Simone è sempre stato un solitario, quando era più piccolo la vedeva la solitudine come la sua più acerrima nemica, all'asilo la maggior parte nessuno giocava mai con lui e passava intere giornate con la maestre o stava in disparte a disegnare e colorare la famiglia che non aveva mai avuto, i suoi genitori si erano separati, sua mamma Floriana vive in Scozia e lui è sempre vissuto con suo padre Dante, professore di filosofia preoccupato più dai problemi dei suoi alunni che quelli del figlio, e questo a Simone pesava.
Durante il Liceo questa condizione era aumentata, i suoi compagni non lo invitavano quasi mai alle feste di compleanno, o a passare del tempo con loro fuori scuola, per questo usciva spesso da solo usando le scuse più disparate con suo padre e ogni volta la speranza che gli chiedesse qualcosa in più svaniva e finiva per passare la serata su un gradino di un palazzo in un vicolo di Roma in compagnia di una pizza.
L'unico suo vantaggio, è sempre stato quello di avere una predisposizione innata per lo studio che lo porta ad essere uno degli studenti più brillanti del suo liceo e questo ha comportato l'avvicinamento di alcuni dei suoi compagni che improvvisamente lo trovavano interessante per farsi passare i compiti in classe. Simone ne era consapevole, ma pur di sentirsi parte di qualcosa anche solo cinque minuti non ha mai detto niente.
Si sentiva amato così, lui che questo sentimento non lo conosceva in prima persona se non attraverso i film, uno che l'aveva particolarmente colpito era Noi siamo Infinito.
"Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare."
Questa frase l'aveva sentita dentro, come se quel professore si stesse rivolgendo a lui. Poteva riassumere come si è sempre sentito.Poi tutto è cambiato, il primo giorno di terzo superiore, quando con un ritardo di mezz'ora e appare il ragazzo più bello che avesse mai visto, la prima cosa che nota sono i ricci disordinati che quasi gli coprono la fronte, un paio di occhi color miele, la barba appena accennata e una voce profonda con un marcatissimo accento romano.
Gli tremava il cuore, lo stomaco in subbuglio, il respiro corto.
Era questo forse l'amore?
Dopo essere stato rimproverato dal professore per il ritardo il ragazzo, che pare chiamarsi Manuel, gli si addice- pensa Simone- bello proprio come lui.
Il destino beffardo vuole che l'unico banco libero sia quello accanto al corvino, così vede il ragazzo avvicinarsi con spasso svelto, si sistema sulla sedia ed improvvisamente allunga la mano verso Simone
"Piacere so Manuel"
Simone resta inizialmente interdetto da quell'improvviso contatto, rimane in silenzio per attimi che sembrano eterni, il loro occhi s'incatenano in quelli dell'altro.
"Piacere Simone"Da quel momento incuranti della lezione iniziano a parlare avviene tutto in modo spontaneo e naturale come se fosse già scritto che dovessero incontrarsi.
"Inizia da due occhi e non finisce più."*****
10 anni dopo
"Papà mi racconti di nuovo come è successo?" La voce squillante di Jacopo arriva alle orecchie di Simone che scatta dalla cucina al salotto per raggiungere il figlio.
"Che cosa amore?"
"Il primo appuntamento tuo e di Papi"
Simone sente il cuore sciogliersi come un ghiacciolo al sole. Gliel'aveva raccontata mille volte, manon si sarebbe mai stancato di farlo.
Simone si siede sul divano e Jacopo lo segue accoccolandosi a lui, sta per inziare il racconto quando sentono la serratura della porta scattare.
"PAPI!"
Il bambino si scosta dalla posizione che aveva assunto e con uno scatto degno di un velocista, si dirige all'ingresso, quasi non lascia il tempo al padre di entrare che già è tra le sue braccia.
"Ciao amore mio." gli dice accarezzandogli una guancia.
Simone si schiarisce per annunciare la sua presenza, aveva osservato tutta la scena in silenzio con un sorriso stampato in volto.
"Vabbè ho capito va, Ciao amori miei"
Simone si avvicina al marito, gli lascia un bacio sulle labbra.
" Papi Papi! Papà mi stava per raccontare il vostro primo appuntamento!"
" Sarà 'a centesima volta che te lo raccontamo, nte sei stancato?"
Il figlio ancora tra le braccia del padre scuote la testa.
Si siedono tutti e tre sul divano , con Jacopo al centro.
Simone inizia a raccontare come Papi lo aveva portato al laghetto a Villa Borgese, saliti sulla barca neanche fanno dieci metri che cadono rovinosamente in acqua perché dall'agitazione Papi aveva remato troppo forte. L'unica cosa positiva è che erano i primi giorni d'estate e non faceva così freddo, hanno passato quel pomeriggio tra risate, gelati e primi baci, zuppi fradici, ma già pieni d'amore."Siete proprio due casi persi voi due" Jacopo tra le risate, che risuonavano in tutta la stanza
"E chi te l'ha insegnata sta frase?" Simone non può fare a meno di sorridere
"I cartoni animati Papà" ovviamente.Simone non si capacitava di come fosse possibile che da uno scambio di sguardi e una presentazione avrebbe trovato l'amore della sua vita e ci avrebbe costruito una
Un ragazzo dai ricci di disordinati, con il nome più bello che avesse mai sentito: Manuel.Ha trovato la sua casa. Questo è l'amore che crede di meritare.