Avril's pov.
«Che ci fai qui?» chiesi, sorpresa di vederlo.
«Mi piace venire in spiaggia quando tutto il resto tace. La notte mi accoglie sempre e non ha paura di me. La notte, forse, non mi odia, forse è indifferente, ma almeno non mi rifiuta. La notte è oscura, come la mia anima. Forse sono nato da un cielo nero, dal grembo di una notte tenebrosa.» Ashton si interruppe un attimo per guardare l'orizzonte, sorridendo leggermente con un'aria malinconica.
Mi sedetti accanto a lui, guardai il cielo. Osservai la luna; era piena. Illuminava tutto, ma non di luce propria: il sole le prestava un po' della sua bellezza per rendere magico il cielo anche durante la sua assenza.
Mi stesi sul suolo umido, lui fece lo stesso.
«Dai, dimmi di te.»
«Io, beh... Non so nemmeno io come sono. Bel guaio, eh?»
«Succederà qualcosa, prima o poi, che ti aprirá un nuovo universo, che porterá il tuo nome. E tutto avrá finalmente un senso.» -disse lui con aria poetica, con la notte sullo sfondo e il rumore così soave e ribelle delle onde vicine a noi.
«Tu, invece?»
«Io... non è semplice capirmi.
Hai presente le lastre di ghiaccio? Hai presente la loro trasparenza e la loro freddezza? Ora tu penserai che il ghiaccio è freddo, ma non sai che in realtà un icebearg è più caldo di un forno acceso e che il ghiaccio non è nitidamente trasparente. Io sono quella lastra ghiacciata, che a contatto con tanto altro freddo diventa un fuoco ardente.»
'Bel casino.' -pensai.Mi guardai intorno per un paio di minuti, respirando profondamente. Non c'erano nuvole in cielo, solo miliardi di piccole e immense stelle luminose. Il suono delle onde di un mare calmo riesce sempre a tranquillizzarmi. Ogni tanto un venticello piacevole mi accarezzava la pelle, scompigliandomi leggermente i capelli. Mi vennero i brividi, lui lo notó e sorrise dolcemente, pur avendo gli occhi chiusi.
«I'm coming home... I've been gone for far too long...»
«Mh?»
«Do you remember me at all?»
Mi voltai verso Ashton ma lui continuò a cantare sottovoce ad occhi chiusi, come se nessuno potesse sentirlo.
«I'm leaving, have I fucked things up again? I'm dreaming, too much time without you spent.»
Sentii crescere una forza dentro, data solo da queste parole e dalla sua voce. Le mie emozioni contrastavano la quiete intorno a noi.
«It hurts, wounds so sore. Now I'm torn, now I'm sore. I've been far away.
When I see your face my hearts burst into fire.»
Finalmente si voltó verso di me e incatenó il suo sguardo al mio.
«Tu, da oggi, sei Valentine.» -affermó deciso, ma felice.
Valentine. Valentine. Valentine. Ero confusa, ma sentivo che mi apparteneva. Valentine.
Questo nome mi riusuona in mente, rimbalzando sulle pareti del cuore per poi finire sulle mie labbra.
«Valentine. Mi piace.» -risposi semplicemente, mentre un sorriso imbarazzato comparí sul mio volto. Una scossa di gioia si propagó nel mio corpo. Stavo davvero provando un briciolo di felicità?Dopo minuti di silenzio, chiesi: «Sapevi che mi avresti trovata qui, stanotte?»
«No. Da anni, quando ho bisogno di pensare, vado dall'altro lato della spiaggia. Stanotte ho voluto cambiare, e la luna mi ha fatto trovare te. Sono meno solo, adesso.»
Stessa spiaggia, stesse notti, stessi pensieri, entrambi sotto la stessa luna, sotto lo stesso cielo, osservando le stesse onde. Due vite che trascorrevano parallele, divise solo da pochi kilometri
Così mi addormentai dopo che Ashton mise il suo braccio sotto la mia testa, con il suo battito cardiaco come sottofondo, e la luna piena sopra di noi.
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Heartbeat.
Romance'Due caratteri così diversi. Un passato contrastante. Due anime con le stesse emozioni. Lei, una sognatrice dai capelli donati dal fuoco e due diamanti al posto degli occhi. Lui, un tornado con degli occhi che nascondono segreti e un cuore che batte...