Tornai a casa in fretta, e trovai Ashton appoggiato di schiena al cancello, con il fiatone.
«Co...cosa è successo?» chiese, preoccupato.
«Buongiorno anche a te, Ashton. Ti và di sporcarti un po', oggi?» risposi sorridendo.
Vidi il suo volto riacquistare colore, e il suo respiro tornare normale. Come se solo il suono della mia voce riuscisse a tranquillizzarlo.
Annuì, così ci incamminammo verso un luogo a lui ignoto.«Allora...vediamo...domande veloci.»
«Okay.» rispose voltandosi verso di me.
«Cosa ti piace fare, quando sei da solo?»
«Ascoltare musica e... questo» disse, tirando fuori dal suo zaino con gesti teatrali un album da disegno. La sua copertina era imbrattata ovunque, e mi incuriosí sapere quali immagini custodisse al suo interno. Provai ad aprirlo, ma il ragazzo lo richiuse di scatto. Mi fermai improvvisamente, e lo guardai dritto negli occhi.
Ashton diceva ciò che pensava con chiarezza e sicurezza. Ma con tanta altra sicurezza nascondeva la sua vera personalità. Questo suo carattere mi intrigava, e mi spingeva a voler scoprire sempre più cose di lui. Sarei riuscita a conoscere tutto ciò che si nascondeva dietro quella facciata che mostrava a tutti.
Ripose l'album da disegno al suo posto, e continuammo a camminare.
«Tu invece? Cosa fai quando sei sola?»
«Scrivo. Lettere, racconti, riflessioni. E mi piace anche fotografare. Nelle foto riesco ad ingabbiare i momenti migliori, e lì il tempo è perennemente congelato.»
Sospiró, e poco dopo arrivammo davanti ad una palestra abbandonata, appena fuori città.
Ci guardammo un'attimo, capendo a vicenda le nostre intenzioni. Poi aprimmo i secchi di vernici, e cominciammo a fare nostro quell'edificio.
Scrivemmo sui muri di noi, urlammo attraverso i colori la nostra storia.
SCREAM.
Silence.
WHY?
Memories.
Due caratteri così diversi. Un passato contrastante. Ma due anime con le stesse emozioni.
Lei, una sognatrice dai capelli donati dal fuoco e due diamanti al posto degli occhi.
Lui, un tornado con degli occhi che nascondono segreti e un cuore che batte.
Da loro sarebbe nato un rapporto grande, di quelli che buttano giù tutti i muri e non lasciano nulla intorno a sé, se non la spaventosa dolcezza di loro stessi che si afferrano le mani prima di cadere nel baratro più profondo. Lui, spaventosamente debole ma misteriosamente forte, segnato da qualcosa che Avril avrebbe voluto scoprire.
Lei, con la sua ribelle determinazione, pronta a far incastrare ogni minima tessera del puzzle che era il suo amico.I muri grondanti, noi sfiniti. Mi sedetti a terra, con le spalle contro il muro, a contemplare l'opera finita: un assoluto disastro. Forse avevamo tirato fuori un po' del casino che entrambi avevamo dentro, quel 'groviglio di cose indicibili' tanto segreto. Mi sfiorai una guancia con la mano e sentii una sensazione di fresco e bagnato. Sicuramente avevo il volto colorato, come i vestiti e il resto della stanza. Ashton si sedette accanto a me, poi mi prese la mano è cominciò ad accarezzarla e a disegnare con le dita piccoli cerchi. Fissai le nostre mani intrecciate, e cercai di fotografare nella mia mente questa immagine.
Non so quanto tempo passò. Secondi, minuti, forse ore. Restammo così, le mani legate e le anime che contemplavano in silenzio e con stupore la bellezza che eravamo.
Dopo, prendemmo le nostre cose e ognuno tornò nella ripettiva casa, lasciando quel luogo pieno di noi alla luce del sole che stava oramai tramontando.
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Heartbeat.
Romance'Due caratteri così diversi. Un passato contrastante. Due anime con le stesse emozioni. Lei, una sognatrice dai capelli donati dal fuoco e due diamanti al posto degli occhi. Lui, un tornado con degli occhi che nascondono segreti e un cuore che batte...