Cap. 6

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La scena cambia di nuovo, mostrando Harry e Hagrid che camminano per le strade di Londra.

Mentre camminava, Harry iniziò a leggere la famosa lettera di Hogwarts.

"Tutti i studenti devono essere forniti di: un calderone in peltro misura standard 2, e possono portare, se lo desiderano, o un gufo, o un gatto, o un rospo. Tutto questo lo troviamo a Londra?" chiese il ragazzo ad Hagrid.

"Se sai dove andare" rispose il gigante aprendo la porta di un bar ad Harry, entrando dietro di lui.

"Il Paiolo Magico, ovviamente" disse un serpeverde del secondo anno.

Varie voci girarono per il pub: "Si, quello me lo ricordo", "Oh, è stato un incatesimo meraviglioso"
Nel mentre Hagrid, facendo strada ad Harry, si avvicinarono al bancone.
"Oh, Hagrid, il solito, immagino?" chiese il barista, di nome Tom.
"No, grazie, Tom. Sono in servizio ufficiale per Hogwarts. Aiuto i giovane Harry a comprare le cose per la scuola." disse Hagrid, con un tono molto fiero, dando una pacca sulla spalla di Harry.

"Era meglio che non lo avesse detto" disse Lira, guardado Harry, conoscendo quanto gli dava fastidio di tutte le attenzioni che sconogliuti gli davano.

Perché tutti i maghi e le streghe dopo quella famosa notte di Halloween festeggiavano per la morte di Voldemort, per la salvezza del mondo magico; tutti vedevano Harry come il salvatore, il ragazzo che è sopravvisuto, ma in pochi invece lo vedevano per quello che era davvero, un ragazzino che in quella fatidica notte perse i genitori.

"Buon Dio!" esclamò il barman scrutando Harry "Questo è... non sarà mica...?"
Nel locale cadde d'un tratto il silenzio; tutti si immobilizzarono.
"Mi venisse un colpo..." sussurò con un filo di voce il vecchio barista "Ma è Harry Potter! Quale onore!"
Uscì di corsa da dietro il bancone, si precipitò verso Harry e gli afferrò la mano con le lacrime agli occhi.
"Bentornato, signor Potter, bentornato!"
Harry non sapeva che cosa dire. Tutti lo guardavano. La vechia, seduta al bancone, continuava a dar tirate di pipa senza accorgersi che si era spenta. Hagrid era raggiante. Ci fu un grande tramestio di sedie, e subito dopo Harry si trovò a strigere la mano a tutti i presenti.
"Sono Doris Crockford, signor Potter, veramente orgoglioso"
"Ho sempre desiderato stringerle la mano... Sono molto agitato!"
"Oh, signor Potter, non so dirle quanto piacere mi fa conoscerla! Mi chiamo Lux, Dedalus Lux".
"Ma io la conosco!" disse Harry, mentre Dedalus Lux cadeva il cappello a cilindro per l'emozione "Una volta mi ha fatto l'inchino in un negozio".

"Mamma mia, che memoria Harry!" disse Remus, con un sorriso sulle labbra "Di sicuro, questo l'hai presa da tua madre. Tuo padre non si ricorda neanche che cosa ha mangiato a pranzo".

"Ehi!" rispose James, con faccia offesa.

"Se lo ricorda!" Gridò l'omino guardando tutti a uno a uno. "Avete sentito? Si ricorda di me!"
Harry strinse mani a non finire. Doris Crockford non la smetteva più di tornare a porgergli la sua.
Si fece largo un giovanotto pallido dall'aria molto nervosa.
Aveva un tic ad un occhio.
"Professor Raptor!" Disse Hagrid. "Harry, il professore sarà uno dei tuoi insegnanti di Hogwarts".

Il professore non fece in tempo a prendere parola che la porta si aprì di nuovo.
Harry si girò subito curioso, un uomo vestito tutto di nero e con una faccia impassibile.
Dietro di lui entrò una ragazza, vestita tutta di rosso scuro, ma la cui faccia era impossibile identificare perchè coperta dal cappuccio del suo mantello nero.
Erano Severus Piton e Cassiopea Barnes.

"La mia bambina signori e signore!" Urlò Sirius alzandosi in piedi sul tavolo.
"Signor Black scenda subito dal tavolo" disse la professoressa Mcgranitt.
"Va bene Minnie"

The girl who fight for live||hp&mvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora