Ciao! Sono Diana, oggi ho un bel po' di anni, ma all'epoca ne avevo diciassette... Ed ero una principessa. Penserete: wow che fortuna! Lussurie, vizi, balli, ricevimenti e un futuro regno da governare... In realtà la vita di corte non è tutta rose e fiori, ciò che vedete nei programmi che vi offrono in TV è solo l'1% di quello che i nobili devono affrontare.
Di principesco ho solo il titolo, l'etichetta l'ho sempre rispettata poco o quasi per niente; le uniche volte che ho dovuto rispettarla forzatamente è stato solo per non deludere mio padre, re del regno a sud della nostra amata Italia; adoravo mio padre e non sia mai fargli fare brutte figure!
Il problema era che mi sono sempre sentita come tutti i comuni mortali che vi soggiornano sulla terra; infatti, nella mia intimità famigliare mi sono sempre comportata come meglio credevo. Sapete? La vita principesca mi piaceva così tanto che studiavo in uno dei comuni collegi del regno. Si trova in una delle sue vaste campagne, solo che, a differenza di coloro che si trovavano vicino la struttura, tornavo a casa con la Mercedes guidata dal mi chauffeur; il resto (quasi tutti) vi andavano nei dormitori. Questa scelta ha sconvolto tutta la corte e non solo; ma odiavo avere insegnanti privati nella mia stanza, nei miei spazi personali, un luogo parallelo a tutto quell'inferno rigido e pieno di regole.
Purtroppo, ero costretta a conviverci, e purtroppo neanche lì fuori non avevo completamente pace. "Perché"? Vi starete chiedendo... Perché sono albina; ovviamente non si nota. A primo impatto chi non mi conosceva vedeva una ragazza dai capelli corti rossicci, con una pelle bruna e che si veste come un maschiaccio, invece di indossare abiti, gonne ed avere dei "bei" capelli lunghi come la nostra società così bigotta propone. Chi invece mi avrà incontrata più di una volta si sarà accorto e sicuramente ricordato dei miei occhi rossi, grazie mille albinismo oculare. Di solito questa malattia porta alla parziale o alla completa cecità, ma io ci ho sempre visto fin troppo bene. Oltre a vedere ho sentito anche fin troppo bene; tutto ciò che ho sempre sentito su di me non è mai stato molto allettante... Si pensava che mia madre fosse rimasta incinta del diavolo, che i miei occhi fossero stati un portale per varcare l'inferno, o anche che prima della mia nascita fui maledetta dalla strega del regno, quando in realtà quella povera vecchia era solo un'umile cartomante.
L'unico rifugio che avevo, quando ero sola, erano pochi svaghi, ma fortunatamente riuscivo a togliermi dalla testa e a stare lontano da tutte quelle malelingue bigotte e ignoranti: amo molto la pittura, soprattutto le nature morte. Non ne sono molto esperta, ma nessuno doveva guardarli. A volte, andavo anche sulla spiaggia vicina ad ascoltare musica, al tramonto. Adoravo ascoltarla col mio MP3; il cellulare non lo usavo mai, solo per le chiamate davvero importanti, a differenza dei miei coetanei. Non ho mai visto cosa ci sia di tanto interessante, sul cellulare; quell'affare così minuscolo che attira come una calamita anche i bambini piccoli, sembrano tutti piccoli pesci incollati all'amo, incollati a lungo, quasi infinitamente sullo schermo.
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Skam Wattpad
AdventureDiana è un'adolescente come tutte le altre, ma che si sa distinguere al massimo dai pargoli molto cresciuti che la circondano ogni giorno. Una ragazza che viveva in un'Italia ormai spaccata in due; da una parte c'era ancora la Repubblica, dall'altra...