You have to fight to the end

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Giugno era arrivato con un leggero calore, indossavano t-shirt leggere, pantaloni corti e finalmente stava per finire la scuola. Moon era molto contenta di questo, sopratutto quando jack le chiese di uscire.

Inizialmente la ragazzina non capì, credeva che fosse scontato uscire tutti insieme, ma lui ci tenne a precisare che voleva un appuntamento con lei, da soli

Harry per poco non impazzì e quasi si strozzò con l'acqua, sbraitò contro qualsiasi oggetto, perché insomma avevano dieci anni, non quindici, forse a sedici anni le avrebbe permesso di fidanzarsi. Ad ogni modo, si erano incontrati per un semplice gelato, e Harry l'aveva tenuta d'occhio assieme a Sarah.

Tornare ogni volta allo studio legale, quando c'era mark Tomlinson in giro, gli faceva venire la nausea, lo odiava, ma per fortuna o per sua sfortuna, non sapeva come definirla, quella prima settimana di giugno c'era solo Louis lì.

E cristo santo! Non parlavano dalla volta che lui era andato lì il mese prima, non si guardavano da quando aveva baciato di sfuggita Cole, e non si toccavano da troppo tempo.

Le cose con Cole andavano, non sapeva esattamente come, ma andavano. Era gentile e sempre cordiale, premuroso, ovviamente non era ancora il momento di presentarlo a Moon e ai suoi amici, ma lei aveva già capito che ci fosse qualcosa sotto.

Niall era arrivato due giorni prima di quanto avesse avvertito Harry, solamente per fargli una sorpresa, tra l'altro ben riuscita, Moon gli saltò tra le braccia, e si sedettero sul suo sofà, passarono così la serata, tra una chiacchiera e un'altra.

Tutti e tre, come i vecchi tempi quando poteva scappare li a New York, Harry preparò i pop corn per tutti, e mentre sorseggiavano qualche bibita gassata, parlottavano e si raccontavano gossip.

«Moon ha un ragazzo!» rivelò Harry disgustato «che cosa?!» urlò l'irlandese, si girò verso la bambina «scherza vero?» la bambina dagli occhi azzurri guardò prima il pavimento e poi arrossì leggermente, Niall aveva finto di essere offeso per tutto il giorno seguente.

Quando arrivò il compleanno di Moon, Harry la svegliò con la sua colazione preferita «ecco qui! Pancakes, latte e cereali!» urlò «buon compleanno amore mio, cavolo hai già dieci anni!» sorrise allegramente

Quel giorno Moon non voleva andare a scuola, però aveva avvertito i suoi amici che avrebbe festeggiato a casa sua, sulla sua terrazza. Harry la teneva per mano, mentre Moon con uno zaino blu sulle sue spalle, trasportava disegni e matite colorate.

Quando arrivarono al suo ufficio, moon già sapeva cosa fare, si sedette sulla sua sedia, e iniziò a scribacchiare, e ad anticipare qualche compito di storia, la quinta elementare era molto impegnativa.

Il riccio si destreggiava su e giù, e gli dispiaceva molto lasciarla sola, ma lei sapeva che lo faceva affinché non dovesse essere impegnato quella sera, per il suo compleanno. Avvertì Mitch che stava uscendo fuori, voleva vedere le nuvole, e non gli bastavano gli specchi cristallini dell'ufficio di zio Harry.

Aveva un pantaloncino di jeans nero, e una t-shirt vintage dei Beatles, appena Harry la vide se ne innamorò. Notò che lì appoggiato al cornicione, con le piastrelle rosse, del palazzo, c'era un uomo, forse un ragazzo con un abito elegante, e quando Moon gli si avvicinò si rese conto di chi fosse

«oh, scusa non volevo disturbarti!» aveva detto con un certo imbarazzo, ma Louis si girò, per poi poggiare la schiena sulle piastrelle «non mi disturbi, e poi amo i bambini!»

«non sono una bambina, oggi ho fatto dieci anni!» disse altezzosamente, «auguri Moon!» senza accorgersene, e soprattutto senza esitazioni la abbracciò di sorpresa, sfregando una mano dietro la sua piccola schiena, e lei ridacchiò «beh grazie - Mhh, Louis» annuì

I beg you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora