5- Non tutto il male verrà per nuocere

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-Allora, ti hanno chiamata?

Il signor Paolo era tornato in area, con quel suo sorriso da simpaticone incorniciato da due fossette sulle guance. Era martedì e mancava nemmeno mezz'ora alla chiusura dell'area ed Amy era stremata. Quel pomeriggio aveva avuto a che vedere con bambini scatenati che mettevano le mani addosso ad altri bimbi più indifesi. Aveva dovuto fare lo sbirro cattivo con un visino d'angelo: non amava fare la dura e mettere in castigo i bambini più vivaci, ma quando arrivano a mordere, graffiare e tirare pugni in faccia doveva per forza agire.

-Sì, ho già fatto una specie di colloquio due settimane fa ma non mi hanno ancora detto nulla.

Amy parlava compilando al computer i dati necessari per far entrare il bambino, che era appeso al cancelletto verde di legno che aspettava solo di entrare. Intanto dietro di lei i bambini continuavano a giocare in modo poco sicuro.

-Due settimane? Ahia...- l'espressione di Paolo cambiò di colpo, da speranzoso a dispiaciuto, ed Amy lo notò con la coda dell'occhio.

-Dici che non mi chiamano più?

La stampante sputò fuori il foglio compitato e la ragazza lo porse all'uomo per farlo firmare.

-Insomma, se dopo due settimane non ti hanno ancora detto niente... Però tu prova lo stesso a chiamare, magari si sono dimenticati.

-Quando finisco qui provo a richiamare, anche se mi sembrava fossi andata abbastanza bene.

Amy riprese il foglio firmato e fece entrare il bambino, che le diede un bacino sulla guancia prima di togliersi le scarpe. Quel bimbo era così dolce con lei, uno dei pochi che le riservavano così tanto affetto in quei pochi metri quadrati.

-Ecco brava, tu richiama. Non si sa mai!

-Ci provo.- Amy sapeva che doveva avere speranza, ma era già passata più di una volta in quella situazione, a sperare che qualcuno la richiamasse per il lavoro. Si stava arrendendo inevitabilmente.

-Allora ci vediamo dopo, eh.

-Certo, a dopo.

E salutato il figlio, Paolo scomparve dai paraggi per farsi il suo giro nel Centro Commerciale. Amy si trovò davanti agli occhi una scena estenuante: bambini che pasticciavano alla rinfusa i fogli coi disegni, altri che correvano attorno ai tavolini ed inciampavano nelle sedie, altri seduti in disparte che si annoiavano. Doveva trovare una soluzione.

-Bimbi, volete giocare alla caccia al tesoro?- urlò entusiasta la ragazza, attirando l'attenzione di tutti e dieci i bambini, che iniziarono a saltellare attorno a lei gridando "io, io, io". Radunò tutti in un punto dell'area e diede iniziò al gioco.

L'orologio sullo schermo del computer segnava le ore 19, tempo di chiudere l'area. I bambini erano tutti usciti coi genitori, i pennarelli erano già tornati nei loro contenitori ed Amy aveva appena finito di pulire i tavolini dai segni dei colori. Era tempo di far chiusura cassa: fatte le operazioni solite per la chiusura ed archiviati fogli e scontrini, passato l'aspirapolvere in tutti gli angoli possibili per tenere tutto in ordine e presa felpa e borsa, Amy chiude il lucchetto del cancello e si avvia verso la macchina. Oltre le porte scorrevoli l'aspettava un bel tramonto su sfondo celeste, un naturale capolavoro sopra l'artificiale che la circonda: oltre il parcheggio svettavano a sinistra un enorme blocco di negozi quadrati, il Mc Donald's, e infine la tangenziale grigia che sfocia in una grande rotonda, pronta a portare le scatole a quattro ruote in più direzioni, tra cui l'autostrada. Amy si chiedeva spesso se tutto quel grigio era indispensabile e se un giorno quel bel cielo infuocato si sarebbe ribellato a quello scempio della natura.

Arrivata alla Fiesta, la ragazza estrae chiavi e cellulare, aprì la portiera e si accomodò al posto di guida.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 12, 2015 ⏰

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