Gli allenamenti per il campionato sono iniziati oggi. Io e la squadra di pallavolo ci alleniamo nella palestra scolastica, mentre quella di football lo fa nel loro enorme campo, che probabilmente è grande quanto tutta la scuola. Grazie alle larghe finestre che si trovano qui, riusciamo a vedere i ragazzi che si allenano in campo. Mio fratello è il numero 11, il suo ruolo è il runningback, in pratica ciò che deve fare è ricevere la palla. Lo sto guardando adesso, mentre attende che lo shotgun, passi la palla al quarterback, nonché l'innominabile numero 14: Logan Mitchell. Devo dire che nel football se la cava, non per niente il suo ruolo è il QB, uno dei più importanti, in quanto è il giocatore che gestisce la palla più degli altri. Da quel che so, gli sono state offerte delle borse di studio da tutte le università della ivy league.
«Thompson! Penserai più tardi a Logan Mitchell. Ora è il momento di giocare!», Odo il coach battere le mani e prendo un grosso respiro, voltandomi verso il mio campo. I miei pensieri svaniscono in un batter d'occhio, e sento le guance arrossire quando realizzo che il coach mi ha beccata a fissare quei sacchi di ormoni che giocano a palla.
«Mia!», Grida Maeve, una ragazza minuta e dai lunghi capelli rossi. È una delle migliori della squadra, non per niente infatti, appena schiaccia sotto rete, fa punto. Le ragazze dall'altra parte del campo fanno cadere le braccia lungo i fianchi e espirano nervose per aver perso.
«Complimenti Mav!», Le sorrido e lei ricambia abbastanza felice della mia osservazione nei suoi confronti, dato che sono il capitano.
Cerco sempre di motivare le ragazze della mia squadra, che è quasi sempre vincente grazie all'allenatore Sydney. Ci allena come se fosse l'unica cosa che conta nell'ambito scolastico, e lo fa per molte ore. Certo, ne esco sfinita e distrutta ma il bello è che grazie allo sport sono giustificata per i compiti.
«Bene ragazze, domani alle tre del pomeriggio ci vediamo di nuovo in palestra, vi voglio cariche!» La voce dell'allenatore ci fa girare tutte verso di lui.
Le ragazze si dirigono a prendere i propri borsoni e, dopo aver dato un cinque a Sydney che ha le mani sui fianchi e la testa piegata a destra, vanno verso gli spogliatoi.
«Laila, vieni qui», mentre batte il cinque all'ultima ragazza, mi indica con l'indice il posto accanto a lui ed io inspiro, terrorizzata dalla predica che dovrà farmi.
Mi abbasso per prendere il borsone, me lo metto in spalla e, a passo svelto mi dirigo verso il mio coach. Appena mi ci trovo davanti, lui mi guarda con un sorriso comprensivo. Io mi ritrovo ad arricciare le sopracciglia in segno di una domanda. «Ho fatto qualcosa?», mormoro assottigliando di poco gli occhi, timorosa della risposta.
Lui sospira e incrocia le braccia, ricoperte dalla felpa blu, al petto. «No, solo...Non distrarti per nessun ragazzo, Thompson. Certo, posso capire che Mitchell-»
Ma che cazzo ha capito!?
«No, no, no! Coach-», cerco di parlare e di fargli capire che nella mia testa ci potrà essere di tutto, ma mai, e dico mai, un giocatore di football.
Lui mi fa segno con la mano di fare silenzio. «Non interrompermi, Laila.» Si lecca le labbra, seccato. «Dicevo, posso capire quanto Mitchell sia di bell'aspetto e quanto possa occupare il tuo tempo con altre...attività, ma-»
No, adesso è troppo. Non posso farsì che il mio coach sia convinto del fatto che io faccia sesso con Logan Mitchell.
«Guardi, coach...c'è un problema.» Sorrido imbarazzata a causa delle sue affermazioni e faccio una risatina forzata è completamente falsa. «Io non vado a letto con Logan Mitchell e a malapena ci parliamo. Stavo guardando mio fratello, tutto qui», mento, dato che per metà del tempo stavo pensando al coglione di Mitchell e al suo ruolo.
STAI LEGGENDO
Fuck The Rule (in revisione)
RomanceTutto nasce da una 𝒓𝒆𝒈𝒐𝒍𝒂, impostata da un'adolescente. Per chi è stata creata questa regola? Per se stessa. Laila Thompson ha diciotto anni, vive a Santa Monica e ha una regola: mai e poi 𝒎𝒂𝒊 uscire con un ragazzo della squadra di football...