10 ORE

4 - FUGA

Elvira non riusciva a credere a quello che aveva appena visto.

Non riusciva nemmeno a sentire i forti rumori che la circondavano talmente era sotto shock.

Era come chiusa in una bolla, dove i suoni provenienti dall'ambiente circostante risultavano completamente ovattati.

Improvvisamente un urlo si fece strada nella mente della ragazza, che riprese il controllo di sé e si girò verso la fonte di quel rumore.

La scena che le si presentò davanti era raccapricciante:

Il ragazzo che l'aveva portata fino a lì era circondato da quelle che Elvira presumeva fossero altre guardie, e molte di quelle stavano cercando di fermarlo, ma senza successo.

Nathan era come innatrestabile, continuava a respingere quegli uomini come se ne andasse della propria vita, che poi non era tanto diverso dalla realtà.

Dopo alcuni secondi la ragazza si accorse anche di un altro dettaglio, che durante la drammaticità di quel momento, non aveva notato.

-Scappa!-
-La porta d'emergenza-
-Aspettami lì-

Quella voce le fece gelare il sangue nelle vene.
Sì perché quella era la voce del ragazzo, ma quello non aveva aperto bocca durante quel momento.

Quella voce era nella sua testa.

Nonostante sapesse che fosse una pessima idea, Elvira fece scivolare lentamente i polsi fuori dalle manette, si voltò, e assestò un forte colpo sul volto della guardia che l'aveva legata.

Quella, presa alla sprovvista, si portò le mani sul naso sanguinante, e quello fu il momento perfetto per correre il più velocemente possibile verso la porta che l'avrebbe portata nuovamente nei corridoi di quella prigione, ma che sarebbe stata anche la via di fuga più veloce da quella stanza, che ormai era piena di urla.

Arrivata alla porta d'emergenza una guardia tentò di bloccarla, ma Elvira fu più veloce e le assestò un colpo nello stomaco.

Quella si piegò in due, e la ragazza poté finalmente spalancare la porta e uscire dall'aula...

ma un gruppo di uomini armati era disposto a semicerchio intorno all'uscita.

Elvira era nuovamente in trappola.