Sabato sera, ore 21:35 e Piazza Gioia era vuota. Proprio vuota no, alcune macchine erano parcheggiate in mezzo al parcheggio e un via vai di ragazzi gli scorreva davanti agli occhi. Questa scena la vedeva ormai tutti i sabati sera, alla stessa ora, ferma in macchina ormai da 10 minuti.
"Sono in ritardo" pensò scrutando l'orologio vicino alla fermata degli autobus. E il ritardo era la caratteristica principale di quel gruppo di amici: non c'era un sabato sera in cui tutti arrivavano alle 21:30 o anche prima. Solo Amy arrivava in orario, solo perché abitando in un'altra città partiva mezz'ora prima, e puntualmente rimaneva ad aspettarli in macchina.
Un'auto nera arrivò accanto alla sua Fiesta azzurra, Amy girò gli occhi e sorrise: è arrivato. Il sorriso stanco del ragazzo le diede quella voglia di scendere dal sedile, prendere la borsa e andare verso di lui, che intanto aveva abbassato il finestrino dal suo lato.
-Ciao Mo- disse sorridente Amy.
Un bacio.
-Ciao- rispose lui, Michael, il suo ragazzo.
Si scambiarono alcuni sguardi prima di iniziare a parlare di cosa era successo quel giorno.
-Mi hanno richiamata!
-Ah si? E che ti hanno detto?
-Che lunedì ho questa specie di colloquio, dove mi insegnano cosa devo fare per servire e cose così.
L'eccitazione della ragazza glielo si leggeva negli occhi e il suo buon umore si rifletteva su di lui, che sembrava molto contento della notizia. Da tempo la spronava a cercare un altro lavoro e vedere che ce la stava facendo le dava un'ottima sensazione.
-Bene.
Michael non era di molte parole, ma quelle poche che diceva avevano un significato speciale per Amy.
Erano una coppia particolare, due opposti che si somigliavano parecchio: lei energica e sognatrice, lui coi piedi per terra e razionale; entrambi timidi, innamorati da una vita, da quando erano entrati da poco nel lungo tunnel dell'adolescenza. Avevano 13 anni quando si incontrarono per la prima volta e a distanza di 8 lunghi anni erano lì, insieme, a parlare di lavoro e futuro. Erano felici, anche se avevano poco.
Alcune macchine si fermarono accanto a loro ed uscirono alcuni ragazzi e un paio di ragazze: finalmente erano arrivati! Il sabato sera poteva iniziare.
Non sarebbe stato tanto diverso dagli altri sabato sera: aspettavano gli ultimi arrivati, finivano per fare gruppetti in cui parlare di macchine e motori da una parte e gossip e novità dall'altra. Poi, un'ora circa dopo il ritrovo, iniziavano a chiedersi "Stasera che facciamo?" e per venti minuti buoni stavano lì a decidere cosa dovevano fare e intanto si erano fatte quasi le 23. Le opzioni non erano molte: o bar, o un giro a piedi, o bowling. Per il cinema era già troppo tardi, avrebbero perso la programmazione delle 22:45 se fossero partiti tanto tardi. E poi, verso l'una, sarebbero tutti andati nella Casetta, un appartamento messo a loro disposizione dalla famiglia di Michael, dove passavano praticamente il resto del weekend. Il gruppetto di ventenni passava sempre così il weekend.
E quello non era così diverso da tutti gli altri.
Quel sabato alle 2 di notte erano già arrivati in Casetta e si erano già messi tutti il pigiama, come consuetudine. Non avevano abbastanza letti per tutti, infatti per dormire avevano a disposizione una decina di coperte, cuscini, una poltrona reclinabile, un divano a L e tre materassi buttati ai piedi del divano: sembrava un campo profughi. A loro bastava così poco per dormire in 8, tutti insieme.
-Chi gioca a Risiko?- chiese Fabrizio seduto al tavolo, davanti ad un bel bicchiere di latte e cereali. Erano tutti seduti al tavolo intenti a passarsi il cartoccio di latte e il pacco di cereali: uno spuntino di mezzanotte in ritardo.
Solo alcuni risposero alla richiesta, perché due delle quattro ragazze erano già stanche e assonnate. Amy era una di quelle, non reggeva molto a lungo ed erano già le 2:30 e mentre vide Alexis e Robert prepararsi per uscire sul balcone a fumare, anche Amy prese la giacca ed uscì con loro, lasciando la discussione su chi volesse giocare al gioco da tavola alle sue spalle. Non fece in tempo a chiudere la porta che Robert aveva già la canna in bocca e la stava accendendo. Una nuvoletta bianca sbuffò aleggiò tra i tre ragazzi, mentre Amy accese la sua Camel, ascoltando i discorsi dei due innamorati.
"Che coppia!" pensò, guardando la piccola statura di Alexis in confronto all'altezza quasi esagerata di Robert, un ragazzo di 18 anni che aveva come caratteristica principale una risatina dopo ogni frase. Robert era il miglior amico di Amy.
-Allora Amy, novità?- chiese Robert, passando la canna alla sua fidanzata.
Amy raccontò delle ultime sul lavoro, della chiamata e del futuro colloquio che avrebbe dovuto fare. Aveva l'entusiasmo negli occhi sovrastavano la stanchezza, mentre gli amici erano davanti a lei e sorridevano per questo suo piccolo successo. Poi entrambi iniziarono a parlare di scuola, e materie da studiare, e verifiche imminenti e voti da recuperare; erano nel loro discorso quando Amy gli lasciò lo spazio di parlare e fumare liberamente.
Quando tornò in casetta la partita a Risiko era già iniziata e si accomodò sulla sedia accanto a Michael e gli mise una mano sul ginocchio. Era intenta a capire le dinamiche dei partecipanti: Fabrizio doveva uccidere le armate nere? O doveva solo conquistare l'Africa? E perché Jack e Cassandra stavano discutendo? Nora stava ragionando su quali armate viola avrebbe usato per il prossimo turno. Michael era l'unico che sembrava tranquillo, aveva la situazione sotto controllo e le sue armate nere erano agguerrite come lui.
Amy ricontrollò l'ora sul telefono: segnava le 3:19, era piuttosto tardi per il suo fisico.
-Mo io vado di là- sussurrò all'orecchio del ragazzo.
-Va bene- rispose lui, con gli occhi fissi sul tabelloni e leggermente tristi.
Nella stanza accanto i materassi erano già posizionati ed Amy prese posto nel materasso che condivideva con il suo ragazzo e prese la loro solita coperta. Telecomando in mano e accese la tv su un canale che trasmetteva un programma di cucina, ed entro pochi minuti quegli occhi si sarebbero chiusi pesantemente. Il sonno prese possesso del suo corpo, che però non era in pace veramente.
Dopo più di un'ora la partita di Risiko finì e Michael raggiunse Amy sotto le coperte, l'abbracciò e insieme iniziarono a sognare.
-Buona notte- sussurrò lei, serena e sveglia.
-Buona notte.
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Nessuno come me.
General FictionQuesta è la storia di Amaranta, chiamata anche Amy, una ragazza che porta sulla testa una storia particolare, avventure e disgrazie, dubbi e risposte concrete. Amy affronta la vita tra un bivio e una scelta ben pensata, affiancata da un'amore da rom...