Capitolo 1 - Il Buio

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Hawkins, 1986

1

Eddie stava correndo a perdifiato, ancora incredulo e scioccato di ciò che era appena avvenuto nella roulotte dove abitava con suo zio.
Il corpo di Chrissy era entrato in una sorta di trance, in piedi, gli occhi rovesciati all'insù quasi fossero rientrati nel cranio; Eddie l'aveva scossa un po', cercando di svegliarla inutilmente; poi all'improvviso, il corpo della cheerleader aveva iniziato a levitare, gli arti ad uno ad uno si spezzarono in un sonoro schiocco seguiti dalla mandibola. Ad Eddie quel suono fece venire il voltastomaco. Eddie stava urlando, non si accorse nemmeno di ciò che fece dopo, uscendo con il cuore in gola dalla roulotte, salì in macchina, lanciandosi a tutto gas verso una meta ancora non definita.
Dalla parte opposta della strada, quella sera, la giovane Maxine Mayfield stava assistendo alla scena.

2

Dopo quella che a lui parve un'eternità, Eddie si arrestó, si sentiva i polmoni andare a fuoco, ogni respiro era intriso del gusto ferroso del sangue. Sputó a terra qualche volta, si accasció contro un albero e per la prima volta, da quando aveva abbandonato la macchina e aveva iniziato a correre, si guardó intorno, non riuscendo a capire molto bene dove si trovasse. Pensó di aver guidato almeno un paio d'ore e poi aver abbandonato la macchina e aver corso in mezzo alla vegetazione per circa mezz'ora. Voleva allontanarsi il più possibile da Hawkins, da casa sua.
Si sentiva disorientato, la testa gli pulsava, la milza gli doleva per la lunga corsa e pensò, ancora una volta, che stesse andando fuori di testa.
Rivide la scena un centinaio di volte, lui che dalla camera tornava da Chrissy, il suo corpo sollevarsi e spezzarsi come rami secchi. Eddie si portó i palmi delle mani contro gli occhi, strofinandoseli, come se volesse cancellare ciò che aveva visto, o pensava di aver visto. Non era la prima volta che succedeva, ma questa volta, pensó, tutto sembrava così reale e vivido.
"Stai andando fuori di testa Eddie Munson. Sei lo strambo fuori di testa... hai immaginato tutto, ecco come stanno le cose. Ora devi tornare a casa e spiegare tutto, vedrai che si sistemerà ogni cosa." la voce nella testa di Eddie sembrava cercare di calmarlo, di instillare un po' di razionalità, ciò che aveva visto non è stato altro che un incubo, e ancora stava dormendo. Insomma, si chiese, che altro sarebbe potuto essere altrimenti?

3

Eddie non sapeva dire quanto tempo passó prima di addormentarsi, forse un'ora, forse due, gli occhi si chiusero dalla stanchezza malgrado il cervello non riuscisse a smettere di pensare. Al suo risveglio, potè notare, il sole era già alto in cielo. A quell'ora, pensó, suo zio avrebbe già visto il corpo della ragazza del salotto della roulotte, avrebbe già avvertito il distretto di polizia e sarebbero già stati sul luogo a fargli qualche domanda, mentre lui era fuggito, incapace di accettare ciò che era successo. Si sentiva in colpa, era terrorizzato e per giunta non aveva la più pallida idea di dove fosse, o come sarebbe potuto tornare a casa.
"O quando..." la voce stessa nella testa di Eddie sembrava non dargli pace.
Si sentì bruciare gli occhi, come quando da piccolo piangeva perché non riusciva a smettere di pensare a quello che suo padre faceva a sua mamma. Odiava sè stesso, non accettava il fatto di non poter far nulla... Se solo fosse stato più grande, si ripeteva sempre quando aveva 4 anni, se solo fosse stato più grande gliel'avrebbe fatta pagare a suo padre. Ma Eddie era solo un bambino e aveva imparato a sue spese che mettersi in mezzo a suo padre e sua mamma non era un'idea da ripetersi troppo spesso, lo dimostrano le cicatrici sulla schiena della cinghia di suo padre ed un paio di bruciature da sigaro sul polso sinistro, si premurava sempre di coprirle al meglio sotto l'orologio, c'erano dei giorni, specialmente quelli più silenziosi, quando era in compagnia della sua sola mente, in cui giurava di poter ancora sentire il rumore della carne che sfrigolava, il puzzo di pollo bruciato e il dolore che aveva provato in quell'istante. Lunghi brividi gli percorrevano la schiena, ogni volta che nella sua mente si rifacevano vive certe scene. Suo padre che urlava, nell'aria l'odore di gin e fumo di sigari, sua mamma rannicchiata in un angolo come un cucciolo indifeso che piangeva, il sangue che le colava lungo le cosce e il viso tumefatto, il rumore metallico della cintura di suo padre che si sganciava e il sibilo che produce mentre veniva sferzata nell'aria, seguita da uno schiocco contro la schiena di Eddie.
"Sta succedendo di nuovo Eddie, ti stai perdendo nei tuoi pensieri. Nei tuoi pensieri del cazzo!" Eddie si asciugó velocemente una lacrima con la manica della maglia. Doveva calmarsi, e doveva calmarsi in fretta. Se i suoi calcoli erano corretti, la polizia (e avrebbe potuto giurare sulla sua stessa vita) e Jason Carver con la bandicciola di lanciatori di palle erano sulle sue tracce per sbatterlo dentro o... Eddie non voleva pensare a quali pene avesse in mente per lui quel coglione di Carver.
Si alzó lentamente, poggiandosi contro l'albero dietro la sua schiena. Per la prima volta attentamente, Eddie cercó di capire dove si trovasse. L'unica cosa di cui era certo, aveva lasciato Hawkins alle sue spalle da un pezzo. Quel luogo aveva un che di sinistro, tetro, e malgrado la temperatura elevata ad Eddie vennero i brividi. Intorno a lui, in tutte le direzioni, si estendeva un bosco, non abbastanza fitto da non far passare le luci, ma qualcosa nel suo subconscio gli disse che quel posto era molto più fitto ed immenso di quel che pensasse. In qualche modo, era come se gli alberi si chiudessero sopra di lui, quasi soffocandolo.
Era avvolto da un silenzio quasi spettrale, innaturale. Malgrado l'assenza di rumori, Eddie non poteva far a meno di pensare che qualcuno, o qualcosa, lo stesse osservando da non troppo lontano. Non lo avrebbe mai ammesso, ma era spaventato a morte.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, facendo respiri lenti e lunghi.
Riaprendoli, non più di qualche secondo dopo, su tutto intorno a lui era calato il buio, guardó l'orologio al polso, segnava le 22:45. Eddie strabuzzó gli occhi incredulo.
"Ok Eddie. Ce l'hai fatta. Ci sei riuscito alla fine. Sei impazzito completamente." eppure, avrebbe giurato di non aver chiuso gli occhi più di qualche secondo. Cosa stava succedendo, come si era cacciato in quella situazione?

Heaven's on Fire\\ Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora