5 - Un dipinto... COSA?

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<< E dimmi, io potrei essere uno dei tanti divertimenti che ti capitano di tanto in tanto per poi diventare qualcos'altro di più importante? >>

Mi andò il vino di traversa e mi vennero le lacrime agli occhi, non per l'imbarazzo ma perché stavo per morire.

<< Scusa ma, non è tardi? Non dovremmo andare a casa a fare quel dipinto? >> Cambia subito argomento, stavo cominciando ad arrossire quando cip scambiavamo degli sguardi e alle sue fottute frasi e non andava bene.

<< Lo prendo per un no. >>

Finimmo di mangiare il dolce e subito dopo Jungkook andò a pagare nel mentre io andai in bagno e mi buttai addosso un po' di deodorante e sistemai i capelli.

Non appena aprii la porta del bagno per uscire mi ritrovai davanti la porta Jungkook.

<< Ce nè hai messo di tempo eh. >> Disse con una mano contro la porta.

Feci una faccia buffa e mi piegai per passare sotto le sue ascelle dall'alto lato.

<< Bene! Possiamo andare. >> Dissi per poi tirare un lungo sospiro e intanto notai un sorriso alle mie spalle ovviamente da parte sua.

Mi aprì nuovamente la portiera della macchina per poi farmi salire a bordo.

Non ho capito, si sta giocando la carta del gentiluomo o lo é veramente?

<< Ottima scelta per il profumo. >> Disse guardandomi.

Arrosii nuovamente e lo ignorai per l'ennesima volta.

Appena arrivati alla villa ci incamminammo per il secondo piano.

Durante il tragitto mi aveva spiegato che nel primo piano viveva sua sorella mentre lui vive nel secondo.

Non appena arrivammo davanti le scale la sorella mi si buttò addosso e cominciò a baciarmi.

Jungkook non perse tempo e delicatamente me la tolse di dosso.

<< Bene la vostra scappatella finisce qui, vai a divertirti con qualcun'altro. >> Gli disse per poi avvolgere il braccio attorno le mie spalle mentre andavamo di sopra.

Appena entrai in quella stanza spalancai gli occhi.

Sembrava la stanza dei giochi di cinquanta sfumature di grigio.

<< Scusa ma, cosa ci facciamo qui? >> Gli chiesi girandomi con l'intento di uscire.

<< Beh dobbiamo fare quel dipinto. >> Rispose alzando un sopracciglio.

<< No aspetta intendi fare un dipinto... cioè...? >> Cercai di chiedergli confuso e imbarazzato.

<< Si esatto! Un dipinto erotico. >> Affermò con tanta tranquillità mentre cominciava a sistemare la sua postazione da pittore.

<< Quando sei pronto fammi sapere. >>

Cominciai a togliere gli indumenti mentre mi guardavo attorno.

Era tutto in rosso e nero, la stanza mi attirava molto.

<< Ho fatto. >> Dissi tranquillo e rilassato fin quando non si girò e mi guardò. Per poi alzarsi e andare verso un cassetto dove tirò fuori delle manette ed una bensa per gli occhi.

Avevo già capito e la situazione in sè mi metteva leggermente in ansia.

<< Sdraiati sul letto. >> Mi disse fermandosi ai piedi del letto.

Feci come mi disse.

Mi sdraiai al centro del grande letto e lo guardai negli occhi.

Non sembrava avere altre intenzioni, o forse ero soltanto io convinto del fatto che non ne sarebbe stato capace dopo tutti i bei gesti carini che mi aveva fatto durante la serata.

Mi afferró delicatamente i polsi che mise a croce e li portó sopra la mia testa per poi mettermi le manette di peluche e di conseguenza attaccarle alla tastiera del letto.

Mentre sistemata appunto le braccia era a quattro zampe su di me e davanti avevo il suo collo.

Inutile negarmelo, provai qualcosa in quel fortuto momento.

Subito dopo stava per mettermi la benda rossa agli occhi ma si bloccò e mi guardò dritto negli occhi.

<< Non devi essere preoccupato, è soltanto un dipinto e andrà tutto bene, stai tranquillo. >> Disse con l'intento di rassicurarmi per poi darmi un bacio sulla fronte e coprirmi gli occhi.

Si certo, ho visto un film cominciare con quella frase.

Da quel momento in poi non ebbi più una visione e non avevo la minima idea di cosa stessa facendo perché il cretino era silenzioso come non so cosa.

Passato un po' di tempo avevo la sensazione di essere osservato e questo è normale perché se appunto stava dipingendo doveva per forza guardarmi.

Fatto sta che la sensazione di essere osservato mi portò ad immaginare un fottuto scenario tra me e il pittore.

Nella mia immaginazione il pittore invece di avere i pennelli in mano, teneva le mie mani strette e nel mentre ci scambiavamo un bacio lungo pieno di passione. Intanto le sue mani accarezzavano il mio corpo andando sempre di più verso il basso.

E soltanto in quel momento realizzai che soltanto al pensiero delle sue mani addosso a me mi venne duro, si esatto, mi venne duro in quell'esatto momento mentre quel coglione mi stava fissando per dipingere su una cavolo di tela e mentre io mi ritrovavo bloccato al letto con gli occhi bendati.

Cercai di rimanere calmo e di non contorcermi ma era dannatamente difficile.

A quel punto sentii un'altro peso sopra il letto e fu lí che capii che il pittore aveva lasciato perdere il dipinto.

<< Dimmi tu cosa vuoi, o sei ancora così ostile da rispondermi "sono etero"?>> Disse con una voce stremamente roca, la sua voce ero molto più angelica come cazzo è potuto succedere porca vacca.

Non sentii nessun tocco, non aveva appoggiato o sfiorato il mio corpo nemmeno con un singolo dito. Stava aspettando il mio consenso o il mio no per poi ritornare a dipingere.

<< Quindi? Ti sei deciso? >> Mi domandò, stavolta sentivo il suo respiro più vicino a me.

Continuai a non dire nulla, ero insicuro e ancora confuso dalla situazione.

<< Ok ritorno sulla tela, rimani in quella posizione. >> E fu in quell'esatto momento che quasi senza volerlo lo fermai con la voce.



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