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≛ ━ 𝗠𝗢𝗠𝗘𝗡𝗧,
⁶ ʸᵉᵃʳˢ ᵒˡᵈˑ❝ Onii — san, svegliati! Svegliati! ❞ le luci del mattino che irradiano il pavimento e la voce di una vivace Haruna scorrazzante per la stanza lo costrinsero ad aprire lentamente gli occhi, ancora offuscati dal sonno, per poi sfregare frettolosamente le palpebre con l'ausilio delle nocche; alza ambedue le braccia al cielo — si stiracchia, mentre la coperta viene rapidamente scostata e la più piccola gli si getta fra le braccia costringendo Yuuto a gettarsi nuovamente con la schiena contro al tatami, mentre teneva stretta a sé la sorellina. È con un vivace e gioioso sorriso che tenta di affacciarsi alla finestra sollevandosi sulla punta dei piedi, troppo alta per una così minuta figura: un appartamento al terzo piano di un piccolo condominio residenziale ne fa da altare, mentre le iridi cremisi si affacciano al mondo in questo suo sesto compleanno. È il quattordici Aprile, il periodo della fioritura in Giappone sembra non essere ancora terminata quest'anno e dinnanzi all'orizzonte dei due si estende una lunga distesa di ciliegi in fiore: le narici di un giovane fanciullo respirano serenità, inebriato da quelle dolci ed indistinguibili note olfattive mentre di fronte ai propri occhi vi era l'intensità di quel rosa purpureo. I genitori varcano la porta d'ingresso della stanza, l'uomo dà un bacio sulla fronte della donna e la stringe a sé in un armonico saluto di prima mattina. Dopodiché ambedue avanzano, raggiungendo i più piccoli — lui solleva il bambino, e Kidou si culla nel calore di quelle braccia chinando il capo sul petto del padre. Egli dona lui una carezza, senza smettere di guardarlo nemmeno per un istante, mentre il futuro playmaker si fa beato di quella vastità che ora aveva davanti grazie al più alto. I quattro si fanno vicini, ammirando il periodo dell'hanami di cui potevano ancora bearsi. ❝ auguri, piccolo nostro. ❞ disse lei: possedeva uno dei più splendidi sorrisi che Kidou abbia mai avuto modo di vedere. E se è vero che la famiglia non te la scegli, probabilmente questo non valeva per lui. Perché, se glie ne avessero dato la possibilità, avrebbe comunque scelto loro almeno un altro milione di volte. Le braccia del papá rappresentavano il posto in cui più si sentiva al sicuro, le coccole della mamma ciò che più lo faceva sentire amato, e le mani di Haruna ciò che per il resto della sua vita desidera stringere a sé. Non scegli dove nascere,,è vero — eppure a lui capitò il posto migliore e di questo ne era grato. Quel Martedì lui e la più piccola non andarono a scuola, mentre la madre posticipò la stesura dei propri articoli ed il padre si prese un giorno di pausa dagli allenamenti. Erano sin troppo impegnati, i due. Jude percepiva la di loro assenza, durante la quotidianità, eppure mai se ne pose dilemma. Mai, si sentì trascurato di genitori a causa dei loro intingenti impegni lavorativi. E poi... E poi, c'erano i giorni come questo: quelle giornate in cui sembrava non esistere niente, 𝐧𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐥 𝐝𝐢 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨. I cellulari venivano spenti e con questi ultimi le preoccupazioni. In giornate come questa, esistevano soltanto i pancakes con la frutta fresca, una cioccolata calda e le attività predilette dalla famiglia a seguire. Ed a Kidou andava bene così, tutto ciò rappresentava il suo angolo di mondo 𝐬𝐞𝐫𝐞𝐧𝐨, distante da tutto, circondato soltanto da quel che più ama.
