Again? 

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Harry era incazzato, furioso, e tutti gli aggettivi possibili e immaginabili che potessero descrivere la sua immensa ira, non solo nei confronti del suo nuovo lavoro, ma anche per Louis.

Quella notte si addormentarono di nuovo, furono coccolati dalla notte e protetti da Rigel, ma quando la stella non potè più mostrare il suo blu, Harry capì che era giorno, e Louis non c'era.

Non si era svegliato assieme a lui, ma a che cazzo di gioco giocava? Non voleva scopare? Perché non poteva farlo e lasciarlo in pace?

Almeno lo avrebbe reso felice, e sopratutto gli avrebbe fatto chiudere il becco. Ma nulla, Louis non cedeva, e cristo! Era snervante.

Il lavoro era ancora peggio, aveva quasi perso la sua prima causa, perché la sua cliente non gli aveva rivelato un particolare fondamentale: aveva aiutato involontariamente l'assassino, spostando la presunta arma del delitto.

Dire che Harry fosse furioso era poco, quindi quando arrivò il weekend sospirò di sollievo. Aveva una felpa nera in dosso, e un pantalone della tuta, i capelli raccolti e lo sguardo così come il viso, rilassato. Finalmente era sabato, e non voleva essere disturbato, ovviamente ci aveva pensato il postino a svegliarlo alle otto del mattino.

Si era addormentato nuovamente ed ora doveva solo preparare il pranzo. Sorridendo appese la prima fotografia al suo muro.

Rigel, vista dagli osservatori internazionali della Nasa.

Quando si sedette sul divano, per continuare il suo rewatch di Breaking Bad il suo portatile segnalò l'arrivo di nuove e-mail, ciò significa che il suo weekend era stato interrotto da numerose e-mail di lavoro a cui doveva necessariamente rispondere.

Pranzò con un panino veloce e si mise subito al lavoro con il suo portatile tra le gambe, fortunatamente il motore di esso lo teneva caldo, quel freddo sabato di novembre, Harry desiderò morire, sbattendo la testa sullo schermo del portatile. Come si faceva ad essere così stupidi? Tralasciare un dettaglio così importante.

Harry sbuffò, e come suo solito scrisse sui post-it tutte le possibili strategie, rosse quelle più complicate, di cui non era sicuro pienamente, gialle quelle che se ci avesse lavorato lo avrebbero aiutato a vincere, verdi quelle di cui era sicuro al cento per cento, dopotutto erano quelle più semplici, e infine i fogliettini blu.

I post-it blu rappresentavano l'impossibile, ovvero ciò che avrebbe voluto fare se solo avesse delle capacità avanzate, Harry era una persona molto intelligente, ed è per questo che spostò al centro quelli blu, per dargli maggiore importanza.

Ancora doveva mettere in ordine la sua camera, non aveva rifatto il letto, e di sicuro la stanza per l'astronomia era uno schifo. Piena zeppa di polvere, sbuffò infastidito e si allontanò dal muro, iniziò a torturarsi il labbro inferiore e a fissare la parete per attimi interminabili, quando fu interrotto dal campanello.

Grugnì infastidito, chi cazzo era alle tre del pomeriggio?! Aprì la porta non curandosi nemmeno di come avesse i capelli o i vestiti «ciao» salutò Louis serio, e il liscio pensò che Harry fosse uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto «ciao Louis» disse con tono freddo «vuoi entrare o andare via senza salutare? Di nuovo

Louis sospirò quasi infastidito, «Harry, avevamo detto niente sentimenti. E non posso addormentarmi da te senza andarmene il mattino successivo, sono come una scopata Harry.» alzò le spalle

«entra, ma la mia casa è in disordine. Sto studiando un caso!» spiegò, prima di riporre il cappotto di Louis sull'appendiabiti, chiuse la porta e quasi non si gelò per intero a causa delle basse temperature, «bei colori!» indicò il muro «si come ti pare! Louis devo terminare le faccende domestiche, se vuoi fatti un the, accendi la tv non so. Fai come se fossi a casa tua!» louis scosse il capo

I beg you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora