Capitolo 2

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Al campo da basket tra venti minuti.

<<Hanno letto il messaggio?>>
Annuisco spegnendo il telefono, lo lascio cadere all'interno del borsone dal quale tiro fuori un asciugamano che mi passo sul collo nel tentativo di rimuovere il leggero strato di sudore, per poi chinarmi e afferrare la borraccia lasciata ai piedi della panca. Nonostante sia una bella giornata il campo a quest'ora del pomeriggio è completamente vuoto, circondato da una rete in metallo che ci separa da una strada secondaria, poco trafficata ma altrettanto rumorosa come tutta questa caotica e soffocante città. Non ne sopporto più l'odore, il caldo ancora asfissiante di inizi settembre, lo stesso asfalto bollente di agosto che rende il cuoio del pallone tiepido sotto le mie mani.

<<Novità con l'appartamento?>>
Shaw si volta nella mia direzione, tra le labbra una sigaretta sgualcita dalla quale fuoriesce un po' di tabacco, mentre in mano tiene il pacchetto ormai vuoto. Prende un accendino che sbatte contro la gamba con l'intento di farlo funzionare e si accende la sigaretta, aspirando e rilasciando una pesante nuvola di fumo biancastro.

<<Nulla, per il momento penso sarò costretto ad accontentarmi di qualcosa di più distante dall'università. Ho l'impressione che così facendo quello che non pagherò per l'appartamento lo spenderlo per la benzina.>>
Riprendo il telefono accendendolo infastidito, odio dover ripensare a tutti i miei dannati problemi e Shaw, che dovrebbe aiutare a svagarmi, sta facendo l'esatto opposto.

<<Beh allora potrei avere una novità che ti renderà felice.>>
Dice aspirando ancora una volta dalla sua sigaretta e lasciando che la cenere cada sul mattonato del campo da basket e riprendendo subito dopo parola.

<<Ricordi l'amica di mia sorella con cui io e Travis siamo andati a pranzo il primo giorno?>>
<<Mhhh...>>
Rispondo poco interessato alla piega che sembra stia prendendo questa conversazione, lo ascolto distratto mentre continuo a spulciare sul sito di case in affitto che ho scaricato questa mattina, l'ho fatto solo per sentirmi apposto con la mia coscienza, in questo modo potrò dirmi di aver fatto il possibile per non finire a dormire sotto uno dei tanti ponti di New York.

<<E ascoltami.>>
La voce di Shaw e la sua mano sventolata tra i miei occhi e lo schermo del telefono mi portano ad alzare lo sguardo su di lui; per quanto Shaw possa essere il mio migliore amico in questo momento i racconti sulle sue nuove conquiste non rientrano nella lista delle mie priorità.

<<Dimmi, cos'è successo? Te la sei portata a letto e ora tua sorella è arrabbiata con te? Dovevi aspettartelo.>>
Parlo riportando poi la mia attenzione sul cellulare, scorrendo una dozzina di appartamenti tutti con prezzi spaventosamente alti, mi passo una mano sul collo, sentendo che il cerotto muscolare sta iniziando a staccarsi, e sbuffo infastidito da tutta questa ridicola situazione.

<<Ma che dici, ci tengo ancora alla mia vita. Ieri ha chiamato mia sorella chiedendole se per caso conoscesse qualcuno alla ricerca di una stanza e per pura coincidenza il mio migliore amico sta proprio cercando un appartamento che non sia troppo distante dall'università.>>

<<Gli appartamenti vicino all'università hanno affitti che non potrò permettermi nemmeno tra due millenni, sono inavvicinabili per il mio budget.
Però l'amica di tua sorella potrebbe sempre chiedere alla sua facoltosa famiglia di alzarle la paghetta, giusto?>>

<<Non la conosci nemmeno.>>
Lo ignoro e torno a spulciare tra le case sul mio sito, ora un po' più infastidito rispetto a prima; provo una repulsione naturale e incontrollata verso i figli di papà, Shaw si può definire come l'eccezione alla regola, forse perché ad un primo sguardo verrebbe etichettato più come un ragazzo di strada con dieci dollari in tasca, che il proprietario di un attico nel pieno centro di New York.

Forever for him (Forever spin-off) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora