Andammo verso il cancello posteriore e lo aprimmo montando in sella.
Lo chiudemmo.
Iniziammo a passeggiare lentamente mentre i cavalli ci portavano dove volevano loro.
Mollai le redini mettendole dietro al pomello della sella e appoggiai le mani sulla groppa chiara del cavallo guardando il cielo.
Stessa cosa fece il ragazzo moro.
Conoscevo queste praterie come fossero le mie tasche, capivo se qualcosa andava o non andava, in qualunque caso sapevo tornare al Ranch e dal Ranch andare ovunque.
Mi voltai verso Stefano che aveva un sorriso sul volto. Non lo aveva spesso ma quando lo aveva era stupendo.
Mi rimisi seduta e afferrai le redini con una mano e feci il verso della rana che fece rompere al trotto Amir.
Subito Stefano mi seguì e cominciammo a trottare per diversi minuti finché non decidemmo di partire al galoppo lanciato.
Uno affianco all' altro, nella notte, due cavalli che galoppano liberi, senza freni, senza ostacoli...
Allungai il braccio cosicché lo stallone poteva aumentare la sua velocità.
E fu così...in poche falcate avevamo già coperto diversi decine di metri.
Adrenalina...mi sembrava di rivivere il film Spirit, un sogno.
La Libertá era la cosa che amavo più di tutte, mi faceva sentire bene...
La amavo.
Dopo un po' ci fermammo ansimando ma ridendo.
"Non lo facevo da un po'" dissi con un sorriso da orecchio a orecchio.
"Ti va di andare a vedere uno dei branchi?" mi propose Stefano "ovvio" dissi entusiasta.
Andavo spesso ad aiutare i ragazzi a prenderli ma vederli liberi, senza costrizioni era la cosa più bella di tutte.
Il nostro Ranch in totale aveva 200 cavalli che si dividevano tra una 60ina al Ranch e poi diversi branchi. Poi ogni tot. Di tempo li alternavamo.
Al passo andammo verso una collinetta da cui si poteva vedere chiaramente una mandria di circa 40 cavalli e puledri.
Tutti erano molto pacifici e mangiavano erba o sonnecchiavano tranquillamente sotto il rumore dei grilli e di alcuni falchi.
Stefano puntó gli occhi su un cavallo. Un sauro...stupendo, con una lista lungo il muso, magro ed esile, teneva la testa bella alta e orecchie avanti agitando la coda.
Ci avvicnammo lentamente e quando fummo abbastanza vicini scendemmo da cavallo lasciandoli girovagare per il branco.
Mi avvicinai ad una puledrina baia che stava accanto alla madre.
Gli accarezzai il muso mentre Stefano controllava. Anche se sapevano gestirsi i cavalli, ogni volta che gli era possibile li controllava.
"Gaia, guarda qua" disse il ragazzo indicandomi un piccolo scricciolo scuro come la notte.
"Che amore" dissi totalmente innamorata. Probabilemnte avrà pochi giorni ma era già in grado di galoppare come un fulmine.
Peró non tutto andó come doveva andare.
Lo stallone sauro si impennó nitrendo con le orecchie appiattite e poi prese a galoppare in una corsa matta.
Tutti i cavalli lo segiurono portandosi dietro anche Amir e Shadow.
"No Shadow!" urló Stefano cercando di stargli dietro "cazzo" disse a denti stretti, prese subito il telefono e chiamó.
"Jake, vieni nella zona 58 con due cavalli" disse serio prima di riattaccare.
Una decina di minuti dopo arrivó Jake con in mano due cavalli che ci porse e al galoppo tornammo indietro al Ranch.
Appena arrivammo trovammo diversi stallieri e Jhon ad aspettarci.
"Ste cos'é successo?" chiese preoccupato Jhon "é tornato" disse brusco spintonando tutti per andare dentro al fienile "Amir e Shadow dove sono?" chiese un uomo "con il branco, interamente sellati" risposi io col fiatone per la lunga galoppata.
Vidi il moro con un fucile da caccia che si dirgeva verso il cavallo per provare a salire.
"Ah oh che sei pazzo" disse John togliendoglielo dalle mani "se lo ammazzerai finiremo in galera tu, io e sai quante sanzioni avremo?" disse l'uomo "ma se noterá Shadow sai cosa gli fará quel figlio di una buona madre" disse Stefano.
"Ora calmati figliolo, domani andremo a recuperare entrambe" disse tranquillizando.
"Ma di chi state parlando" chiesi io "nessuno" rispose brusco Stefano rientrando nel fienile.
