Questa storia si svolge in piccolo paesino chiamato Haling Cove, dove vive la famiglia Larson.
tutto inizia con il figlio, Michael, che vuole cambiare vita, dargli una svolta e finalmente smettere di vivere a casa dei suoi genitori per essere completamente indipendente;"Finalmente!" Esclamò Michael, "potrò fare tutto ciò che voglio, essere libero, vivere la vita che ho sempre sognato!" Continuò con tono sollevato, "mi troverò una casa!"
"Michael non credi sia troppo presto? E poi che cosa intendi con "essere libero"? Eh?" Disse sua madre.
"Beh ho 24 anni, è una vergogna che io viva ancora con i miei genitori!" Ribadì lui. "Onestamente er me sei ancora troppo giovane per andartene, magari trovati prima una fidanzata!" Esclamò sua madre, ma Michael continuò a sostenere di volersene andare. Finalmente giunse il giorno in cui lui comprò la sua nuova casa, consigliata dai suoi genitori, una struttura probabilmente molto antica, forse risalente persino alla fine dell'800, con le pareti esterne di un verdastro tendente alla tonalità pastello e dei tetti spioventi che davano i brividi a vedere.
un giardino abbastanza grande, con della vegetazione molto varia, con fiori, in particolare le rose rosse e scure, accompagnate da piante di ogni tipo, di cui la maggior parte era quasi morta, ma Michael non ci fece molto caso, "chiamerò qualche giardiniere a sistemare le piante appena ne avrò il tempo" penso tra se e se. Entrò in casa, le pareti erano stranamente in buone condizioni, considerando che erano lì da decenni, ma c'era un'enorme quantità di polvere, e c'erano 2 rampe di scale, una che portava verso il secondo piano, e una che portava verso la cantina. I mobili erano anch'essi molto antichi, sembrava una casa tipica nelle storie horror, ma Michael non si fece scoraggiare, e continuò con l'acquisto. "Ne è sicuro, signore?" Chiese formalmente l'agente immobiliare, "si! l'atmosfera è un po' cupa ma mi piace" rispose il ragazzo."Ottimo!" Esclamò l'agente scrivendo su alcuni moduli. "Perfetto! Me ne vado, si goda la sua nuova casa!" Continuò l'agente e se ne andò. Si fece sera, il sole tramontò, era ora di cena ma Micheal non aveva fame, si sentiva poco bene, andò in bagno a sciacquarsi la faccia, e dopo si guardò allo specchio con uno sguardo stanco, ma con la coda dell'occhio noto una figura passare, all'inizio pensò che era frutto della sua immaginazione per via della stanchezza dopo la giornata pesante, e andò a dormire.
la sua camera da letto aveva le pareti di un verde molto chiaro, piene di quadri e 4 specchi, uno su ogni parete; il ragazzo andò a dormire, ma si sveglio alle 3:30 di notte, non si preoccupò tanto, ma la cosa che lo fece impaurire fu il fatto che si sveglio con il suo riflesso davanti. Avendo uno specchio su ogni parete, avrebbe dovuto farlo ogni volta che si svegliava quindi di corsa tirò giu gli specchi e li mise in una scatola. "Mi specchierò in quello del bagno" pensò, e ritornò a dormire. La mattina seguente andò a lavoro,era un cameriere in una caffetteria molto conosciuta tra gli abitanti di Haling Cove, dopo il turno di lavoro, tornò a casa con il suo migliore amico, Phil, ma durante il tragitto, Michael non faceva altro che pensare a quello che era avvenuto la sera prima; "una figura che passava riflessa nello specchio? Nah, l'ho probabilmente immaginato! non sono così stupido da crederci!"Pensò, "ma era una coincidenza il fatto che mi sono svegliato alle 3:30? Si probabilmente è perché sono in una casa nuova" continuò a pensare come rassicurazione e nel frattempo i due erano finalmente giunti a casa e decidono di bere un tè e chiacchierare; durante la conversazione Phil commentò, "questa casa mi mette i brividi sai?" "Ti ci abituerai"rispose Micheal. Passò una buona mezz'ora e i due erano davvero stanchi, cosi invece di cucinare decisero di chiamare per il cibo a domicilio. Aspettarono impazientemente nel salotto della casa, mentre giocavano a carte per far passare più velocemente il tempo, una volta arrivato il presunto fattorino Phil corse ad aprire, erano entusiasti che l'attesa fosse finalmente finita;
L'amico apre la porta, e davanti a sé non trova nessuno, si guarda intorno ma ancora niente, così mentre stava per chiudere la porta pensando fosse uno scherzo nota che sul tappeto esterno alla porta c'è un bigliettino con su scritto "guardatevi intorno e non fate domande, io vi osservo, ma state attenti, non sono un semplice pezzo di carta da accartocciare, sono molto peggio, o forse no, lascio a voi la scelta su cosa fare" "MA COS'È? UNO SCHERZO?" Gridò Phil cercando di attirare l'attenzione di Michael, e di fatto lui si girò e disse: "hey, calmo, cosa succede? Non sarà mica morto qualcuno, haha!" Ma subito Phil gli passò il biglietto dicendogli di controllare lui stesso, Michael stupito fece cadere le carte con cui stava costruendo una piccola piramide e subito pensò alla figura che aveva visto con la coda dell'occhio la scorsa notte, e ipotizzò che fosse correlata a quella, ma lui era sicuro che i fantasmi e gli spiriti non esistessero! Così scartò questa teoria, e subito ne parlò con il suo migliore amico "E se fosse uno stalker? In effetti ha senso, non credi? Forse é uno scherzo da parte di qualcuno?" "Perché pensare subito al peggio? anche se il biglietto era abbastanza inquietante..." disse Phil.
"Beh, non sei poi così bello" ridacchiò
"Quindi cosa suggerisci di fare?" Rispose Micheal
"Facciamo così, rimango qui a casa tua per stanotte, così se succede qualcosa di strano ti tengo compagnia, no?" Propose Phil, e quasi immediatamente Michael accettò la proposta, così, quando finalmente il cibo arrivò, cenarono e dopo una discussione su chi fosse il miglior attore nel film che nel frattempo stavano guardando, decisero che finalmente era ora di andare a dormire; attraversarono il corridoio, salirono le scale e nel mentre che la lampadina del soffitto che illuminava poco e niente, si diressero verso la stanza da letto.
I due si misero a dormire nello stesso letto perché non c'erano ancora mobili nella stanza degli ospiti, e quindi si arrangiarono.
In poco tempo si addormentarono ma furono di colpo svegliati da un rumore di metallo che cadeva, "oddio, l'hai sentito Mike?" Disse l'amico palesemente impaurito dalla situazione, "si-" rispose l'altro "andiamo a controllare?" Continuò, "Ma sei scemo?" Disse Phil, "è la classica cosa che fanno nei film horror! Una cosa che ho imparato dal mondo del cinema é che non bisogna mai andare a controllare in queste situazioni!" continuò con tono da esperto, mentre camminava verso il bagno della camera;
"non so te, ma io ho più ansia se non controllo, poi ci penserei per tutta la notte, capisci?" Disse Micheal, "oh beh fai come vuoi, però se muori non sono il responsabile!" Esclamò con tono ironico Phil, "va bene mister.ne.so.tutto.di.horror" disse Micheal girando gli occhi al cielo con segno di sarcasmo e uscì dalla stanza, percorse il corridoio, scese le scale lentamente, e andò in salotto, da dove sembrava provenire il rumore, ma non trovò nulla, ma girandosi, vide, attaccato ad una parete, un biglietto attaccato al muro da un coltello insanguinato, così, spaventato lesse il biglietto ed esso citava "vi avevo detto di non fare domande, io ti ripeto che non sono solo un pezzo di carta, sono molto di più, come nell'altro biglietto, ti ripeto di agire come meglio credi"
"Oddio-" pensò Michael "e adesso di chi é questo sangue?" Il biglietto era quasi l'ultima delle sue priorità ma d'improvviso udì Phil urlare dal bagno, "SALI MICHAEL, MUOVITI!" Continuò ad urlare. Così Micheal di corsa salì le scale, attraversò il corridoio e spalancò di colpo la porta causando un forte tonfo trovandosi davanti Phil, impaurito, con uno sguardo perso nel vuoto, con del sangue che sgorgava dal braccio destro, mentre si copriva la ferita con l'altro braccio per non perdere troppo sangue, così Micheal chiamò subito i soccorsi: "911? Si abbiamo un'emergenza! Il mio amico, é stato accoltellato, perde molto sangue, per favore mandate un'ambulanza al più presto!" Chiese disperatamente al telefono rivolto verso l'operatrice del 911 che disse: "okay signore, mi dica il suo indirizzo e le manderemo un'ambulanza ma nel frattempo deve spiegarmi cosa é successo, va bene?" "il mio indirizzo é-" continuò per un po dando vari dettagli sul luogo, e poi riprese con la storia "non ho idea di cosa sia successo, avevo sentito uno strano rumore giù in salotto, e nel frattempo lui andò in bagno, e sembrava tutto tranquillo, ma quando scesi per controllare in salotto trovai un biglietto, attaccato al muro da un coltello insanguinato, e subito dopo lo sentì urlare." Disse con tono agitato Micheal, "uhm, Vabene signore, lo spiegherà alla polizia dopo" disse l'operatrice, "uh, aspetti, cosa?! S-signora lei non cap-," "capisco perfettamente signore, come ho già detto, ripeterà la sua versione alla polizia, non mi interrompa ulteriormente, grazie." E la telefonata si interruppe bruscamente.
Degli agenti di polizia furono mandati a casa di Micheal, per interrogarlo, si sedettero al tavolo e lui ripeté la stessa identica cosa agli agenti, che non gli credettero, così il poliziotto più basso disse "aspetteremo che il suo amico si riprenda così potrà dire come stanno realmente le cose, signore." E se ne andarono.
Micheal rimase ovviamente scosso da quella inquietante vicenda ma decise di non pensarci, e andò a trovare il suo amico in ospedale il giorno dopo; "h-hey Phil, uhm, mi dispiace per ieri, tutto bene? Ti senti meglio?" Disse Micheal dispiaciuto.
"Si, tranquillo, non è stato niente di che, e poi non dispiacerti, sono voluto rimanere io in casa con te, ma è una decisione di cui non mi pento, se non ci sarei stato io, chissà cosa sarebbe potuto capitare a te tutto solo!" Disse con tono scherzoso, "oh wow il mio principe azzurro mi ha salvato! Come potrei ricambiare my lord?" Disse Micheal ridendo rumorosamente "Oh beh, niente di che, vorrei solo una pizza al formaggio e qualche partita a UNO se ti va" a Phil tornò subito il sorriso nel rivedere Micheal di buonumore che a sua volta rimase sollevato di non aver perso un'amicizia, durata ormai 8 anni. Così dopo circa 1 ora uscì dalla stanza d'ospedale e salì in macchina, tirò un lungo sospiro di sollievo;
almeno una cosa gli era andata bene,no? Così andò nella caffetteria dove lavorava e iniziò il turno di lavoro serale.
La caffetteria di notte era molto calma, lui era l'unico cameriere; il barista in quel momento, non vedendo nessun cliente decise di uscire sul retro a fumare; così il cameriere rimase da solo, in quell'assordante silenzio, pensando a quello che gli era successo la sera prima; si sedette ad un tavolo , ma, mentre era perso nel bel mezzo dei suoi pensieri si accorse che il tempo era passato velocemente ed il suo turno era già finito.
Si diresse verso casa sua, era notte fonda, cosi si trovò sul portico mentre cercava le chiavi di casa in tasca, e sentì una "presenza" toccargli la spalla;
Michael fu preso dal panico, non voleva più saperne di strane presenze e roba senza senso così più in fretta che poté aprì la porta e si chiuse in casa, fece un veloce spuntino e andò in bagno per fare una doccia ma nel momento in cui si specchiò notò una strana figura riflessa dietro di lui nello specchio, gli prese un colpo, il panico totale, non sapeva più cosa pensare ma nel momento in cui rimase senza parole la figura iniziò a parlare "non voglio fare giri di parole, quindi, ti propongo un patto" La figura era stranamente diretta, sembrava avere fretta, oppure come se fosse ansiosa, ma Micheal non fece caso a questo "dettaglio" era già completamente immobilizzato dalla paura, aveva più domande che risposte, l'unica cosa che voleva in quel momento era scappare via, ma si sentiva come paralizzato, non riusciva a muovere un muscolo, il suo desiderio di chiamare aiuto era immenso, ma ad un certo punto lasciò tutte le speranze e ascoltò cosa aveva da dire l'entità, ed essa gli propose un accordo,
consisteva nel fatto che Micheal potesse vivere la sua vita normalmente, ma l'entità a volte, senza preavviso, potesse prendere possesso del suo corpo, portandolo a compiere atti senza esserne cosciente. Se egli non avesse accettato il patto,
l'entità lo avrebbe tormentato nel sonno, gli avrebbe fatto sentire voci nella testa e quindi portandolo lentamente ad impazzire;
senza esitazione Micheal accettò la proposta, così l'entità d'improvviso sparì.(Ho scritto questa storia quasi 2 anni fa, scusate per il cringe)
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Chiarire con gli specchi
Mystery / ThrillerQuesta storia inizia con Michael, un ragazzo di circa 24 anni, annoiato e angosciato da tutto, si potrebbe dire che è anche un po' paranoico. Il racconto prende luogo in una piccola città inglese. Il tutto inizia con il protagonista che dà una svolt...