1
Eddie dormì una notte popolata da incubi. Inizió a ricordare ogni cosa successa nel bosco, ogni sensazione provata, ogni volta che Sydney sembró esssere lì a guidarlo.
Perché il suo passato lo tormentava tornando in superficie?
Svegliandosi di colpo, notó di essere ancora abbracciato a Sydney, la sua testa poggiata sul petto, le loro mani si stavano sfiorando.
Cosa sta succedendo Syd? pensó Eddie, cercando di addormentarsi nuovamente.
Non sapeva darsi nessuna spiegazione logica, era convinto però che lui e Sydney in qualche modo si sarebbero dovuti incontrare, in una vita o in un'altra.
Sentiva un'ancestrale sensazione di reciproca appartenenza.
È stato come un frontale, la collisione di due particelle accelerate l'una contro l'altra; le loro anime si erano scontrate ed erano diventate l'una per l'altra una necessità, un mix di sequenze e ricordi che appartenevano ora ad entrambe. Legate da un entanglement per l'eternità.
Due anime, ognuna a guardia della solitudine dell'altra.
Passato, presente e futuro fusi insieme tramite fili invisibili.
Ad Eddie inizió a formicolare il braccio, ma per nulla al mondo lo avrebbe spostato.
Incroció le dita alle sue e so addormentó nuovamente. Niente incubi questa volta.2
Al mattino Sydney e Eddie si svegliarono quasi simultaneamente. Era la prima volta che Sydney si risvegliava con un ragazzo al suo fianco, con Eddie Munson, al suo fianco. Eppure le sembró così naturale. Si alzó, andando ad aprire la finestra per far entrare dell'aria fresca. Eddie si stropicció gli occhi e guardò Sydney ancora mezzo addormentato.
"Che c'è? Perché quell faccia divertita?" le chiese notando la sua espressione.
"Sembra che tu abbia messo le dita nella presa Eddie, hai tutti i capelli spettinati." inizió a ridere e poco dopo si trovó bloccata al muro da Eddie.
"Signorina, non tutti siamo dei modelli al mattino, e trovo ingiusto che tu lo sia." la sua voce graffiante, ancora rauca arrivó all'orecchio di Sydney in un mormorio. Smise di ridere e per un momento le sembró di aver anche smesso di respirare.
"Io..." guardó Eddie e si rese conto solo in quel momento che era più alto di lei di una ventina di centimetri.
Eddie la sollevó, portandola a letto, sopra di lei inizió a farle solletico sui fianchi e pian piano vide le sue guance diventare sempre più rosse mentre un po' di sudore le scese dalla fronte.
"Ba-basta Ed-die! Ti prego!" con la voce che le tremava Sydney pensó che non ricordava di essere mai stata tanto felice da quando erano morti i suoi nonni.
Eddie si fermó, lasciandola riprendere fiato.
"Ora siamo pari." le fece un occhiolino e poi andó in bagno. Doveva assolutamente calmarsi, quella ragazza lo stava al facendo andare su di giri.
Respiró profondamente un paio di volte, sciacquandosi il viso con acqua fredda cercando di ricomporsi. Chrissy gli piaceva, ma non si sentiva in quel modo con lei. Se Chrissy era stata una pioggia primaverile, Sydney è una tempesta tropicale.
Si guardó allo specchio, cercando di sistemarsi meglio i capelli e tutt'ad un tratto si bloccó. Qualcuno era entrato in camera di Sydney.
"Papà! Cosa ci fai qui?" Eddie percepì l'ansia nella sua voce, i suoi battiti accelerarono.
"È casa mia, Sydney. Posso stare dove voglio. C'è qualcuno qui?" la voce di Jason era tagliente, un tono d'odio e rabbia.
"Nessuno papà. Non c'è mai nessuno in questa camera." Sydney non sembró farsi intimorire più di tanto dal padre.
"Stavi ridendo. E parlavi con qualcuno. Sei tornata ad essere pazza? Vuoi forse tornare dal Dottor. Peterson?" il tono tagliente fede venire in mente ad Eddie una serpe. Se avessero potuto parlare, quella sarebbe stata la loro voce.
"Stavo parlando con Isabelle al telefono. Mi ha raccontato una storia divertente che le è successa ieri al centro commerciale. Ora, lasciami andare il polso, Jason."
Nella stanza affianco scese il silenzio, poi il sonoro rumore di uno schiaffo.
"Non prendermi in giro ragazzina. E metti a posto qui dentro, fa schifo. Vorrei non fossi mai nata." a quel punto Eddie fece per uscire, ma una volta fuori dal bagno Jason Carver era già fuori dalla camera da letto della figlia.
Eddie volle seguire Jason ma si sentì trattenere da Sydney. Non appena la vide, la mano di Jason tatuata sulla guancia di Sydney, Eddie non potè fare altro che stringerla a sè. Sembró così piccola in quel momento, della ragazza dell'arcade ne era rimasta solo un'ombra, ora era la piccola bambina della baita in montagna che piangeva per una muffola.
"La pagherà Sydney, te lo prometto." la strinse sentendo la curvatura della sua schiena, appoggió il mento sulla sua testa e la culló lentamente.
Non riuscì a non sentirsi in colpa. Quello schiaffo se lo era preso a causa sua, e chissá quanti ne avesse già presi prima di quel giorno.
Non seppe quanto tempo passó prima che si sciolsero da quell'abbraccio.
Un abbraccio che fu come una scialuppa di salvataggio.
"Abbiamo molto da fare oggi Eddie Munson. Per prima cosa, dobbiamo fare colazione, poi penseremo ai tuoi documenti e dopo dobbiamo festeggiare la tua seconda nascita. Un po' come Gesù Cristo in fondo." fece un sorriso nervoso e dopo aver aspettato che i genitori uscissero, andó con Eddie in cucina.
Eddie notó, per la seconda volta, che quando qualcosa era nella testa di Sydney, qualcosa di oscuro, pericoloso o spaventoso, lei evitava di parlarne, si estraniava dal mondo e faceva finta che nulla fosse mai successo.
Avrebbe voluto dirle che lui era lì. Era lì e lei si sarebbe potuta sentire libera di andare da lui, per qualsiasi motivo.
Forse quelle parole sarebbero servite davvero a Sydney in quel momento, forse avrebbe solo voluto sprofondare in un abbraccio, uno di quelli che ti salvano la vita. Con le mani tremanti Sydney stava preparando l'impatto per i pancake, ci aggiunse le gocce di coccolato e versó l'impatto in padella. Sapeva che Eddie la stesse osservando attentamente, lo sentiva il suo sguardo bruciarle addosso.
Mentre le mani ancora le tremavano, cercó di girare il pancake, questo si ruppe; e Sydney lo gettó via esasperata.
"Ehi..." Eddie la raggiunse, le prese la pentola e la spatola dalle mani, posandole sul bancone.
"Perché non prendi un paio di bicchieri, li riempi con del delizioso succo e mi aspetti a letto? Li preparo io i pancake." Eddie le mise le mani a coppa sul viso.
Quel contatto, così delicato, fresco; era qualcosa a cui Sydney non era abituata. Le mani calde di Eddie le avvolgevano il viso, il pollice le asciugó una lacrima.
"Sei sicuro Eddie? Insomma io... io posso farli." disse lei, schiarendosi la voce.
Lui le sorrise, lasciandole un lieve bacio sulla fronte.
"So che puoi farli Syd. Ma voglio fare qualcosa io per te, dopo tutto ciò che stai facendo. Quindi ora prendi un paio di bicchieri, del succo e vai a riposare ancora qualche minuto. Qua me la cavo." le accarezzó una guancia e vide l'ombra di un sorriso sul suo volto.
Meglio di niente, pensó Eddie mentre si metteva a preparare i pancake.
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Heaven's on Fire\\ Eddie Munson
RomanceDue mondi distinti, separati dal tempo. Due mondi non destinati ad incontrarsi, eppure tutto durante una notte, cambia. Eddie "Lo Strambo" Munson si ritrova in un tempo che non gli appartiene, estraneo in una città a lui così familiare. Sydney Car...