Quando siamo bambini impariamo che ogni volta che ci svegliamo da un incubo allora vuol dire che se siamo fuori.
Significa essere salvi, al sicuro.
E pensiamo che l'unica cosa che vorremmo durasse per sempre siano i sogni, così speriamo di realizzarli.
Ma mai nessuno dice che accade lo stesso con gli incubi, anche quelli possono diventare reali, possono inseguirti da sveglio.
Possono soffocarti, possono farti sanguinare e decisamente possono ucciderti.
Io sono una di quelle persone, che ha creduto solo nei sogni, perché quelli brutti mi terrorizzavano a morte.
Non guardavo neanche sotto il letto.
Eppure, ora sono sveglia, non sono più una ragazzina ma spero ancora che tutto finisca, spero di riaprire gli occhi in un mondo che non tenta costantemente di farmi del male.
Non ho citazioni, non ho nulla da dire che possa definire come mi sento.
Perché è stupido aspettarsi che qualcuno lo sappia, rifugiarsi in frasi rubate, aspettarsi di sentirsi meglio.
Non sto meglio, dirlo non cambia niente.
Ovunque io vada qualcosa mi insegue ed è sfiancante, mi fa infuriare.
Sono arrabbiata, sono delusa, triste e sono sola.
Chris mi guarda affranto, riesco a vedere il suo senso di colpa ma non m'importa, non m'importa come si sente, quali sono le sue motivazioni.
Mi ha mentito, come hanno fatto gli altri, come hanno fatto i miei genitori, come io ho fatto.
Non è diverso, è esattamente come tutti gli altri.
La donna al suo fianco sembra dispiaciuta, al punto da non guardarmi direttamente.<<Mi dispiace, Ray>>riesce a dire.
<<Per cosa?>>sollevo gli occhi su di lui con più durezza<<Per avermi ingannata per un anno o che lo abbia scoperto così?>>
<<Per tutto>>
Fa un passo in avanti ed io torno addosso alla portiera, sembra ferito dal mio gesto istintivo.
Il sogno che ho fatto ripeteva la stessa cosa che ora la mia mente ripete: non toccarmi.<<Vi lascio soli>>
Jean tocca il braccio del figliastro, dirlo è irreale, e poi se ne va.
La guardo tornare nel giardino con gli addetti incuriositi, perché riesco a guardare ovunque tranne che lui. Vorrei essere la donna che mi ero detta di diventare, una paziente e matura ma come posso aggrapparmi alla figura di qualcuno che ancora non sono?<<Mi dispiace, non volevo ferirti.>>
<<Sì>>sussurro<<Lo hai detto anche l'ultima volta.>>
Quando gli punto gli occhi addosso sento qualcosa che non ricordavo.
Una cosa che ero certa aver abbandonato in Italia, insieme a tutto il resto ma scopro che non è così.
La rabbia, quella folle e possessiva rabbia scorre nella mie viene.
È sempre stata fatale per la mia famiglia, il rancore ci ha distrutti.
Fino ad adesso ho pensato di essere diversa, quella buona, perché preferivo crogiolarmi nel dolore ma era una bugia.
La sofferenza è una fase, dopo c'è la furia, come posso essere stata tanta cieca?<<L'ultima volta?>>chiede piano.
<<Quando non mi ha detto di Jenny e l'ho scoperto in Scozia.>>gli ricordo<<O quando hai lasciato che ci manovrasse>>
<<Non ha ingannato solo me>>
<<Sì invece!>>alzo la voce<<Tu stavi con lei abbastanza da conoscerla, tu l'amavi. Credevi di conoscerla, no?>>
<<Mi sbagliavo>>
Faccio un espressione amara, non mi permetterò di piangere. <<Forse mi sono sbagliata anch'io>>
<<Ray, no. Tu sai chi sono, da dove vengo>>
<<No, non lo so>>ammetto severa<<Non ho idea di chi cazzo io mi sia innamorata>>
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È 𝐃𝐚 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐋𝐚 𝐕𝐢𝐭𝐚 𝐂𝐡𝐞 𝐓𝐢 𝐀𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 ²
FanfictionSECONDO VOLUME L'amore comporta sempre dolore. Un amore semplice, neutro non è mai esistito, perché la sofferenza plasma il sentimento. Di dolore Ray e Chris ne hanno già vissuto abbastanza per stare insieme, ora il mondo conosce il loro legame ma...