CAPITOLO 4

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"Dave, ti dispiace se ballo con la sorella di Axel?"

King... ancora?!

Lo shock trasformò i piedi di Harlow in due blocchi di cemento. Guardò incredula l'uomo che non mollava la presa malgrado lo avesse inchiodato al tavolo da poker. Probabilmente era arrabbiato con lei e voleva una rivincita. Il suo cuore protestò quando Dave si fece da parte.

"Purché tu me la restituisca prima di mezzanotte," rispose sorridendo alla fidanzata con gli occhi nocciola che la fissavano calorosi e desiderosi di condividere insieme quel magico momento.

"Messaggio ricevuto," ribatté King troncando qualsiasi ulteriore conversazione.

"Sarò al bar," comunicò Dave a Harlow allontanandosi.

Avrebbe preferito che Dave avesse rifiutato a King di trascorrere altro tempo con lei.

"Lascialo andare..."

Harlow distolse lo sguardo da Dave, che aveva ormai raggiunto il bar nel salone accanto e si voltò verso l'uomo determinato ad affrontarla. Gli lanciò un'occhiata assassina nel sentire quel tono di disprezzo nella voce.

"Ma non riesci a vederlo? Non ti merita, Harlow," continuò lui con arrogante sicurezza.

"Questo è il colmo! Chi diavolo sei tu per giudicare? Fino a qualche ora fa non sapevi niente della mia esistenza e adesso ti permetti di dirmi quello che va bene o non va bene per me? La tua arroganza non ha fine, King Sanders!" lo aggredì lei.

Quelle parole lasciarono le sue labbra con una leggerezza pazzesca. Gli mostravano chiaramente tutta la rabbia che le provocava la sua arroganza, la sua inutile caccia per portasela a letto.

"Sei assolutamente meravigliosa... Magnifica... Mio Dio, Harlow... Se tu fossi mia..."

"Ma io non sono tua, King!" esplose lei. "Non sarò mai tua... Mettitelo in testa una buona volta per tutte! Ti prego, vattene via e lasciami stare..."

"Se tu fossi mia, non avrei MAI ceduto il mio posto al tuo fianco ad un altro uomo, come lo ha appena fatto quello che tu chiami 'futuro marito'. Avrei lottato per te..." aggiunse lui come se non avesse sentito le parole di Harlow, poi fece una piccola pausa, piena di significato, e continuò. "Come sto facendo ora, bellezza."

I suoi occhi la fissavano con una tale intensità da causarle quasi un arresto cardiaco.

"Perché continui con questa sceneggiata quando ti ho mostrato varie volte il mio disinteresse nei tuoi confronti? Perché lo stai facendo, King? Tutto questo è stancante..." sbottò Harlow a quel punto, detestando il modo in cui lui riusciva a penetrare nelle sue emozioni. "Perché non sei giù a giocare a poker?"

"Vincere una partita a carte non interessa così tanto come m'interessi tu..."

"Ma ti ho lasciato con abbastanza fiches da..."

"Da giocare educatamente, rischiando troppo senza avere carte adeguate. Proprio come tu hai fatto con me... In modo deliberato, aggiungerei... Complimenti, comunque. Quella è stata una giocata da supercampione..."

Lui le rivolse un sorriso di apprezzamento per la maniera in cui era riuscita a scappare da lui. Harlow scosse la testa per liberarla dalla confusione di essere, per quell'uomo, un oggetto di desiderio.

"King, non lo vedi? Non sono quella che fa per te," disse lei con tono esasperato. "Tra due settimane, mi sposerò con l'uomo che amo e che mi ama... Perché continui a bussare alla porta sbagliata? Perché stai cercando di conquistarmi quando sai che non ci riuscirai? Io non sono una donna-trofeo, come quelle che, sono sicura, tu abbia incontrato fino a questo punto..."

UNA PROPOSTA SCANDALOSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora