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Quel pomeriggio, fui "rapita" da Elisabeth, e avevamo passato il resto del pomeriggio a vestirci e prepararci.

Non era mia abitudine passare il mio tempo tra stoffe colorate e gioielli, ma il desiderio di passare del tempo con mia sorella fu più forte della mia riluttanza per tali sfarzi.

In pochi giorni sarebbe diventata moglie, avrei perso queste stupidaggini e sarei rimasta da sola con i ricordi.

La sera arrivò, e con questa anche uno tra gli ultimi balli della stagione.

Sentivo la pressione coniugale addosso. Odiavo stare lì.

Mentre ballavo con Vlad, mi accorsi che i suoi occhi si intonavano con il mio vestito, ma anche che qualcosa stava bruciando la stoffa chiara: l'accendino che mi ustionava la schiena era il ritorno degli occhi di Benedict su di me.

Dopo tanto tempo si era ripresentato dinanzi a me con tale sfacciataggine.
Ma, di certo, anche io ero consapevole di non avere la coscienza a posto.

La sua attenzione su di me, però, mi fece provare un'emozione nuova: era una voglia, che portava a tenermi più stretta a Vlad, a voler sentire il suo respiro sul mio viso e a volerlo avvicinare sempre di più, tutto rigorosamente davanti agli occhi del Bridgerton.

Lui sembrò apprezzare il mio gesto, così il nostro ballo divenne, per la prima volta, armonico e piacevole.

Ogni volta che il conte mi accompagnava a girarmi su me stessa, incontravo gli occhi ghiacciolo di Benedict.

Ad ogni giro, sempre più vicini.

La musica si spense nella mia testa, assieme al viso di Vlad, che non più volevo osservare.

Capii che quell'avvicinamento non fosse una mia impressione, quando sentii la voce di Benedict rivolgersi al mio compagno di danza.

"Conte Radovanovich! Finalmente ho l'onore di conoscervi. Mi duole disturbare il vostro ballo con la signorina Wellington, ma sua sorella la cerca al momento" disse queste ultime parole girando ora il suo viso verso il mio.

Vlad fu preso contro piede, e per questo, dopo un rigoroso saluto, mi lasciò nelle mani del Bridgerton.

Camminammo in silenzio, dopo tanto tempo uno di fianco all'altra, verso i giardini della reggia, fin quando lui non si fermò di scatto.

"Mabel"

Attesi il suo continuo, voltandomi, essendo più avanti rispetto a lui.

"Vi ricordate che mi avevate fatto una promessa?"

Finsi di non avere presente a cosa si stesse riferendo, scuotendo il capo.

"Non vi preoccupate...ve lo ricorderò io"

Ricominciò a camminare ed io lo seguii, cercando di ignorare la sua arroganza.

L'aria fredda mi avrebbe fatta tremare, se non fosse per l' inconsueto caldo causato dalla sua vicinanza.

Camminammo oltre i giardini, per arrivare poi verso una carrozza.

Al suo interno, vi erano seduti Colin ed Elisabeth, insieme a Jhonatan.

"Finalmente! Ci avete messo tantissimo...pensavamo vi foste persi"

Jhona mi fece salire sulla carrozza, prendendomi la mano, mentre notai il mio futuro cognato scendere dal lato opposto.

"A domani, mi raccomando la puntualità, nostra madre ci tiene"
pronunciò poi queste parole, prima di affiancare suo fratello maggiore ed allontanarsi insieme a lui.

Guardai confusa i miei fratelli.

A cosa stavano facendo riferimento?

Loro si guardarono per un attimo, poi Jhonatan si rivolse a me.

"Mabel...da domani, ci trasferiremo a Villa Bridgerton"

𝕾𝖇𝖊𝖗𝖑𝖊 𝖊 𝕬𝖒𝖔𝖗𝖊 - 𝙱𝚎𝚗𝚎𝚍𝚒𝚌𝚝 𝙱𝚛𝚒𝚍𝚐𝚎𝚛𝚝𝚘𝚗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora