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L'unico pensiero di Manuel Ferro durante l'intera durata del quinto anno è il viaggio della maturità.

Simone nemmeno se lo spiega come sia possibile che di fronte alla prospettiva di un esame che a lui sta togliendo il sonno e la voglia di vivere, il suo fidanzato pensi solo ed esclusivamente ad un viaggio, ma è la ragione per la quale si ritrovano a discutere un pomeriggio di Aprile.

«Simò se non decidi entro dieci minuti dove annà, ce vado co tu padre a fà 'sto viaggio» lo avverte Manuel, disteso sul suo letto, mentre lui cerca disperatamente la soluzione ad un problema di fisica.

«E che fate? Un tour della filosofia?»

Simone ride, ma è grato per il rapporto che c'è tra suo padre e il suo ragazzo, soprattutto perché, in seguito al suo incidente, ha potuto apprezzare maggiormente quell'uomo, instaurando con lui forse un vero rapporto padre - figlio.

«Se 'n Balestra me dà buca me prendo l'altro, che devo fà scusa»

«Se vuoi te faccio adottare Manu, visto che ci tieni tanto, l'offerta è sempre valida» risponde Simone ridendo ancora, prima di ritornare a fissare il libro in attesa di un'illuminazione divina.

L'adozione di Manuel è una cosa su cui scherzano da quando hanno saputo della relazione tra Anita e Dante, e solo dopo che Manuel ha confidato a Simone quanto l'assenza di un padre l'abbia fatto soffrire.

Manuel però stranamente lascia il letto del minore, raggiungendolo alla scrivania, e chinandosi su di lui, alle sue spalle, per lasciargli un bacio sulla guancia, gli espone la sua idea.

«C'ho pensato a 'sta cosa lo sai Simò» dice, e Simone si volta verso di lui utilizzando le rotelle della sedia.

«Hai pensato all'adozione?» risponde, ridacchiando.

Manuel si siede su di lui, le sue braccia prendono posizione attorno al collo di Simone e con un pollice inizia ad accarezzargli la nuca.

«Si, ho pensato che poi me dovrei chiamà Manuel Ferro Balestra, giusto?» domanda, serio, nonostante l'assurdità della conversazione, e Simone annuisce sorridendo.

«Eh, suppongo di si»

«Ecco, bravo, allora io ho pensato che me piace 'n sacco come suona Manuel Balestra» continua il più basso, facendo ridere il fidanzato, che non ha idea di dove quella conversazione dovrebbe portarli.

«Però ce sta 'n problema Simò» aggiunge, e «quale?» chiede prontamente Simone.

«È la modalità er problema Simò, io me voglio far chiamà Manuel Balestra o Manuel Ferro Balestra perché un Balestra m'o sò sposato, non perché m'ha adottato» gli dice, inclinando appena la testa, facendo sfiorare i loro nasi, con un sorriso che fa impazzire Simone, che ride, sinceramente.

Non ha mai smesso di ridere da quando Manuel ha iniziato a parlare. Non ha più smesso di ridere da quando Manuel ha iniziato ad amarlo, forse.

«Manu» gli dice serio dopo qualche secondo.

«Che è? Non me dì che non me vuoi sposà perché me vado a buttà de sotto»

Simone gli lascia un bacio sul naso, stringendolo di più a sé per i fianchi, prima di rispondergli.

«Sei sempre esagerato oh, e comunque no, ti volevo solo dire che non sono mai stato così felice»

«Pure io allora» risponde Manuel, prima di catturare le sue labbra tra le proprie.

«Se non decidi dove andare però chiedo er divorzio Balè» afferma una volta allontanatosi, e Simone ricorda perché si fossero trovati ad avere quella conversazione in primo luogo.

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