Questo momento venne dedicato a lui: fecero una lunga passeggiata lungo il viale dei fiori di ciliegio, Kidou sulle spalle del padre ne colse uno e lo inserì fra le ciocche cobalto della minore. L'amava, più di ogni altra cosa sulla faccia della terra. 𝐃𝐢𝐨, 𝐬𝐞 𝐥𝐚 𝐚𝐦𝐚𝐯𝐚. Successivamente, si spostarono poi a ridosso delle sponde del lago Shoji, vi è un telo disteso al suolo mentre il picnic ne veniva imbandito di sopra. Fugaci attimi di semplicità, che Kidou rammenterà per sempre custodendoli con avarizia; come dipinti ad inchiostro indelebile sulla propria memoria. Il padre, attaccante professionista, calcia un pallone mentre il più piccolo lo rincorre. ❝ tieni il passo, Kidou! ❞ Gli rivolse giocosamente lui, mentre in lontananza le due facevano il tifo per entrambi. Dopo un cedimento volontario del genitore, il non ancora scopertosi centrocampista prende possesso della sfera e calcia ai piedi di un albero. Egli, senza esserne a conoscenza, fece lui dono della più inestimabile delle eredità: tramandare una virtù. Nacque col pallone sotto ai piedi, potremmo dire — questo, un domani, diverrà il suo più inestimabile frammento di felicità e la sua più duttile conoscenza. Si sporcarono entrambi, al termine del loro uno-contro-uno, Yuuto finì addirittura di petto s terra, e l'uomo per non tirarsene fuori si gettò sul terrame assieme al figlio. Sgorgarono le risate, l'allegria, i sorrisi più candidi ed una considerevole dose di terra lanciata uno contro l'altro; la madre invitò i due fratelli a mettersi uno di fianco a l'altra, così da scattare una foto ricordo. E mentre lei Impresse poi la data a penna sulla pellicola, così da non dimenticarsene mai, Kidou finì per sporcare persino la più piccola. Un disastro! Quella immagine, sarebbe finita dritta dentro l'album dei ricordi di famiglia!
Quella giornata trascorse così: era del tutto disarmato dinnanzi alla famiglia, suo punto debole e punto di forza sin dalla più giovane età. Avrebbe voluto fermare giornate così per l'eternità, poiché rappresentavano i di lui più adorati reperti. È una sensazione unica e non esplicabile a parole, quella che ti lascia nel cuore la consapevolezza d'avere qualcuno che conta su di te e su cui tu riposi speranze 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞, di fronte a qualsiasi avversità.
Sapete, molti bambini soffrono la poca presenza delle figure genitoriali — a lui invece non importava affatto. Non sfiorava neanche i propri pensieri, la tristezza. Poiché conscio di essere un punto fisso nei loro pensieri, conscio di rappresentare, assieme ad Haruna, il più profondo significato di ogni singolo gesto dei due, anche il più piccolo ed inaspettato. Era poco, il tempo da passare assieme. . . ma quando erano lì, niente e nessuno poteva superarli.
Al termine della giornata sulla strada di ritorno, la luce lasciò spazio al buio e lui, avvolto da quest'ultimo, finì per addormentarsi in auto con il capo posato sulla spalla della sorella. Furono i genitori a coricarli sino ai rispettivi letti; con dolcezza l'uomo rimboccò le coperte al piccolo Kidou e passò delicatamente due dita lungo la guancia del bambino. ❝ 𝐒𝐞𝐢 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚. ❞ Sibilò con un fil di voce il padre per non svegliarlo.
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ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ È il quattordici Aprile, ha sei anni appena compiuti, è 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐞 ed ha una 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 su cui fare affidamento.ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ È il quindici Aprile, ha sei anni ed i genitori sono partiti per lavoro. Ma lui comunque è felice! Ha fatto un disegno per la mamma, non vede l'ora di darglielo!
ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ È il sedici Aprile, ha sei anni e...
ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ ...è il venti Aprile, i genitori non ci sono più. Gli è rimasta soltanto Haruna. Ma è comunque... Felice, ha sua sorella di cui prendersi cura, e le ha promesso che l'avrebbe presa per mano ogni volta che lo desidera.
ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤ È... Il quattordici di Settembre. Ha sei anni, ed Haruna l'hanno portata via. Ha sei anni, ed è 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨.
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ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤEppure,
ㅤㅤㅤㅤㅤ 𝐬𝐜𝐞𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 ancora 𝐥𝐨𝐫𝐨,
ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤaltre 𝐦𝐢𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐞,
ㅤㅤㅤㅤㅤㅤㅤnonostante 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨.
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Jude Sharp - ❛ The hatred of a repressed past. ; by Lia
Short StoryRaccolta di one shot mirate all'approfondimento, secondo la mia personale interpretazione, delle vicissitudini meno trattate dal canon inerenti al personaggio di Kidou Yuuto / Jude Sharp di Inazuma Eleven. Ognuno di questi scritti, tratterà un diff...