma dove cazzo sei?> chiese la toscana, non vedendola attorno a sé.

Da accanto Sofia spuntò la sfera, che venne ingrandita da questa, permettendo una visione della combriccola dall'altro lato.

<Cosa-come... e che cazzo ci fa quello stronzo di Francia?!> riuscì a sbottare la ramata, alzandosi su gambe incerte.

<Oh, è sempre un piacere essere nei tuoi pensieri~!> rispose il francese.
<Ti piace saperti impiccato a partire dalle balle? Oh, ok.> scrollò le spalle Francesca.

<Più andiamo avanti, più mi state simpatici, nonostante provate ad ucciderci.> commentò Arthur, sorridendo divertito.

<A proposito di balle!> esclamò Gilbert, chinato a terra con il pennarello in mano per scrivere qualcosa riguardo la nuova trovata (appena capisce quale è) <Kiku, stai bene?>

<Il mio orgoglio è un po' risanato.> dichiarò criptico il nipponico.
<Ti curo.> decise Sofia <E i territori di Francesca sono quelli appena sotto i miei.>

<Dank dir, Mädel*.>
<Anche a te?> fece la toscana, alzandosi in piedi, confusa.
<Oh, almeno te non conosci il tedesco!> si rallegrò il prussiano.

<Solo lei e Bruno lo sanno. Va beh, oltre Feliciano.> commentò Francesca.
<Il biondino lo ricordo!> assicurò l'ex nazione.

<Bene, ora andiamo avanti.> ordinò Sofia, curando il povero giapponese, tenendo la mano sulla sua spalla.

<Noi forse siamo arrivati da qualche parte! O quasi.> esclamò Alfred.
<Le scosse stanno diventando più forti quindi sì, tutto giusto. Ci stiamo buttando nelle fauci del pericolo.> lamentò con cinismo Matthew.

<Un po' più di spina dorsale, ragazzo! Altrimenti rimarrai sempre un bambino e non va bene!> ammonì Yao.
<Che ipocrita che sei! Hai tenuto la mano a lui su quell'insulso ponticello.> Arthur difese l'ex colonia.

<Lui è diverso.> protestò il cinese, stringendo a sé Franco.
<Che cazzo...?> sussurrò Francesca dall'altro lato, mentre guidava gli altri fino a dove si trovava Lucifero, ossia il posto più vicino dove avrebbero potuto trovare una via d'uscita.

<Cina credo voglia adottarsi Franco.> decretò l'emiliana.
<È tutto normale con Yao, si affeziona a tutto quello che trova adorabile.> rispose affabile Ivan, avvicinandosi.

La toscana lo fissò, decretando: <Russia, mh?>
<Esatto~. Come mai mi conosci?> chiese evidentemente curioso.

<Dalle descrizioni di Feliciano e Romano... e un po' di ricerche sui social.> ammise lei.
<Oh.> fu il mogio commento di Ivan.

<Stagli lontano, babe! È malvagio!> avvisò Alfred.
<Come mi hai chiamato?!> si alterò la regione, riconoscendo la parola.

Alfred, insolitamente, arrossì sulla punta delle orecchie e si difese con un sagace: <Ehm...>

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