Hachishakusama

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SCOOP -Donna canta la canzone italiana dei Mondiali di calcio, poi rapisce bambini-

Hachishakusama è lo spettro di una donna dai capelli neri lunghi fino ai piedi. Indossa un cappello bianco, che nasconde il suo viso e una veste bianca. A vederla così sembrerebbe una donna normale, ma possiede una caratteristica che la contraddistingue: é alta circa quattro metri. Insomma LeBron James non le farebbe un baffo... É solita ad aggirarsi per le strade notturne, illuminate solamente dalla debole luce fioca di alcune lanterne (ambiente creepy dicevano...), ed é sempre nota per essere a caccia di bambini.

La Hachishakusama (é un nome talmente tanto lungo che ci ho messo tre ore per scriverlo, quindi da ora in poi la chiamerò Hachi, anche per non farvi diventare pazzi) infatti ama spiare i bambini, guardandoli giocare in cortile da dietro le siepi dei giardini che circondano le case giapponesi. La sua incredibile altezza, le permette di compiere i suoi atti di spionaggio peggio delle nonnette alle finestre delle loro case, poste sulle tipiche stradine di città che ci sono in Italia. Dai, non ditemi che durante un tour di qualche paesino non vi é mai capitato di beccare nonne che vi guardano male affacciate al davanzale... Insomma nelle altre città ci sono le telecamere, ma da noi ci sono le nonne armate di mattarello, non c'è proprio paragone, noi siamo i migliori!

Ordunque, Hachi ama spiare i bambini, ma non solo: anche rapirli per poi papparseli successivamente in santa pace (che carina, non vi verrebbe voglia di darle un abbraccio?).

È uno spirito molto furbo, perciò, oltre alla mostruosa altezza che le dà molti vantaggi, ha la capacità di farsi vedere solo dai bambini (che verranno poi presi per pazzi e bugiardi dai genitori) e imitare le voci di qualsiasi adulto per imbrogliarli. Un esempio?

«Avanti bimbo mio, sono sicura che sarai buonissimo gratinato al forno».

*Il bambino da sotto il tavolo*:

«No vattene via! Sei brutta!»

«A picciriddu mio, ti va se ti schiaffo una bella lasagna indu piattu?»

«Ma certo nonna!».

*Bambino viene rapito* *Gnam*.

Si narra che questo spettro vaghi per le strade fin dai periodi più antichi, come Edo oppure Taisho (1912-1926). In particolare, in quest'ultimo periodo, viene narrata la leggenda della sua cattura. Sì, perché teoricamente Hachi era stata catturata da un gruppo di monaci e rinchiusa come una mucca nel suo recinto da quattro statue di divinità con nomi impossibili, che non sto a scrivere perché sembrano parolacce scritte in Veneto. Ma comunque la cara e buona vecchia sfiga colpì ancora e Hachi, dopo anni di prigionia, riuscì a liberarsi, tornando a riscuotere i suoi tributi e magnarsi bambini.

Solitamente i bambini non si accorgono a primo impatto del suo arrivo e ciò é un bel vantaggio per lei, poiché può spiarli senza essere vista e avvicinarsi a loro indisturbata.

Immaginatevi dunque questa scena: voi siete lì, che vi fate gli affaracci vostri e ad un certo punto un'enorme ombra si allunga davanti a voi, vi girate, e vi ritrovate davanti una donna mostruosa enorme che vi fissa... Io me la farei nelle mutande...

L'unica cosa che annuncia l'arrivo imminente di Hachi e che potrebbe avvisare di conseguenza un bambino ben informato é il suono caratteristico e agghiacciante che produce quando cammina:

Po... po... po...

Non so come questo suono possa incutere timore nelle persone o possa essere agghiacciante, ma ormai vi ho fatto già intendere bene che i giapponesi non sono persone tanto a posto... Quindi non girerò troppo intorno alla questione di questo suono che, a parer mio, non farebbe spavento neanche a un fenicottero. Ma attenzione: non ha nulla a che fare con il canto degli Italiani ai mondiali di calcio "Po po po po po po pooo". Anche se, devo ammettere che gli assomigli davvero molto.

Breve storia triste:

C'era una volta un bambino che andò a trovare i suoi nonni nella loro casa di campagna nel Kantō. Un giorno, mentre giocava a inseguire le papere nel cortile, sentì un suono strano:

Po... Po... Po...

Curioso allora decise di partire all'avventura per scoprire cos'era quello strano rumore, quando, ad un certo punto, vide allungarsi sul terreno un'ombra gigantesca. Sì voltò, ritrovandosi davanti una donna enorme che lo scrutava con occhi neri come pozzi. Terrorizzato scappò in casa e raccontò tutto ciò che aveva visto ai nonni.

«Stupido cane mi fai sembrare un mostro!» ringhiò nonno Giustino guardando male il nipote

«Bambino mio non dire bugie ai nonni, non é una cosa buona» disse nonna Marilù, accarezzando il volto del bambino ed estraendo dalla tasca una banconota da settemila yen (sarebbero circa 50 euro) «dai su, va' a comprarti il gelato».

Ma il bambino non voleva il gelato, così, acchiappò la banconota e corse nella sua cameretta, dove si chiuse a chiave per tutto il giorno, fino a sera, quando andò a dormire.

Mentre dormiva però, venne svegliato di nuovo dallo stesso suono che aveva udito nel pomeriggio:

Po... po... po...

Sentì un ticchettare alla finestra, come se qualcuno stesse picchettando contro al vetro con le unghie. Ma il bambino, con le mutande piene, rimase nel suo lettino, le coperte tirate fin sopra la testa.

«Amore di nonna perché ti sei chiuso in camera a chiave? Avanti apri che ti do una caramella».

La voce della nonna gli giunse dall'altra parte della porta e subito fu più sollevato.

Svelto girò la chiave nella toppa e aprì la porta, ma chi si ritrovò davanti non era sua nonna, bensì quella donna mostruosa, che con uno scatto l'agguantò e lo trascinò via.

R.i.p. Fine.

Non so dirvi che fine ha fatto il bambino denominato con il nome di "Leone il cane fifone", forse sarà diventato un patè, uno spiedino, un pasticcio o un ragù... Ma certamente sarà finito nello stomaco senza fondo di Hachi. Perciò Bon Appétit Hachi!

 Perciò Bon Appétit Hachi!

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