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Appena entrai nella stanza da ballo di lady Dembury l'odore dei fiori, colti da poco e utilizzati per abbellire la casa, mi fece storcere il naso.

Edward, mio fratello, mi teneva saldo il braccio, sapendo che appena avrei potuto sarei scappata.

Edward era senz'altro un bell'uomo: gli occhi blu erano valorizzati dal suo volto chiaro, i capelli biondi come nostro padre e le labbra sottili.

Io non ero molto alta e vicino a lui mi sentivo ancora più bassa.

Mia sorella Elisabeth era davanti a noi, i candidi capelli biondi e lisci erano stati acconciati da poco e ridendo entusiasta si girò verso di noi; solo in quel momento potei vederla per intero: il vestito azzurro richiamava il colore dei suoi occhi profondi e le guance arrossate.

Tutta la famiglia Wellington presentava queste caratteristiche: gli occhi blu di nostra madre e i capelli biondi di nostro padre.

Appena mio fratello si divise da me, per prendere un bicchiere di limonata, mi diressi lentamente verso il muro più vicino per potermi nascondere dietro tutti i fiori profumati.
Mentre indietreggiavo guardavo la sala: mia madre parlava animatamente con delle donne probabilmente degli scapoli più ambiti di questa stagione, mio fratello dopo avermi cercato solo muovendo gli occhi per la sala si era messo a osservare mia sorella mentre ballava con un giovane probabilmente suo coetaneo.
Nessuno, fortunatamente, si era preoccupato della mia assenza.

Appoggiai la schiena al muro continuando a guardare la sala colma di ragazze trattate come oggetti, uomini desiderosi di piaceri e madri sorridenti.
Pensandoci non avrei mai voluto sposarmi, legarmi a qualcuno non era contemplato, soprattutto dopo la morte di mio padre.

In quel momento sentii un leggero soffio sulla nuca mentre il muro dietro di me si mosse.

Girai la testa spaventata e mi imbarazzai quando mi resi conto di essere a pochi centimetri da un uomo.
Mi presi qualche secondo per osservarlo senza allontanarmi: dopotutto se mi fossi allontanata la colonna di marmo non m in avrebbe più protetto e Jhonatan mi avrebbe visto; la persona davanti a me aveva i capelli neri, gli occhi azzurri, non era più alto di mio fratello ma la stazza era la stessa.

"Mi lusingava la vostra presenza lady..." Parlò piano, pensai che anche lui si stava nascondendo e vista la situazione l'ultima cosa che avrei fatto sarebbe stato smascherarlo.
"Mi sto allontanando dai miei doveri signore, vi prego di andarvene e lasciarmi qui."
"Io ero già qui signorina di conseguenza se qualcuno se ne deve andare quella siete voi."
"Io vorrei rimanere qui." Cercai di parlare con sicurezza
"Anche io"
"Vi sono tante altre colonne andatevene voi."
"Sì ma mi sentirei in colpa a lasciarci da sola." Era sarcastico ma la sua voce, il suo comportamento e le sue parole mi diedero sui nervi.
"Non vi preoccupate sopravviverò senza di voi." L'uomo sembrò non essersi infastidito dalle mie parole e si mosse per potersi allontanare dal nostro nascondiglio.

"Come vi chiamate?" Rimansi zitta, non volevo ricordare né quell'incontro né quell'uomo.

"Direi che siete muta ma prima avete parlato." Dovetti dirgli il mio nome: ne andava del mio orgoglio:"Mabel Wellington."Rimase zitto sorridendo.

"Non mi avete chiesto come mi chiamo." Era nuovamente lui a parlare.
"Magari non mi interessa signore. Ora andate non vorrei ci vedessero."
Sorrise questa volta più smodatamente.
"Certo Mabel."
"Per voi signorina Wellington."
"Solo se mi chiedete il mio nome."
"Come vi chiamate?"
"Benedict Bridgerton."
"Bene signor Bridgerton, ora potete andarvene."
"Certo Mabel." Detto questo di dileguò velocemnte dal nostro nascondiglio.
Tornai a guardare la sala.

Mio fratello non mi cercava, mia sorella continuava a ballare e mia madre beveva al banco della limonata.
Ero tornata invisibile come prima.

𝕾𝖇𝖊𝖗𝖑𝖊 𝖊 𝕬𝖒𝖔𝖗𝖊 - 𝙱𝚎𝚗𝚎𝚍𝚒𝚌𝚝 𝙱𝚛𝚒𝚍𝚐𝚎𝚛𝚝𝚘𝚗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora