" E forse non è vero amore
se dico che tu mi sei
la cosa più cara;
amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso"Caro Simone,
Ti chiederai perché ti scrivo proprio adesso. Oggi è 16 Dicembre 2025 e tu te nei andato a New York esattamente 5 anni fa oggi.
Ricordo esattamente quel giorno, a te brillavano gli occhi, perché stavi inseguendo il tuo sogno, diventare un Fisico importante, e a giudicare dalle notizie sui giornali ci sei riuscito benissimo.
A me quel pomeriggio nel mio garage mi si è fermato il cuore, ho smesso di respirare, mi tremavano le gambe mi stavo facendo scivolare via la cosa più bella che mi fosse mai capitata: te.
Mi è mancato il coraggio di dirti che i sentimenti che tu provavi per me, li provavo anche io, che il mio cuore era già tuo il primo giorno che i nostri occhi si sono incontrati nei corridoi di scuola, che quella notte al cantiere mi sono sentito amato come mai prima, che ho imparato a leggerti attraverso le tue espressioni, che quelle sere quando guardavamo le stelle tu stavi col naso all'insù verso il cielo, io guardavo te, perché sei sempre stato più bello di quegli infiniti puntini nel cielo.
E' quasi Natale ed io ripenso al nostro accordo di non farci regali, perché ci bastava la presenza dell'altro puntualmente infranto da me perché non ho saputo resistere a regalarti un pupazzo a forma di dinosauro, è impressa ancora nella mia mente quando l'ahi scartato continuandomi a ripetere che "non dovevo perché io non t'ho fatto niente" poi ti sei bloccato hanno iniziato a tremarti le mani, io non ho potuto fare a meno di avvicinarmi e stringerle con le mie, hai smesso di tremare, e ti ho stretto in un abbraccio silenzioso, sotto l'albero di natale, in quella stretta mi sono sentito a casa.
Poi sei andato via.
Ti sei portato via il sole e mi hai lasciato al buio.
I mesi successivi alla tua partenza, sono stati complicati, tutto mi ricordava te, i disegni che facevi sul banco di scuola, a fine lezioni, mi fermavo a fare una foto le ho conservate tutte. gelosamente.
Villa borghese, I Fori, dove mi portavi a fare lunghe passeggiate quando mi vedevi triste, non avevo bisogno di dirtelo, tu lo capivi e basta.
La terrazza del Pincio, dove passavamo le serate a parlare per ore e mangiare la pizza, tu puntualmente ti sporcavi sempre perché ti ostinavi a non piegare lo spicchio, scoppiavamo a ridere.
Ci sono tornato da solo e il suono della tua risata riecheggia ancora.
Tutti i pomeriggi passati nel mio garage, dove mi guardavi lavorare a qualcosa, con l'aria meravigliata e mi dicevi sempre come facessi a capire dove mettere le mani.
A tutti i "Vengo con te" urlati o sussurrati che sapevano di " ti amo" li ho impressi nella mente e nel cuore soprattutto il primo, quando ti offrivo accompagnami da Sbarra e metterti in pericolo per me.
Non ti ho mai meritato.
Non sono mai stato all'altezza del tuo amore.
Sarai per sempre casa mia.
" perché non mi è servito a niente rimanere solo,
e non è vero che il silenzio può risolvere avrei dovuto dirti prima di partire
di lasciare indietro una ragione per tornare"***********
Dopo un anno di buio, nella mia vita è entrata Marta, tutto è diventato un po' più leggero, il macigno che avevo detto si è sgretolato in parte.
Ci siamo conosciuti all'Università, con lei è stato facile parlare fin da subito, mi ha compreso e ascoltato senza chiedere niente o pretendere qualcosa in cambio.
Ci siano messi insieme poco dopo e tra sei mesi ci sposiamo.
Il luogo dell'evento è casa tua, ironico vero? È stato tuo padre ad insistere, mi ha addirittura fatto una copia delle chiavi di casa.
Non ho mai varcato quella porta prima di oggi, mentre ti scrivo questa lettera.
Senza Coraggio, ancora.
Il pensiero di percorrere il salotto, di toccare il divano rosso dove passavamo le serate a guardare un film e puntualmente iniziavano a discutere su quale personaggio fosse migliore, tu tenevi sempre il punto e io intenerito ti assecondavo e finivamo sempre per addormentarci, avvolti dalla coperta blu tu con la testa sulla mia spalla, i ricci che mi solleticavano il mento, ti lasciavo sempre un bacio leggero tra quel groviglio corvino, prima che il ritmo del tuo respiro arrivasse alle mie orecchie, e mi facesse addormentare anche a me.La tua stanza, dove passavano i pomeriggi a studiare, tu con l'aria concentrata ed io che mi perdevo a guardarti.
posso anora vedere la piccola ruga che ti si formava sulla fronte, il modo in cui ti passavi nervosamente le mani tra i capelli segno che non capivi del tutto quello che leggevi e lo evidenziavi.Sulla scrivania ne avevi sempre tre:
l'azzurro per le cose che non capivi al primo colpo,
il verde per quelle che erano chiare e cristalline al prima lettura e il giallo per quelle che lasciavi in sospeso.Chissà se lo fai ancora.
La piscina.
il nostro posto.
Dove mentre guardavamo il cielo stellato, ci siamo dati il primo di tanti baci che ci siamo scambiati.Quando le nostre labbra si incontravano mi sentivo leggero, sembrava di volare.
Quella leggerezza neanche Marta è riuscita a darmela.
Non so se mai questa lettera ti arriverà o la leggerai, volevo dirti che non mi pento del tempo che abbiamo passato insieme e che conserverò ogni attimo nel mio cuore.
Ti amo.
Per sempre tuo, Manuel.
buonasera, questa è una bozza di un sacco di tempo scritta a caso e mai completata ora le ho dato (forse)
un senso spero non faccia troppo schifo, ciao<3-alessia