𝐂𝐀𝐎𝐒 ━━ Stranger Things

𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐒𝐄𝐂𝐎𝐍𝐃𝐎

Jim Hopper era appena tornato a casa. La ricerca di Will Byers, il ragazzino che era scomparso quella stessa mattina, effettuata nella foresta di Hawkins, non aveva a portato a nulla se non alla rimozione di molte ore di sonno per tutti coloro che vi avevano partecipato. Parcheggiò la sua auto davanti alla propria abitazione e sospirò pesantemente mentre si appoggiava al sedile. Lo sceriffo si sarebbe anche potuto addormentare all'interno del suo veicolo, se non avesse notato un'altra auto parcheggiata nel buio del suo giardino maltenuto. Aggrottò la fronte sporgendosi in avanti per tentare di scorgere qualche figura umana aggirarsi nei pressi dell'abitazione. Niente. Perciò decise di avvicinarsi. Scese dall'autovettura chiudendosi lo sportello alle spalle facendo meno rumore possibile. Tirò fuori la pistola e la torcia, spenta, muovendosi con passi lenti, silenziosi e calcolati. Una volta che fu vicino al finestrino dell'autista del veicolo sconosciuto, riuscì a notare una figura rannicchiata sul sedile e decise di accendere la torcia. Nonostante il riflesso che la luce provocava, nello scontro con il vetro del finestrino, Hopper riuscì a distinguere qualcosa. La figura aveva dei lunghi capelli corvini, mossi e spettinati, che gli ricadevano sulle spalle coperte da un pesante giubbotto. Questi dati, però, non aiutarono Jim ad identificare lo sconosciuto, perciò non vedette altra soluzione se non quella di bussare al finestrino del veicolo. Probabilmente l'individuo al suo interno si era addormentato in un pesante stato di nervosismo, pensò Jim, perché bastò un toc-toc per farlo scattare come una molla.
"ma che cazzo." l'imprecazione di Allison raggiunse, per via dei finestrini completamente chiusi, in modo ovattato le orecchie di Jim che ancora puntava la torcia sul viso di colei che era passata da essere uno sconosciuto ad una sconosciuta.

"chi sei e cosa diavolo ci fai nel mio giardino!?" domandò lo sceriffo, scandendo bene tutte le parole. Allison, ancora all'interno del veicolo, si copriva il viso con le mani per via della luce diretta con cui l'uomo le stava accecando gli occhi.

"sposta quella dannata torcia prima!" sbottò a sua volta Allison dando un colpo al finestrino con il palmo della mano. Hopper fece come richiesto e finalmente la corvina gli permise di vederla in viso.

"bene, ora dimmi chi sei e cosa fai qui." ripetè scontroso lo sceriffo, scrutando attentamente il viso della giovane, con fare confuso. Dal canto suo Allison, che aveva riconosciuto perfettamente il padre, non sapeva se scoppiare a piangere o scendere e prenderlo a botte. Non solo si era dimenticato che quel giorno sarebbe arrivata lei, ma non riusciva neanche a riconoscerla.

"tua figlia razza di idiota!" sputò acidamente Allison mentre apriva lo sportello per scendere e guardare in faccia il padre e stirarsi i muscoli indolenziti.

"Ally?" domandò Jim, esterrefatto, cominciando a notare solo ora l'effettiva somiglianza che la ragazza di fronte a lui aveva con la bambina di sette anni che gli era stata portata via. Era cresciuta così tanto.

"ti risulta di avere altre figlie? Ancora in vita almeno?" domandò acidamente Allison facendo spegnere, in un attimo, il sorriso che stava nascendo sul volto stanco di Hopper. Vedendo questa reazione e ripensando a ciò che le era appena uscito dalle labbra, Allison si sentì inevitabilmente in colpa e si domandò per quale motivo non le avessero amputato la lingua quando era piccola. Si morse il labbro inferiore a disagio e iniziò a guardarsi intorno, le braccia incrociate sotto al seno.

"vuoi, vuoi entrare?" le domandò il padre, una volta che si fu ripreso dalla risposta tagliente della figlia, indicandole con il pollice destro la struttura alle sue spalle. Non era arrabbiato, come avrebbe potuto esserlo. L'aveva lasciata al freddo della sua auto per chissà quanto tempo e, una volta arrivato, non era stato neanche in grado di riconoscerla. Aveva tutti i diritti di essere adirata con lui.