Harlow era eccitatissima sin da quando aveva sentito le sue dita toccarla così meravigliosamente, così intimamente. Non era stata la prima volta che la toccava così, ma ogni volta aveva un modo diverso di farlo... portando sempre allo stesso meraviglioso, delizioso risultato...
Non aveva fatto altro che pensare a quando King l'avrebbe finalmente posseduta, in modo selvaggio. Ma quella era la loro ultima notte in Messico e avrebbe voluto che durasse un'eternità.
Desiderava che tutto si svolgesse lentamente. Desiderava un bacio pigro, sensuale, profondo che durasse almeno cento battiti del suo cuore e finisse solo per ricominciare di nuovo e ancora. Desiderava che quella notte durasse per sempre...
King parve leggerle nel pensiero. Continuò a baciarla piano, senza fretta, cogliendo il suo respiro mentre la lingua calda esplorava la bocca con dolce erotismo, assaporando ogni angolo. Ogni volta che la baciava, che la toccava sembrava un'esperienza nuova, unica...
Passarono cento battiti. O forse mille. O forse un'infinità. Il tempo perse il suo significato e la notte rimase illuminata dalla fiamma palpitante delle torce e dal chiarore argenteo della luna e delle stelle.
Alla fine, le labbra di King si spostarono a baciarle gli angoli della bocca e soffermandosi sull'orecchio.
"Questo sembra un sogno... Tu ed io, su questo divano, nudi sotto le stelle..."
"King... Oh, King..."
Harlow si stirò sensuale, inarcandosi appena e muovendo la gamba nuda su e giù contro di lui, mentre le percorreva con un dito la linea del braccio, risvegliandole ogni terminazione nervosa.
Stava ancora baciandole il collo, il viso quasi affondato nella curva tenera, inebriandosi del suo profumo. Lei intrecciò le dita nei folti capelli scuri, un bisogno estremo di tenersi aggrappata a qualcosa quando lui avrebbe ripreso ad esplorarle il corpo.
Senza una parola, le abbassò l'abito, sfiorando con la bocca la pelle nuda che scopriva. Harlow sentiva i seni pesanti, turgidi, smaniosi, e quando, finalmente, furono liberati, le sfuggì un gemito languido.
"Dimmi cosa vuoi, piccola," le sussurrò sulle labbra guardandola negli occhi, ipnotizzandola. "Devi solo chiedere... Oppure vuoi prendertelo?"
"Fammi tua... Prendimi in modi in cui non mi hai presa fino a stasera... Fai con me quello che desideri, King. Divorami, assaggiami, fammi perdere la ragione..." gli disse rauca sapendo che King stava morendo dalla voglia di farlo. "Tienimi sospesa sopra il mondo e non mi lasciar cadere... Non lasciarmi mai..."
Chinò la testa e le prese le labbra, facendosi strada con la lingua, assaggiandola, possedendola, accendendo un bramoso appetito. Fu come il liquore più potente, più intossicante che potesse dare alla testa ad un uomo. Harlow era più inebriante del miglior scotch... Lo ottenebrava col bisogno di lei e con le travolgenti emozioni che suscitava nel suo cuore.
Lui era un uomo abituato a controllare i propri impulsi, le proprie necessità, ma da quando l'aveva conosciuta non c'era più segno del ferreo controllo che un tempo sapeva esercitare su di sé.
Continuò ad assaggiare la sua bocca, tanto calda, tanto dolce. Il gemito che le sfuggì alimentò il travolgente bisogno di lei, le dita che gli affondò nei capelli per avvicinarlo di più lo resero ancor più pazzo di desiderio.
Sua.
Harlow era sua.
La fece sedere per poterle togliere l'abito, poi lacerò la sua camicia mentre continuava ad intrappolarla con il bacio. I bottoni saltarono, le cuciture si strapparono. Ma che fosse dannato se gl'importava. Nulla importava più, solo arrivare a quella dolce, serica pelle e devastarle i sensi come lei devastava i suoi. Marchiarla nell'anima come lo marchiava lei.
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UNA PROPOSTA SCANDALOSA
ChickLitInsieme possono diventare una miscela esplosiva. King Sanders è affascinante, arrogante e molto presuntuoso. Harlow Winston, però, non ha alcuna intenzione di rovinarsi la vita cedendo alla sua primitiva sensualità, almeno fino al momento in cui il...