1- RISVEGLIO

29 3 4
                                    

10 ore.

10 ore separavano Elvira dalla cruenta sorte che l’attendeva fuori da quell’infernale ed invalicabile porta in titanio.

Aveva provato ad aprirla in tutti i modi possibili ed immaginabili, ma la resistenza di quella l’aveva sempre fatta desistere.

Da dove proveniva lei tutte le persone che infrangevano la legge finivano in una cella inespugnabile e, al compimento dei 18 anni, avevano una possibilità di riscatto finendo in tribunale ed esponendo le proprie motivazioni e le proprie ragioni.

Erano le 14:00 del pomeriggio e le guardie le avevano portato il pranzo, ma lei si era rifiutata di mangiare, rimanendo così a digiuno.

Non ne aveva nemmeno le forze.

Si sentiva il petto pesante, schiacciato da quel senso di colpa che tanto l’attanagliava.

Solo adesso, a poche ora dal processo che avrebbe segnato il suo destino, aveva realizzato che se le sue risposte non avessero soddisfatto i giudici, la sua vita sarebbe terminata.

Sapeva di non poter scappare, ne di avere qualche speranza di vincere.

Ciò che Elvira aveva fatto era stato talmente grave che nessuno si sarebbe mai sognato che potesse essere assolta.

Quella grazia era concessa solo ai crimini minori, ma ultimamente anche quelli venivano puniti con la vita.

Dopo quella che parve un’eternità, un colpo improvviso esplose dalla porta e la fece trasalire, risvegliandola da un sonno senza sogni.

-Signorina Howe- iniziò la guardia.

Il suo tono diligente e sbrigativo le fece reprimere un brivido lungo la schiena, Elvira aveva paura di quello che quella guardia avrebbe potuto riferirle, ma non lo diede a vedere.

-É pronta?- domandò l’uomo, ed un lampo d’incertezza gli attraversò le iridi verde smeraldo quando vide che la giovane era distesa a terra.

É pronta? Aveva detto la guardia? Come?! Quanto tempo era passato?

Tutte queste domande affollavano la mente della ragazza, ma nessuna di queste trovava una risposta.

L’uomo intanto non le aveva staccato nemmeno per un attimo gli occhi di dosso ed Elvira sentiva il suo sguardo privo di qualsiasi emozione bruciare sulla sua pelle candida.

-É pronta?- ripeté la guardia, stavolta con una minima nota d’irritazione nella voce.

La fanciulla di stupì quando vide che l’uomo riprese a parlare.

-La corte la sta attendendo- riferì e poi tacque.

A quel punto tutti i quesiti che Elvira si era posta trovarono una risposta, era arrivato il suo momento, la possibilità tanto sperata quanto temuta.

La ragazza decise di non farli aspettare oltre.

Così si alzò e con la mente ancora annebbiata dalle lunghe ore trascorse a riposare, si affrettò a seguire l’uomo fino al tribunale.

10 OREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora