Orgoglioso di te però...

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Il sogno di Manuel si era finalmente avverato: aveva ottenuto la cattedra di storia e filosofia al liceo dopo essersi laureato a pieni voti e aver passato qualche anno a fare sostituzioni e supplenze. Il paradosso era che la cattedra l'aveva ottenuta proprio al Liceo Leonardo da Vinci.

Quando Manuel lo aveva saputo era scoppiato a ridere per la coincidenza ma in cuor suo non avrebbe potuto desiderare destinazione migliore se non quella da dove tutto era iniziato.

Tra le mura di quella scuola aveva conosciuto l'amore in varie forme: l'amore per la filosofia che dopo tanto sacrificio era diventata il suo lavoro, l'amore per gli amici che riempivano le sue giornate e lo avevano sostenuto sia durante tutti quegli anni ma anche dopo, l'amore per la famiglia e in particolare per Dante che era diventato una figura paterna a tutti gli effetti oltre che il compagno stabile di sua madre e poi l'amore, quello con la A maiuscola personificato dal suo Simone.
Simone gli aveva rivoluzionato la vita e gli aveva dimostrato cosa davvero significava amare. Ne avevano passate tante dentro e fuori da quelle mura scolastiche che avevano visto nascere ed evolversi il loro rapporto: inizialmente erano stati compagni di classe, poi nemici, dopo amici, per un periodo amanti clandestini ma alla fine si erano fidanzati e a breve sarebbero andati a convivere in un appartamento che avevano comprato. L'appartamento era modesto, necessitava di qualche ritocco ma per loro bastava e avanzava e poi era abbastanza vicino sia al liceo dove Manuel avrebbe lavorato che all'università dove Simone stava svolgendo il dottorato che gli avrebbe permesso di accedere alla carriera universitaria.

Manuel se lo ricordava bene il giorno in cui aveva ricevuto la lettera con il ruolo e ovviamente come prima cosa aveva chiamato Simone per dargli la bella notizia.
"Pronto amore, è urgente?" aveva risposto Simone mentre trascriveva degli appunti insieme ai suoi colleghi.
"Simo, siedite che devo ditte na cosa" ordinò il grande trattenendi a stento le emozioni mentre camminava in su e giù per il garage con ancora la busta in mano.

"Manu che succede?" aveva chiesto Simone preoccupato.

"Sei seduto?" aveva scalpitato il grande.

"Sí Manu, sono seduto" aveva confermato l'altro esasperato.

C'era stato un momento di silenzio carico di attesa.

"Ok" aveva rotto il silenzio Manuel prima di prendere un respiro profondo.

"Preparate che da settembre c'avrai du professori de ruolo al Liceo Leonardo da Vinci" aveva urlato Manuel al telefono.

A Simone si era mozzato il fiato e alcune lacrime di gioia erano scese sul suo volto. Sentiva l'orgoglio esplodere nel petto per Manuel.

"Oddio Manu dimmi che non stai scherzando..." aveva urlato a sua volta Simone mentre i suoi colleghi dell'università lo guardavano torvo.

"Te lo giuro" rideva il grande commosso a sua volta.

"Sono così orgoglioso di te Manu" confessò Simone con la voce leggermente incrinata dal pianto.

Manuel aveva il cuore a mille: sapere di aver reso orgoglioso Simone era la sua più grande vittoria.

"E allora Prof Ferro, appena finisco sto progetto festeggiamo" aveva abbassato la voce il piccolo senza perdere l'entusiasmo.

"Logico" aveva risposto l'altro.

Anche il resto della famiglia era felice per il traguardo di Manuel. Anita aveva iniziato a piangere dalla gioia, Nonna Virginia lo aveva abbracciato facendole sentire tutto l'affetto che ormai provava per quel ragazzo che era come un nipote per lei. Pure Lombardi, che inizialmente era scettico, si era complimentato ma il più orgoglioso e felice era stato sicuramente Dante. Aveva seguito molto da vicino tutti i progressi del figlio acquisito nonché futuro genero e il pensiero di averlo come collega lo inorgogliva tantissimo. Era fiero di Manuel e quando quest'ultimo, dopo l'annuncio, gli aveva detto "Professó, spero de esse bravo come te", Dante aveva davvero faticato a trattenere le lacrime.

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